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QT n. 7, luglio 2022 L’editoriale

PAT, la perdita di credibilità

NOT e Vasco, la debacle della struttura tecnica provinciale

Alcuni dei servizi e inchieste su questo numero, meritano a nostro avviso una riflessione complessiva. Ci riferiamo innanzitutto allo scandalo del NOT. In cui ,sullo sfondo, è indubbiamente implicata la politica (intesa come Giunta Fugatti), ostinatamente aggrappata, negli anni, a difendere una scelta controsenso, oppure, quando la difesa risultava ormai difficoltosa, a chiamarsene fuori, scaricando colpe sulle giunte precedenti (responsabili senz’altro di altre forzature, ma che nulla c’entrano con l’attuale scelta del progetto Guerrato), rifiutando informazioni dovute, trincerandosi dietro le inchieste della magistratura, agitando cortine fumogene su nuove localizzazioni.

Tutto questo è forse un indizio di colpevolezza penale (gli inquirenti stanno indagando sui reati di turbativa d’asta e falso ideologico), di sicuro è prova di grave responsabilità, o meglio, colpa politica.

Non si può fare lo gnorri sull’andamento del massimo appalto provinciale, che contrassegnerà la sanità dei prossimi decenni; e che già ora, con l’ospedale attuale sospeso in un limbo e quello futuro rimasto nel mondo delle idee, condiziona l’efficienza sanitaria dell’oggi. Insomma, il Fugatti che su uno scandalo del genere non risponde, è un Fugatti politicamente complice.

Ma non c’è solo il livello politico. C’è anche quello tecnico, dei consulenti e dirigenti provinciali. A cominciare dai Commissari di Gara, le cinque o tre scimmiette che hanno avallato e fatto vincere un progetto che avrebbero dovuto cestinare, e un’impresa dalle pessime credenziali. Per proseguire con il Servizio Appalti, che promuove anch’esso l’impresa ballerina, il suo inconsistente finanziatore maltese, la società di assicurazioni rumena contigua alla camorra.

Infine il Responsabile Unico, quindi responsabile di tutto, l’ing. De Col, che purtroppo, e probabilmente non a caso, è il più autorevole dirigente provinciale, sempre a strettissimo contatto con Fugatti e i suoi assessori.

Come si vede, una débacle da cui le strutture tecniche della Provincia escono a pezzi. Approvando un ospedale che se venisse realizzato sarebbe inefficiente e pericoloso (leggere le controdeduzioni dell’Azienda Sanitaria per credere) e promuovendo una società che non assicura standard minimi né di eticità (rapporti con i paradisi fiscali e con finanzieri in odore di camorra), né di solidità economica, la struttura provinciale semplicemente non è credibile. Quale fiducia può avere il cittadino in tali consulenti, funzionari, dirigenti?

Per fortuna ci sono segnali in controtendenza. Le vergogne dell’ospedale di Guerrato sono state svelate in un primo momento da un nutrito gruppo di tecnici, collaboratori dell’impresa concorrente Pizzarotti e per questo demonizzati da Fugatti\De Col, ma i loro rilievi erano fattuali, erano numeri, norme, non avrebbero dovuto essere accantonati. Poi il progetto è passato sotto il microscopio della Conferenza dei Servizi, e lì le strutture tecniche, a iniziare da quelle dell’Azienda Sanitaria, hanno fatto un lavoro minuzioso, approfondito, encomiabile. E il progetto lo hanno ridicolizzato, massacrato, al punto che le controproposte della Guerrato in certi punti fanno pena, in altri ancora non ci sono proprio, quasi che i progettisti abbiano rinunciato a raddrizzare una cosa che in piedi non può stare. E alla fine anche il Responsabile Unico, De Col, ha cambiato campo, e si è messo anche lui a bocciare, e con toni sprezzanti, la Guerrato.

Noi non sappiamo se i Servizi provinciali e l’Azienda Sanitaria abbiano ricevuto pressioni dalla Giunta e ad esse abbiano dovuto e saputo resistere. Sappiamo quello che ci dicono le carte: dopo le iniziali incredibili benevolenze verso un’operazione improponibile, si è passati a una lettura onesta della realtà. Insomma, alla fine, forse a causa del fiato sul collo dei procedimenti giudiziari in corso, è stata proprio la forza della realtà, e probabilmente anche dell’onestà, ad imporsi. Quindi, gli anticorpi al malaffare ci sono.

Si sono visti all’opera anche nella disdicevole vicenda (fortunatamente non finita in tragedia) del concerto di Vasco. Di questo e altri casi parliamo in apposito articolo (pag. 15). In cui evidenziamo un’insofferenza negli uffici provinciali verso una Giunta che molto probabilmente ha debordato nel passare dall’indirizzo politico all’ingerenza, pesante, sugli aspetti tecnici.

Questo del debordare della politica è un problema annoso, per lo meno dai tempi del non compianto Lorenzo Dellai. E non è un problema semplice. In questi frangenti, però, si è raggiunto e superato il livello di guardia, al punto dal farci ipotizzare una diffusione, su input politici, delle pratiche disinvolte, contro la legge ed il buon senso: l’abbiamo chiamato il “malaffare”. Che va fermato, anzitutto con la mobilitazione dell’opinione pubblica.

Per contribuire a questo risultato, a pag .14 presentiamo un’iniziativa per favorire la trasparenza, far circolare i documenti che la Giunta Fugatti, in opposizione alle promesse dei primissimi giorni, continua a secretare o comunque a rendere inaccessibili. Pensiamo che questa sia una delle battaglie del presente, cui in tanti si possa contribuire, ricostruendo nella nostra troppo strombazzata Autonomia una situazione di trasparenza, efficienza, credibilità. Nel nostro piccolo, è quanto stiamo cercando di fare.