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QT n. 12, dicembre 2022 Trentagiorni

Concessioni idroelettriche: l’affare si complica

I complicati rapporti della Giunta sul tema delle centrali idroelettriche

La questione della proroga delle nostre concesioni idroelettriche si sta facendo assai ingarbugliata. Da una parte la Giunta provinciale porta avanti la norma, che è stata parzialmente discussa il 29 novembre in Consiglio, dall’altra la stessa Giunta - nella persona del presidente Fugatti - va a Roma per trattare col governo. Sempre il 29 e 30 novembre.

Due piani diversi e che dovrebbero logicamente arrivare in sequenza e non in contemporanea.

La trattativa col Roma avrebbe dovuto precedere discussione e approvazione della legge soprattutto perché la proroga prevista è ad altissimo rischio di impugnativa del governo, visto che va ad invadere il campo della concorrenza, sulla quale è già stato detto, sia dal governo precedente che dalla Corte Costituzionale, che non è materia in cui il Trentino possa decidere da solo.

Il viaggio romano di Fugatti - per quel che se ne sa mentre andiamo in stampa - non ha ottenuto risposte conclusive. E l’aria che tira è che a Roma non abbiano nessuna voglia di farci fare il salto quantico di una proroga delle concessioni che metterebbe il governo in grave imbarazzo. Nei confronti di Bruxelles, che di proroghe non vuole sentir parlare, ma anche verso le altre Regioni italiane, che aspettano con ansia la scadenza delle loro concessioni per poter sottrarre gli impianti agli attuali concessionari, prevalentemente Enel, da decenni padrona di dighe e centrali.

Una ulteriore complicazione è il rapporto con l’attuale governo. Che in campagna elettorale ha spergiurato di essere il più convinto difensore dell’autonomia dai tempi di Bernardo Clesio. Ma si troverà, verosimilmente, nella posizione di dover dire no alla nostra proroga. Lasciando - e qui l’occhio va alle elezioni provinciali del prossimo anno e allo scontro tra Lega e Fratelli d’Italia - alla Lega il palmares di difensore della nostra autonomia e mostrando il suo volto centralista. Cosa che ai Fratelli d’Italia trentini potrebbe, elettoralmente parlando, fare molto male.

E, alla fine, ci viene il sospetto che sia proprio questa la trappola che Fugatti e Tonina pensano di aver preparato per gli amici/nemici di FdI. Altrimenti non si capisce perché spingere a tutta birra per approvare formalmente una legge che, si sa già, così come è ora, sarà respinta al mittente.