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QT n. 9, settembre 2011 Servizi

Cultura e politica sul palco

Lo stato maggiore della cultura trentina discute - con linguaggi molto diversi - degli spettacoli che verranno

Lo stato maggiore della cultura in Trentino era incompleto, mercoledì 31 agosto: oltre all’assessore provinciale Panizza e all’assessore comunale Maestri, marcatori stretti del presidente Gabrielli (Centro S. Chiara) al tavolo dei conferenzieri, a far da ali alla trimurti e sostegno concreto alle argomentazioni politiche, erano presenti la prof.ssa Pietrini (programmazione teatrale) e Lamberto Cis (programmazione danza), con la signora Detassis, direttrice ad interim, in veste di conduttrice. Ma il convitato di pietra, evocato nel finale con insistenza, si è guardato bene dal materializzarsi: alludiamo al direttore artistico, carica vacante dopo il pensionamento di Oss Noser, alla cui firma peraltro dobbiamo ancora la programmazione della stagione 2010-2011.

Quest’anno la conferenza-stampa, alla presenza di una cinquantina di addetti ai lavori, abbonati e aficionados, ha avuto inizio con una novità: un video promozionale, destinato a rendere più immediatamente comprensibile l’elenco di titoli e nomi costituente il programma degli spettacoli di prosa, musical e danza (tuttavia, mancavano almeno la lirica, in via di definizione, e il teatro d’innovazione di “Trento Oltre”, selezionato dallo staff del Teatro Portland).

Al termine dell’introduzione audiovisiva, la liturgia è iniziata con l’intervento della prof.ssa Pietrini, che ha commentato ricchezza ed eterogeneità della programmazione teatrale, sottolineandone l’alto profilo sia sul piano dei titoli e degli autori (Orwell, Pirandello, Brecht, Shakespeare, Christie, Molière, Balzac, ma anche Pietro Grasso, Ugo Chiti, Francis Veber e, per acclamazione, la ripresa di “Avevo un bel pallone rosso” della Dematté su Mara Cagol, con ben 6 repliche), sia su quello delle tematiche affrontate (potere, denaro, egocentrismo). Lanfranco Cis invece, per la danza ha richiamato l’attenzione sull’apparente conformismo della programmazione (Carmen, Coppelia, Schiaccianoci, Cenerentola), che sarà bilanciato dalla non convenzionalità degli approcci registici, con maggior evidenza anche in altri spettacoli del cartellone. Fin qui la parte artistica.

Quando a turno hanno preso la parola gli assessori Maestri e Panizza, seguiti dal presidente Gabrielli, la politica ha subito occupato i propri spazi, cancellando gli stimoli che la fantasia del pubblico aveva appena recepito: i riferimenti alla “normativa recente” hanno preso il sopravvento, il discorso economico ha prevalso su quello artistico, sia pure elogiando, come nella tradizione retorico-aziendale, l’imprescindibilità della cultura per la vita comunitaria. Lo “sforzo di far bene con meno soldi” è stato il refrain preferito dai due amministratori, coniugato con concetti come la “necessità di coinvolgere il pubblico marginale, che pure contribuisce economicamente”, e “teatro legato alla nostra storia” (cioè alle linee-guida della politica culturale, or è poco varate dallo stesso assessore).

A vivacizzare l’incontro hanno infine pensato i giornalisti Claudia Gelmi e, particolarmente, Carmine Ragozzino, i quali hanno chiesto a Gabrielli e ai due politici le ragioni della perdurante vacatio regni alla guida artistica del Centro S. Chiara. Se le prime risposte, evasive, non hanno tranquillizzato chi si attendeva ammissioni di veti politici riguardo ai 30-40 curricula pur pervenuti ed esaminati dal CdA del S. Chiara, nemmeno le successive, con inviti alla fiducia e alla pazienza da parte di Gabrielli, hanno dileguato l’impressione che la concordia tra i diversi rappresentanti istituzionali non fosse altro che un geniale quanto involontario promo per lo spettacolo di Veber, “L’apparenza inganna”.

Al di là dei siparietti e dei battibecchi, scripta manent: nel “Rapporto sull’attività 2010” distribuito al pubblico, il presidente Gabrielli promette impegni la cui realizzazione sarà dovere del pubblico esigere e sorvegliare: nel “trend decrescente delle risorse destinate alle attività culturali - afferma Gabrielli - il Centro ritiene di confermare il proprio impegno nei confronti di quelle attività che finora hanno costituito il cardine della propria proposta, arricchendo però la programmazione attraverso iniziative che frequentino anche aree più moderne e interessanti. Mi riferisco, in particolare, a quegli spettacoli di carattere multimediale capaci di attrarre un settore del pubblico che, fino ad ora, è stato possibile raggiungere solo in parte”. Non di teatro dialettale o di tradizioni austro-ungariche, temi cari all’assessore Panizza, parla Gabrielli, ma di “mondo giovane”, al fine di “costruire un solido rapporto con il pubblico di domani”. Occorre individuare “opportunità e risorse presenti sull’intero territorio provinciale”, conferendo a quelle che “sapranno evidenziarsi in termini di qualità...la possibilità di esprimere compiutamente le proprie potenzialità, avviando nuove produzioni”.

Saprà la Politica rispettare questa luminosa e sottoscrivibile dichiarazione d’intenti? O il presidente Gabrielli risulterà a posteriori nient’altro che un “recitante a soggetto”?