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Mart: la protesta della direttrice

Belli Gabriella

Caro direttore, considero le sue affermazioni (MART: la scommessa del grande museo è già persa?) circa il clientelismo a suo dire imperante nelle assunzioni del Mart una gravissima offesa rivolta al personale del Museo. Infatti tutte le assunzioni fatte dal nostro istituto a partire dall’anno della sua fondazione hanno rispettato le regole del pubblico impiego e sono state gestite nella più assoluta liceità senza nessuna ingerenza da parte di alcun potere politico. Il nuovo personale è stato assunto tutto con regolari concorsi pubblici, dunque con competizioni leali che hanno richiesto fatica e studio. Tanto devo precisare per rispetto delle persone che oggi lavorano al museo e per le quali l’assunzione è stata una premiata e sofferta gara vinta sulla base delle proprie capacità.

Ricuso la sua falsa affermazione circa i rapporti della direzione con il dott. Orazio Stedile, che è stato il vero cardine nel 1988 di tutto il complesso passaggio Provincia/Mart al quale proprio attraverso le pagine del suo giornale voglio dichiarare la mia totale e completa stima. Il dott. Stedile, la cui esperienza è data come è noto da una lunga militanza professionale nel settore specifico della gestione del personale, non solo ha svolto un ruolo insostituibile nelle delicate fasi di avvio del Mart, collaborando con il Consiglio di Amministrazione alla definizione dei vari regolamenti del museo, ma è tuttora chiamato dallo stesso come prezioso consulente e collaboratore nell’ambito della risoluzione dei più delicati problemi relativi al personale, come membro di commissioni d’esame e membro del gruppo di lavoro oggi impegnato nella ridefinizione dello statuto.

Rilevando con disappunto che il suo articolo non ha minimamente tenuto conto delle risposte ampiamente documentate da me date alle sue domande relative all’attività e al flusso dei visitatori, tengo nuovamente a precisare che:

1. obiettivo del Mart è quello di costruire un grande museo, dunque di privilegiare a fronte di risorse sempre costanti, investimenti in settori più fortemente strategici e vitali per il futuro assetto del museo, come per esempio quello delle collezioni permanenti (archivi, opere d’arte), quello della didattica e quello dell’informatizzazione.

2. Nonostante il Mart abbia dovuto contenere gli investimenti del settore espositivo temporaneo, il numero degli utenti non è affatto calato rispetto agli anni delle cosiddette grandi mostre, cosa questa che ci rassicura circa la continua e costante crescita numerica del nostro pubblico. Per inciso ricordo che dal 1993 il Mart ha realizzato le seguenti mostre, e cito solo le più importanti: Espressionismo tedesco. La costruzione del Museum am Ostwall. Espressione e Oggettività 1920-1937. Nuovo Futurismo. Joseph Zotti architetto e designer. Crali futurista. Depero futurista. Roma-Parigi-New York. La collezione Panza di Biumo. I carnet di Picasso. Luigi Figini - Gino Pollini architetti. Arte e e Stato. Trash, quando i rifiuti diventano arte. Abstracta. La collezione Giovanardi.