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Ambiente: ultime da Riva e Arco

L’Amministrazione sta per dare il via ad un'altissima torre scenica in fascia lago che oltre a essere esageratamente impattante sul profilo paesaggistico di Riva, è anche ingiustificata

vari comitati

Dopo la sentenza al TAR sull’area ex-Cattoi, due cose sembrano chiare. Primo: Riva, tramite il suo Consiglio comunale, ha il diritto di pianificare che ne sarà della fascia lago con l’esclusiva prospettiva del bene pubblico (e non privato). Sia dunque patrimonio del dibattito politico quello di tenere in vista in primo luogo gli interessi pubblici anziché correr dietro a quelli degli imprenditori.

Secondo: tutti si dichiarano convinti che bisogna puntare sia a un turismo di qualità anziché di quantità e a un ambiente sempre più vivibile. Lo dicono i cittadini che abitano a Riva e in tutto il Basso Sarca e che si sentono assediati da troppo turismo, spesso mordi-e-fuggi, troppo traffico, troppo affollamento. Lo dicono gli stessi operatori turistici. Lo dice l’opinione pubblica: non si può crescere sempre e consumare sempre di più, l’ambiente è in pericolo e da qualche parte bisogna pure iniziare.

In modo però contraddittorio l’Amministrazione sta per dare il via a un’opera in fascia lago che oltre a essere esageratamente impattante sul profilo paesaggistico di Riva, è anche ingiustificata: una altissima torre scenica è ben oltre ciò di cui l’offerta turistica locale ha realmente bisogno (e forse anche il teatro contemporaneo, che si avvale ormai di tecnologie assai più avanzate). Anche il misero stato delle finanze pubbliche suggerirebbe cautela e parsimonia!

E nel contempo da Arco giungono progetti di utilizzare l’area AMSA al Linfano per realizzare un enorme centro di piscine, incuranti del fatto che si va ad occupare una zona agricola pregiata a ridosso del Brione, in un’area già congestionata e non particolarmente soleggiata (dopo Prabi si ripetono gli errori...). Qui Comune e Comunità di valle si dimostrano incuranti del fatto che un centro sportivo sovracomunale era già previsto al cementificio alle Grazie: eppure dal punto di vista della sostenibilità è di gran lunga preferibile recuperare un’area industriale dismessa che non cementificare la campagna del Linfano. Ma è così: da un lato ci si vanta del broccolo di Torbole e si vende l’immagine di un Trentino verde, grazioso e felice, che fa quel che può contro un’antropizzazione che porterà il pianeta a diventare inabitabile, dall’altra si tratta la skyline di Riva come potesse ospitare torri e cubature enormi in fascia lago, si progettano mega-strutture ricreative in contrasto col Piano della Comunità di valle e con il buon senso di preservare la campagna per i nostri figli, invece che svendere il territorio sulla vetrina dell’attrattività turistica.

Comitato Salvaguardia Olivaia, Comitato Sviluppo sostenibile, WWF Trentino

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