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QT n. 11, novembre 2023 Cover story

Un vento gelido soffia tra le montagne del porfido

Lo sconfortante, ma istruttivo esito delle elezioni provinciali a Lona Lases.

Il risultato elettorale ottenuto dall’unico consigliere provinciale, Alex Marini, che si è prodigato in questi anni per far emergere ed affrontare il malaffare che attanaglia il settore estrattivo e le comunità della zona, testimonia al di là di ogni dubbio come affrontare questi temi, nella immune oasi trentina, non porti alcun consenso.

Forse per questo il centro sinistra si è presentato a Lona in campagna elettorale senza mai far riferimento all’industria estrattiva (la parola “porfido” mai menzionata!) e men che meno all’indagine e al processo “Perfido”. I due candidati valligiani di Campo Base, Simone Santuari (presidente della Comunità di Valle) e Manuela Nones (presidente dell’associazione Stella Bianca), così come il candidato di Verdi e Sinistra Luigino Gottardi, si sono ben guardati dallo sfiorare questi argomenti.

I problemi di Lona-Lases, hanno ribadito anche i loro accompagnatori Paolo Piccoli, Gianfranco Postal e Lucia Coppola, sono quelli di tutti i piccoli comuni trentini e principalmente vanno ricondotti alla carenza di risorse e personale. Ma del resto, come avrebbero potuto nominare il porfido e magari scivolare su “Perfido”, visto che ad organizzare e introdurre l’incontro era stato quell’Umberto Dalmonego che qualche anno fa, in Consiglio comunale, fungeva da capogruppo di maggioranza quando nella stessa vi erano due fratelli oggi condannati in primo grado per “associazione a delinquere di stampo mafioso”? Dunque cosa possiamo aspettarci da questo centro sinistra (largamente sconfitto anche nella zona del porfido nonostante i suoi silenzi) ora che, fatta eccezione per il solitario Filippo Degasperi, rappresenta quasi l’unica opposizione in Consiglio provinciale? E quale sarà il destino di questa battaglia contro il malaffare, ora che, con la mancata rielezione di Marini, dal Consiglio è stato eliminato l’unico componente che in questi anni si è prodigato per arginare gli affari criminali, adeguare gli strumenti legislativi alle esigenze di prevenzione e tentare di risanare la situazione a Lona-Lases chiedendo la nomina di una Commissione d’accesso?

Ma forse si pensa che tutto questo sia superfluo, dando credito alla vulgata che vuole il Trentino isola felice, dotata di quegli anticorpi di cui evidentemente sono prive le province limitrofe.

A nessuno è venuto il dubbio che lo scarso consenso a questa battaglia (a Lona-Lases soli 12 voti a Marini) possa dipendere dal permanere del ferreo controllo sociale da parte di lobby e consorterie? Eppure, confrontando i dati con le ultime comunali abortite per scarsa affluenza, vediamo che vi è una certa assonanza tra l’allora 32% di consenso alla lista Borgomeo e l’attuale 38% (calcolato sul totale degli aventi diritto al voto) al centro-destra di Fugatti. Con un’affluenza complessiva al voto del 59%, a dimostrazione che il mancato raggiungimento del quorum nel maggio scorso fu un risultato dettato da una certa consapevolezza. Tuttavia potrebbe essere sufficiente ci siano due liste (magari con la presentazione di una lista farlocca) per superare, al prossimo tentativo, lo scoglio del quorum e mettere una pietra tombale sopra le vicende che hanno portato il Comune sull’orlo del default.

Tornando alla questione del condizionamento, provate a chiedere a quell’operaio che, per averci aperto la porta di casa, in occasione della nostra iniziativa di lettura itinerante de “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia (nel maggio scorso), da mesi è fatto oggetto di un “trattamento di favore” da parte della ditta del porfido della quale è dipendente. Si tratta di attenzioni che, ve lo garantisce chi ne ha fatto esperienza, mettono a dura prova le persone; vessazioni e umiliazioni che minano l’integrità psico-fisica e funzionano egregiamente nello scoraggiare altri ad incamminarsi sulla cattiva strada.

Un controllo che pur scalfito dalle vicende giudiziarie (dal processo “Perfido” alle due condanne definitive per estorsione e pestaggio ai danni di lavoratori), è bene dirlo, in questi due anni avrebbe potuto essere seriamente contrastato e limitato; ma non si è voluto farlo. E questo grazie al disinteresse dei politici di maggioranza e opposizione, ma anche per la passività (che rasenta l’omissione) delle istituzioni preposte.

In tal senso va evidenziato il mancato intervento da parte del Prefetto nel chiedere la nomina di una Commissione d’accesso per il comune di Lona-Lases, lasciato in mano in questi anni a commissari straordinari nominati dalla Giunta provinciale, la cui principale preoccupazione sembra sia stata quella di non alterare gli assetti di potere localmente consolidati.

E non ci pare cosa socialmente positiva, da parte della Corte d’Assise, l’aver consentito al maggior esponente dei condannati in primo grado, Giuseppe Battaglia, di ritornare nella zona del porfido.

Ci auguriamo che a questo punto venga quanto prima disseppellito dai cassetti del Tribunale, dove ha forse dormito per troppo tempo, posto che il relativo avviso di conclusione indagini era datato 23 marzo 2023, il secondo stralcio del processo “Perfido”, riguardante, tra gli altri, un ex sindaco di Lona-Lases, un ex comandante della Stazione dei carabinieri di Albiano e un faccendiere che teneva i contatti con imprenditori, politici e uomini delle istituzioni.