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QT n. 2, 24 gennaio 1998 Servizi

Le nozze d’argento della Marcialonga

Un appuntamento da reinventare?

E' arrivato l'anno delle nozze d'argento per la Marcialonga di Fiemme e Passa: 25 anni fa questa gran fondo apriva infatti per la valle di Fiemme un nuovo percorso dello sviluppo turistico.

Una grande intuizione di poche e coraggiose persone riusciva a tessere agonismo d'altissimo profilo con una partecipazione che univa a questi grandi atleti persone che portavano evidenti i segni della vita sedentaria.

Migliaia di persone durante tutti questi anni hanno risalito da Moena fino a Canazei la valle di Passa per poi ridiscendere lungo il torrente Avisio fino in Fiemme, fino alla difficile salita che dopo 70 chilometri porta nel centro di Cavalese. L'agonismo e le sofferenze dei concorrenti si sono così trovate inserite in uno dei più affascinanti paesaggi montani che le nostre Alpi presentano.

E' un metallo nobile meritato, questo traguardo della Marcialonga, ma anche per altri aspetti, probabilmente più importanti.

Questa manifestazione è stata la porta principale della qualificazione turistica di Fiemme: solo attraverso la gara il nome della valle è apparso su tutti i mezzi di informazione internazionali e solo grazie a questo appuntamento Fiemme ha ottenuto lo svolgimento dei mondiali di sci nordico nel 1991 e si appresta fra poche settimane, con ottime probabilità di successo, ad ottenere anche l'edizione prevista per il 2003.

Turismo e Marcialonga sono un binomio inscindibile per Fiemme, accanto al quale ne vive un altro fondamentale: quello che unisce la gara alla solidarietà, al lavoro del volontariato.

Per 25 edizioni oltre mille volontari distribuiti lungo tutti i paesi toccati dal torrente Àvisio permettono la costruzione e la riuscita dell'appuntamento. Si tratta dell'unica iniziativa che riesce ad unire i tanti campanili e a mettere finalmente all'angolo gli egoismi e le invidie che alimentano tanta vita di questi piccoli comuni. Un volontariato quest'anno ritrovato dopo un periodo di evidente stanchezza.

Questi 25 anni sono anche stati sofferti: fin dall'inizio la Marcialonga ha combattuto con le condizioni atmosferiche, ha dovuto invocare copiose nevicate, ha maledetto lunghe settimane di scirocco o di piogge che scioglievano la poca neve presente fin nei versanti esposti a nord, ha lottato con il ciclo terso che negava la neve, ha dovuto, per questi motivi, anche ridurre il percorso, fermando gli atleti a Predazzo o evitando loro la salita esposta al sole che da Molina di Fiemme (quota 825) sale sui prati di Castello.

Anche quest'anno si ripete la stessa situazione, anzi, le condizioni sono peggiori: notti con temperature elevate fin dentro il cuore di Passa, a Canazei, la pioggia che scioglie la neve che con testardaggine decine di camion ormai da due settimane stanno portando sul tragitto, i volontari che vedono le loro fatiche annullarsi nel giro di una nottata.

Queste grandi difficoltà, ormai sempre più ricorrenti, impongono ai Comuni grandi sacrifici finanziari. Sono oltre venti i cannoni che producono neve e consumano energia, decine e decine i dipendenti comunali che vengono distolti da altre emergenze per lunghi periodi, alcuni comuni per far funzionare i cannoni devono usare acqua dell'acquedotto mettendo a rischio questo servizio essenziale per i loro cittadini (vedi Moena). Specialmente i Comuni che ospitano la partenza e l'arrivo (ma non solo questi) spendono consistenti risorse - si arriva fino ai 70-80 milioni - che non vengono poi contabilizzate nel conto complessivo della manifestazione.

Anche fra gli abitanti di Fiemme si fa dunque strada una intricata domanda: tante spese, tante energie sottratte ad altri settori, tanto lavoro donato gratuitamente, hanno ancora oggi un ritorno? La Marcialonga rappresenta ancora un investimento turistico o non sta perdendo appetibilità, soffocando anche in un costo di iscrizione (85.000 lire) che comincia a diventare oneroso? E quanto all'effetto promozionale, non sono certo incoraggianti le ultime riprese televisive dell'evento, così banali, e le polemiche che questi fatti hanno sollevato. A questa domanda il Comitato Organizzatore deve dare una risposta.

Quest'anno, grazie al 25° anniversario, gli sforzi organizzativi sono stati eccezionali, ma la Marcialonga sembra rimanere un evento fine a se stesso, che rischia la marginalità se non le si affiancano altre iniziative (ad esempio facendola migrare in gemellaggi con la maratona di Venezia, invece di affiancarla a un'analoga manifestazione estiva da tenersi in valle), se non diventa momento di confronto sul valore dello sport, sul significato dell'agonismo, sullo sci di fondo e l'escursionismo nella neve, nella natura.

Mentre ci si appresta a celebrare l'appuntamento delle nozze d'argento ornati di meritati brillanti, è necessario ripensare l'appuntamento affinché non emerga pesantezza e decadimento e si sappia invece riacquistare l'agilità e l'energia dimostrata nel primo ventennio di vita.