Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 1, gennaio 2021 Trentagiorni

Cassa Centrale: ritorno alla mutualità?

In discussione la forte dipendenza gerarchica delle Rurali nei confronti della ex capogruppo. Sta cambiando qualcosa?

Il dilemma efficienza-mutualità è evidentemente strategico. E in questi mesi, oltre che in Sait, si è posto in un altro grande consorzio coooperativo, Cassa Centrale. Il quale, come noto, è diventato grande gruppo nazionale. “Ma è ancora cooperativo?” titolavamo nel novembre scorso.

Il quesito non ce lo ponevamo solo noi: il dubbio è iniziato a serpeggiare e poi a crescere nelle stesse Casse Rurali. Il punto è se Cassa Centrale, da consorzio che fornisce servizi (pur essenziali come l’informatica e i prodotti finanziari) alle Rurali, ne sia diventato il dominus. CCB la sede centrale, anzi il padrone, le Casse Rurali sedi periferiche, filiali, sportelli.

Il grande ed anche entusiasmante processo di crescita finito in una mutazione genetica. Che con il movimento cooperativo nulla aveva più a che fare. C’era anche chi lo teorizzava: poche menate, nel mondo attuale non c’è più posto per la banchetta di paese.

Poi si è visto che le Raiffeisen sudtirolesi si sono consorziate e strutturate in ben altra maniera, mantenendo indipendenza e specificità. E così è successo in Germania.

È cominciata a serpeggiare l’inquietudine tra i presidenti delle Casse: non è che stiamo disperdendo un patrimonio secolare? Anche perché l’uomo forte, che ha saputo gestire la crescita di Cassa Centrale, che ha vinto la corsa per la costituzione del grande gruppo nazionale, il direttore Mario Sartori, è il classico uomo solo al comando. Con tutti i rischi del caso. Per esempio, ha liquidato perché gli faceva ombra Giorgio Crosina, direttore generale di Phoenix Informatica Bancaria, uno degli asset di successo di Cassa Centrale (e infatti ora si possono avanzare dubbi sulla perdurante eccellenza del sistema informatico).

Ma più in generale le Casse iniziavano a mettere in discussione la fortissima dipendenza gerarchica nei confronti di quella che non era solo una capogruppo, ma un vero padrone, con il potere statutario di cambiare i vertici delle casse anche quando avessero i conti a posto.

Ora ci risulta che il clima sia cambiato. Lo dimostrano vari indizi, a iniziare dalla campagna promozionale di Cassa Centrale, improntata ad esaltare il carattere mutualistico del movimento. Un ripensamento effettivo in questa direzione sarebbe un’ottima cosa.