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Bezzi: un mese da dimenticare

Niente posto in consiglio provinciale, disastrosi risultati elettorali dei "suoi" partiti e indagini sui rimborsi indebitamente ricevuti

Giacomo Bezzi

Giacomo Bezzi dovrebbe aver fatto il callo alle disfatte: niente seggio al senato nel 2013, niente posto in Consiglio provinciale nel 2018, fino alla sconfitta di quest’anno, quando si era candidato a sindaco di Ossana. Per non parlare dei disastrosi risultati elettorali dei vari partiti in cui ha via via militato, validamente aiutato in questo da Michaela Biancofiore. Ma adesso la malasorte lo sta pesantemente minacciando anche sul versante del portafoglio.

Per cominciare, è giunta notizia che la Procura di Trento ha chiuso le indagini sui rimborsi che avrebbe indebitamente ricevuto, come consigliere provinciale, nel corso della passata legislatura. E prossimamente, dopo il deposito delle memorie difensive, il pubblico ministero deciderà se chiedere il rinvio a giudizio: per Bezzi, oltre che per Tiziano Mellarini e Walter Viola.

La faccenda riguarda i rimborsi previsti dalla legge per i consiglieri che, abitando lontano da Trento, debbono sostenere delle spese di viaggio per partecipare alle attività istituzionali. “Falso e truffa – leggiamo sul Trentino - le accuse che vengono mosse a fronte di poco più di 13 mila euro che i tre avrebbero ricevuto come rimborsi chilometrici. Ma senza averne titolo. In alcuni casi i consiglieri avrebbero chiesto il rimborso pur avendo dormito a Trento o essendo partiti da un luogo diverso da quello di residenza. A marzo il giudice aveva disposto in capo ai tre un sequestro preventivo commisurato ai rimborsi che apparivano irregolari. E quindi un sequestro di 1.507 euro per Mellarini, di 4.391 per Viola e di 6.439 per Bezzi”.

Se qualche errore c’è stato, è stato commesso in buona fede” - commenta Bezzi, che però rischia un’altra tegola: in attesa delle decisioni del pubblico ministero, “per i tre indagati – spiega L’Adige - si è aperto anche un secondo fronte La procura regionale della Corte dei conti ha infatti aperto un fascicolo contestando un’ipotesi di danno erariale”.

Dopo soldi che rischiano di uscire, nello stesso giorno si apprende di soldi sperati che non arriveranno.

Si ricorderà la lunga, aspra baruffa a colpi di ricorsi (e a volte di male parole) fra Bezzi e il leghista Alessandro Savoi – vinta da quest’ultimo - per un posto in Consiglio provinciale alle elezioni di due anni fa. Ebbene, era ancora pendente una coda di quella contesa: un ricorso al Tar in cui Bezzi non solo si ostinava a reclamare lo scranno in Consiglio, ma chiedeva anche alla Provincia un corposo risarcimento di complessivi 539.197 euro, “pari al mancato percepimento dell’indennità (326.100 euro = 5.435 mensili per 60 mesi), a cui si aggiungono l’indennità di fine mandato (47.040 euro) e il trattamento economico a carattere previdenziale (70.560 euro). In più, le spese sostenute per i ricorsi dinnanzi al Tar e al Consiglio di Stato (95.497 euro)”.

Ma il Tar ha dichiarato inammissibile il ricorso: Bezzi resta fuori dal Consiglio e di conseguenza sono ingiustificate anche le sue pretese risarcitorie.

Suona pesantemente beffarda, a questo punto, la notizia comparsa sul Trentino del 15 novembre, relativa ad una lettera inviata a Bezzi dallo staff elettorale di Joe Biden: “Caro Giacomo, aiutaci a rispondere ai ricorsi elettorali che Donald Trump vuole intentare contro la vittoria di Joe Biden. Come hai già fatto anche in passato, ora puoi contribuire ancora, va bene anche la cifra minima di 7 dollari. Stimiamo ci servano 30 milioni di dollari”.

Non sappiamo quando e per quale causa Bezzi abbia “contribuito” in passato; certo è che non era questo il momento più opportuno per chiedergli una sovvenzione. Soldi a parte, Bezzi deve sentirsi solidale con Trump più che con Biden. E difatti risponde: “Non lo faccio, anche se in passato avevo contribuito ad una giusta causa del partito democratico, perché non mi piace questo sistema dei voti per posta manipolabili e non certificati. Ne abbiamo viste anche troppe con questo sistema sia nelle elezioni degli italiani all’estero che qui da noi”.

E comunque “Bezzi ora vuole cercare di rientrare dalle spese del 2018 – conclude il cronista -. Biden si arrangi”.