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QT n. 3, marzo 2024 Trentagiorni

NOT, le condanne

Lo scandalo dell’appalto del Nuovo Ospedale Trentino, ha portato a delle condanne. Il punto erano le garanzie finanziarie offerte da una delle due partecipanti all’appalto, l’impresa Guerrato, peraltro stoltamente dichiarata dalla Provincia vincitrice della gara. Le garanzie sono a, volte ad assicurare che chi aspira ad aggiudicarsi un’opera pubblica abbia una solidità finanziaria adeguata, per evitare che, rimasta senza soldi, lasci l’opera realizzata a metà (cosa troppo ricorrente, anche nel Trentino che pur si ritiene virtuoso). E le garanzie, sempre doverose, erano particolarmente cogenti nel caso di Guerrato,che allo scadere dei termini di presentazione della domanda si trovava in concordato preventivo, termini prorogati dalla Pat in attesa della pronuncia del Tribunale di Rovigo, che difatti aveva riammesso Guerrato in corsa facendola uscire dal concordato.

Però la società doveva presentare delle garanzie, che possono essere offerte da istituti bancari e finanziari. Non sembra che la Guerrato sia riuscita a trovare una banca solida disposta a sostenerla: si è rivolta infatti a una piccola finanziaria maltese - l'Auriga Sgr – che non aveva né l’obbligatoria autorizzazione di Banca d’Italia a svolgere tale ruolo, né un capitale adeguato, dal momento che esso ammontava a soli trecentomila euro a fronte del miliardo e settecentomila (una cifra di oltre cinquemila volte più grande!) che avrebbe dovuto garantire.

Una barzelletta. Che però non ha fatto ridere, in quanto appariva come un maldestro tentativo di accaparrarsi un lavoro che non si era in grado di realizzare. Di qui il rinvio a giudizio per turbativa d’asta: di Rosario Fiorentino, legale rappresentante della società maltese, del broker Carlo De Simone, intermediario, e di due figure apicali di Guerrato, il presidente del Cda Antonio Schiro, e il responsabile dei contatti con la PAT Giancarlo Masciarelli. Gli uomini di Auriga, Fiorentino e De Simone, erano accusati anche di esercizio abusivo di attività finanziaria. È giunta ora la prima sentenza, che riguarda Schiro: condannato a 4 mesi. Per gli altri il processo sarà a giugno.

Noi vediamo comunque una giustizia dimezzata. Infatti l’inadeguatezza della coppia Guerrato-Auriga avrebbe dovuto essere scoperta ben prima. Da chi? Ma da chi da questa strampalata partecipazione alla gara, è stato danneggiato. Cioè dalla Provincia stessa. Che difatti ha fior di uffici preposti a valutare la solidità delle aziende partecipanti all’appalto. E che (mentre noi di QT, con i nostri limitati mezzi, avevamo denunciato la situazione – vedi “I soldi per il NOT da dove verranno?”del maggio 2021 e “In che mani stiamo mettendo NOT e sanità trentina?” del luglio, ed altri ancora) di nulla si erano accorti. Anzi, proprio alla Guerrato avevano fatto vincere la gara ed assegnato l’incarico. Un’assegnazione scandalosa: perché la Guerrato non solo non aveva la solidità finanziaria, ma aveva presentato un progetto pessimo, un ospedale che non rispettava né i requisiti richiesti dal bando d’appalto né le disposizioni del legislatore sulle strutture sanitarie. Un progetto che la Provincia aveva fatto vincere, il presidente Fugatti e il suo braccio destro Raffaele De Col avevano ricoperto di elogi, salvo poi dover ritornare indietro quando la Conferenza dei Servizi ne aveva messo in luce le inaccettabili e inemendabili carenze.

Con un danno notevole e a tutti evidente. Questa inspiegabile vittoria di un progetto farlocco e la successiva bocciatura hanno fato perdere anni all’adeguamento della sanità trentina. Però la Pat e Fugatti non sono stati chiamati a risponderne. Anche perché la stampa – ci dispiace dirlo - è stata del tutto inadeguata: si è sempre bevuta tutte le puerili giustificazioni di Fugatti e compagnia cantante, che delle “sfortune” del Not hanno incolpato i giudici impiccioni, le imprese litigiose, il destino cinico e baro. I giornali non hanno fatto obiezioni.

La storia ora prosegue con una nuova gara. Un nuovo commissario, Antonio Tita. Nuovi proclami, nuove date: “Entro il 2025, entro il 2030”. “Nuovo cronoprogramma” ecc. Ora, se nell’incredibile vittoria della Guerrato abbiamo sentito una forte puzza di bruciato, qui al momento vediamo soprattutto un allarmante dilettantismo.

L’ultimo caso: in questi giorni sono stati allungati i termini per la presentazione della “manifestazione di interesse” al bando da parte delle imprese. Come mai? “Una delle imprese non aveva potuto partecipare perché era arrivata fuori tempo massimo per pochi minuti” - ha spiegato il commissario, e quindi i termini, scaduti a dicembre, sono stati riaperti fino al 22 febbraio (ma non erano “pochi minuti”?), e poi ancora fino al 29. Boh...

E l’avvio dei lavori? Quello “rimane a fine 2025”. Per ora.

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