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QT n. 10, ottobre 2022 Trentagiorni

I sassolini del dott. Avolio

L'ex presidente del Tribunale denuncia il "tritacarne mediatico" e "circo dell'informazione"

In un articolo su L’Adige di metà settembre l’ex presidente del Tribunale di Trento Guglielmo Avolio comunica l’esito del procedimento a suo carico presso il Tribunale di Trieste. L’ipotesi accusatoria era di abuso d’ufficio e favoreggiamento reale, nel caso fosse stato ritenuto colpevole di aver scientemente modificato il collegio che aveva giudicato in merito al sequestro dei terreni ed edifici siciliani della Cantina di Mezzacorona, acquistati dai discendenti dei mafiosi cugini Antonino e Ignazio Salvo secondo modalità ritenute poco trasparenti. Il Tribunale di Trieste ha archiviato il procedimento contro Avolio (ne avevamo dato conto nell’articolo del 1° maggio 2021 (“Il caso Avolio”) e ora – comunica l’interessato – ha anche deliberato il risarcimento delle spese legali.

Nell’informare la pubblica opinione di quest’esito, il dott. Avolio si toglie qualche sassolino dalle scarpe. In particolare si lamenta del “micidiale tritacarne mediatico... fetido impasto di rancori, vendette personali, odio, ambizioni frustrate e veleni che... ancora occupano uno spazio ragguardevole nel circo dell’informazione” e se la prende con “una campagna stampa... mutuata a colpa di copia incolla da fonti contigue se non interne” al palazzo di giustizia ecc.

Guglielmo Avolio

Non sappiamo se l’ex-presidente Avolio, in questa sua intemerata, oltre che parlare dei suoi colleghi (“Io, vittima del fuoco amico” è il titolo) parli di noi, come esponenti del “circo mediatico”. Forse sì, siamo stati gli unici a livello locale a entrare nel merito delle accuse all’ex-presidente. Forse no, ce l’ha con qualcun altro.

Comunque sia, ci sentiamo di dover tranquillizzare il dottor Avolio: nel nostro lavoro di informare la pubblica opinione abbiamo effettivamente effettuato dei copia\incolla: ma non da veline provenienti dai suoi nemici personali, bensì da atti ufficiali, innanzitutto dai verbali del Consiglio Superiore della Magistratura.

Se il CSM ha giudicato il dott. Avolio “un magistrato obiettivamente squalificato”, anzitutto non vuol dire che sia penalmente colpevole, e che quindi l’assoluzione triestina cancelli tutto, vuol dire invece che non è il caso che ricopra il suo ruolo apicale a Trento.

E un organo d’informazione che voglia informare, questa notizia la deve riportare, effettuando tranquillamente i dovuti copia/incolla dalle motivazioni del CSM, per far capire alla pubblica opinione qual è il merito della questione, quale il contesto entro cui si è arrivati a questa grave e significativa decisione