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Anche i ricchi piangono

L'Adige difende l'arroganza dei potenti

Le polemiche seguite alla “privatizzazione” del lungolago di Riva del Garda in occasione di un matrimonio vip (ne parliamo ampiamente a pag. 24), hanno profondamente ferito la sposa, la signora Iris Devigili in Cattoni, che si sfoga in un lungo intervento apparso sull'Adige, con partenza in prima pagina: "Ogni donna – scrive - immagina il proprio matrimonio come la festa più bella; l'attende con ansia e si aspetta di serbarne in ricordo felice e indelebile. Purtroppo io non potrò ricordare il giorno del mio "sì" con la stessa emozione e nostalgia di tante altre spose".

La signora lamenta la "bassa strumentalizzazione politica", il "vile gusto per l'insinuazione", il "clima d'odio", gli "epiteti che preferisco non ripetere con cui perfetti sconosciuti mi hanno apostrofata", le "migliaia di attacchi personali in calce ad alcuni giornali online e sui social, diversi dei quali di rilevanza penale".

Insomma, "è stata raccontata una realtà distorta... Per cosa poi? Per aver cercato di organizzare una festa che restasse nella memoria e nel cuore di noi sposi e delle persone che ci vogliono bene". E il tutto è stato fatto – precisa –legittimamente e in piena legalità.

Le aggressioni verbali cui è stata sottoposta la signora sono assolutamente deplorevoli e condannabili, ma purtroppo erano prevedibili: anche senza essere maniaci dei social, vediamo ogni giorno come basti ben poco a un personaggio pubblico per finire in questo vergognoso tritacarne. E i protagonisti del nostro matrimonio erano pubblici: non solo perché lui, Diego Cattoni, è il facoltoso amministratore delegato di Autobrennero, ma soprattutto perché una cerimonia fastosa che ha comportato la chiusura di una fetta della città, avvenuta sotto gli occhi - lontani ma curiosi e attenti – di cittadini e turisti, acquista inevitabilmente una rilevanza pubblica. E agli occhi di molti quella esibizione di ricchezza ha assunto il sapore provocatorio di uno schiaffo alla miseria. Aver fatto tutto secondo le regole come si sforza di dimostrare la signora Iris, non può bastare ad evitare le critiche. Che tali, naturalmente avrebbero dovuto restare, senza scadere nell'insulto.

In risposta alle lagnanze di Iris Devigili, Michele Guarda, segretario della Fiom-Cgil, ha inviato una lettera all'Adige, da cui estrapoliamo questo brano: “Immaginiamoci se, arrivati al Rifugio Vajolet dal Gardeccia e intrapreso il sentiero verso il Rifugio Re Alberto e le Torri del Vajolet, trovassimo dei signori in giacca e occhiali neri, che ci impediscono di passare dicendoci che oggi l’intera zona è stata presa in affitto da un privato. Immaginiamo di scoprire che l’area è stata chiusa per la festa della Prima Comunione del figlio di un dirigente provinciale e che lassù, a festeggiare, ci sono diversi politici trentini. Immaginiamo se un po’ alla volta tutto ciò diventasse la normalità, se il Colosseo, la Torre di Pisa e il Ponte di Rialto, o magari Pompei e la Valle dei Templi non fossero più fruibili alle persone comuni, perché ogni giorno qualcuno li ha presi in affitto per le proprie cerimonie e li ha chiusi al pubblico. Immaginiamoci, ancora, di scoprire che per “privatizzare” per un giorno le Torri del Vajolet sia stata pagata una cifra ridicola. E immaginiamoci se tutto ciò avvenisse mentre è in corso una crisi drammatica che decima gli stipendi di chi lavora, e scoprissimo che i nostri rappresentanti proprio in quelle settimane si sono pure aumentati le loro indennità già favolose. E stanno festeggiando, lassù al Rifugio, in un modo che nessuna persona normale potrà mai permettersi.

Quanto accaduto a Riva del Garda lo scorso 2 luglio, con la parte più spettacolare del lungolago interdetta per 24 ore a cittadini e turisti, perché affittata per il ricevimento di matrimonio di Diego Cattoni, amministratore delegato dell’Autobrennero, somiglia, in piccolo, a quanto immaginato sopra”.

Un ultimo particolare non irrilevante: la lettera di Michele Guarda è stata sì inviata all'Adige, il cui direttore, però, ha rifiutato di pubblicarla.

Visto lo spessore culturale di certi interventi che invece il giornale ritiene quotidianamente maggiormente degni di essere ospitati (poesiole e sciocchezze di varia natura), anche su questo rifiuto ci sarebbe da fare qualche considerazione.