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I giudici, i procuratori e la paura

Argentina: quando il potere politico ed economico utilizza la magistratura per reprimere le proteste sociali. Per gentile concessione della rivista “In Dialogo”.

Federico Soria è un tecnico laureato in Turismo che lavora come guardiaparco nella provincia di Mendoza e la sua vocazione per la difesa dell’ambiente è ampiamente riconosciuta tra i gruppi ambientalisti argentini. È un intellettuale dalla lunga esperienza, che ha scritto opere di spessore e partecipato a film in difesa della Vita. Durante una delle sue ultime proteste di piazza è stato incarcerato su richiesta di un procuratore che lo accusa di aver commesso un reato grave: essere membro di un'associazione il cui scopo è imporre le proprie idee o combattere quelle degli altri con la forza o la paura.

Niente di più lontano dalla verità. Federico ha partecipato a una manifestazione popolare nel gennaio di quest'anno contro la compagnia mineraria San Jorge, che vuole insediarsi a Uspallata, nella provincia di Mendoza, dove egli vive.

Secondo l'inchiesta di Federico, presentata al tribunale provinciale, la società mineraria è il volto visibile della holding Solway, una società con sede in paradisi fiscali, denunciata dalla stampa internazionale per corruzione, inquinamento, criminalizzazione della protesta sociale, coercizione illegale e omicidio di oppositori e indigeni in Guatemala, Indonesia, Filippine, Macedonia, Congo e Liberia.

Tutto è accaduto durante l'inaugurazione di un ufficio della Camera dei Fornitori Minerari a Uspallata, con esponenti politici presenti alla celebrazione. Federico e centinaia di vicini si sono recati sul posto con le bandiere per far sentire la loro protesta contro l'attività mineraria. Ma a un certo punto è arrivata una colonna di lavoratori sindacalizzati dal capoluogo di provincia, per difendere l'azienda che aveva promesso loro dei posti di lavoro. Essi hanno scatenato la loro violenza contro i manifestanti pacifici.

Una storia dolorosa che si ripete in tutto il continente. Poveri contro poveri. Edgardo Vera, presidente della Camera, ha presentato una denuncia penale contro Federico senza alcuna prova che lo implichi in un crimine così grave. Il procuratore provinciale ne ha ordinato l'arresto e il trasferimento in carcere. La cittadina è in subbuglio e sono state organizzate molte manifestazioni contro la procura e il tribunale che ha avallato l'arresto di Federico.

La Paura

Si tratta di un altro caso di criminalizzazione degli ambientalisti e della protesta sociale in Argentina, il cui braccio esecutore è un gruppo di giudici e pubblici ministeri. Si suppone che costoro siano indipendenti, ma in realtà rispondono a quel potere politico ed economico che cerca di saccheggiare le risorse naturali. Nulla di nuovo.

Nel nostro Paese questi poteri si comportano in modo più astuto che in altri Paesi latinoamericani. Gli oppositori non vengono uccisi, vengono imprigionati. L’88% degli omicidi di difensori dell’ambiente nel mondo, nel 2022, sono stati perpetrati in America Latina e nei Caraibi e, all’interno di questa regione, i paesi con il maggior numero di casi sono stati Brasile, Colombia, Messico e Honduras. Negli ultimi 5 anni l'America Latina è stata tristemente riconosciuta come la regione più pericolosa al mondo per i difensori della nostra casa comune. Sono stati segnalati casi anche in Nicaragua, Guatemala, Perù, Ecuador, Venezuela e altri paesi della regione. Nella storia recente, le vittime si contano a centinaia.

Esiste una stretta alleanza tra i poteri economici e politici dominanti (e sono coinvolti tutti i partiti politici che sono stati e sono al potere in Argentina) che cercano, e in alcuni casi riescono, a intimidire i difensori dell'ambiente attraverso il sistema giudiziario. La manipolazione del processo penale per criminalizzare l’esercizio della difesa dei diritti, come descritto dalla Comisión Interamericana de Derechos Humanos nel suo “Rapporto sulla criminalizzazione del lavoro dei difensori dei diritti umani” quasi un decennio fa, non è una novità in un’Argentina che dovrebbe rispettare i trattati internazionali relativi alla questione. Il trucco per tenerli in prigione con i detenuti comuni è dichiarare il pericolo di fuga o il rischio di ostruzione.

Coloro che si occupano di diritto penale in materia ambientale sanno che la custodia cautelare in carcere è appropriata solo quando è l'unico mezzo per garantire il processo utilizzato per indagare sul reato denunciato. Questi procedimenti vengono avviati sulla base di reati penali che hanno una formulazione generica o ambigua, come "incitamento alla ribellione", "terrorismo", "sabotaggio", "apologia del crimine" e "attacco o resistenza all'autorità pubblica". La paura, sempre la paura.

La Legge

A livello internazionale, ciò che chiamiamo criminalizzazione della protesta sociale da parte dei nostri ambientalisti è noto come SLAPP: "Strategic lawsuit against public participation", ovvero la persecuzione dei difensori dei Diritti Umani e dell'Ambiente tramite l'amministrazione della giustizia. Si tratta cioè di cause legali avviate dal settore imprenditoriale o dal governo allo scopo di mettere a tacere i difensori dell’ambiente e dei diritti umani. Spaventare Federico e farlo tacere.

In tutto il mondo si stanno avviando progetti per promulgare leggi anti-slapp, e l'Argentina è firmataria di un trattato internazionale noto come Accordo di Escazú, un trattato che potremo utilizzare fino a quando il nostro Congresso nazionale non emanerà leggi per evitare persecuzioni giudiziarie.

Michelle Bachelet, in qualità di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha dichiarato: "Quando i difensori dei diritti umani hanno paura di contestare le segnalazioni sulle violazioni e le carenze che osservano, ciò ha ripercussioni sulla società nel suo complesso. I contenziosi strategici contro la partecipazione pubblica (SLAPP) hanno esattamente questo effetto: a volte possono imporre multe e sanzioni penali ingenti, intimidendo i difensori dei diritti umani e bloccando il loro lavoro volto a far luce su questioni critiche. È nostra responsabilità comune impedire che le SLAPP minino il diritto di tutti a sapere".

Manifestazione contro la compagnia mineraria San Jorge

Ma alcuni procuratori si rifiutano di applicare il Trattato di Escazú, vogliono ignorare la protezione che lo Stato argentino deve garantire ai difensori dell'ambiente o dei diritti umani legati all'ambiente. Per essere più chiaro, ecco alcuni punti di questo Trattato:

1) Lo Stato garantirà un ambiente sicuro e favorevole in cui individui, gruppi e organizzazioni che promuovono e difendono i diritti umani in materia ambientale possano operare senza minacce, restrizioni o insicurezza.

2) Lo Stato adotterà misure appropriate per riconoscere, proteggere e promuovere tutti i diritti dei cittadini difensori dei diritti umani in materia ambientale, tra cui il diritto alla vita, all'integrità personale, alla libertà di opinione e di espressione, il diritto di riunione e di associazione pacifica e il diritto alla libertà di movimento.

3) Lo Stato adotterà misure appropriate e tempestive per prevenire, investigare e punire gli attacchi, le minacce o le intimidazioni che i difensori dei diritti umani in materia ambientale potrebbero subire nell'esercizio dei loro diritti.

Una conclusione transitoria

Mentre termino queste righe, Federico è stato rilasciato, ma resta sotto inchiesta, un'indagine orchestrata da compagnie minerarie. Ma quanto durerà questa libertà? Si tratta di un rischio permanente. Federico deve star fermo, augurandosi che il fascicolo si perda nella nube giudiziaria? Le bande paramilitari, alle quali a volte ricorrono alcuni settori politici od imprenditoriali, aspettano nell’ombra che la furia dei cittadini di Uspallata si plachi.

Federico Soria

Che fare allora quando la paranoia ci paralizza? Forse niente più e niente meno che esigere da pubblici ministeri e giudici l’adempimento stretto e senza scuse del Trattato di Escazù. O meglio ancora, sollecitare i cambiamenti legislativi necessari in materia di antislapp. Bisogna uscire dalla paura. E le vittime dovrebbe reagire con querele penali ed azioni volte alla destituzione di procuratori e giudici che commettono il delitto di prevaricazione.

Un filosofo del diritto, Carlos Santiago Nino, ha definito l’Argentina “un paese al margine della legge”. Questi magistrati sono un gruppo ridotto ma pernicioso, che teme il potere economico e politico e si schiera contro le persone più umili che difendono l’ambiente.

Coloro che amministrano la giustizia vogliono spaventarci. Ma noi dobbiamo fargli sapere che non li temiamo, perché la Legge è a fianco di chi difende la Vita.

Che fare? Denunce penali alle imprese e ai loro padroni che commettono delitti ambientali, richiesta di destituzione dei corrotti, siano essi giudici o procuratori o anche semplici impiegati amministrativi. Sollecitare leggi antislapp. In qualsiasi luogo dell'Argentina. In qualsiasi luogo dell'America Latina o dell'Europa. E - perché no - della nostra Casa Comune.

* * *

Antonio Gustavo Gomez è stato Procuratore Federale presso la Camera Federale di Tucuman, Catamarca e Santiago del Estero (Argentina).

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