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QT n. 7, 7 aprile 2001 Scheda

Trentino ai raggi X

Riassumiamo in questa sezione alcuni dati sullo stato dell’ambiente trentino, già resi noti l’anno scorso in agosto (vedi "La valutazione della sostenibilità, l’impronta ecologica e lo spazio ambientale" a cura di Paola Mattolin) e che troverebbero sostanziale conferma nella stesura finale del Progetto per lo sviluppo sostenibile del Trentino, elaborato dal Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università degli Studi di Trento.

Il lago di Calaita, nei pressi di Canal San Bovo.

La nostra provincia ha un’Impronta ecologica (ecosistemi produttivi necessari a garantire i consumi di beni e servizi e l’assorbimento dei rifiuti di una popolazione su un dato territorio) che va da un minimo di 4,14 ettari per abitante se prendiamo per buona la media nazionale, fino a valori di 5,46 o 6,93 se introduciamo correzioni che tengano conto della specifica realtà locale. Per fare un confronto a più ampio raggio, gli Stati Uniti guidano la classifica mondiale con una I.E. superiore a 10 ha/ab., mentre in coda i paesi più poveri si collocano al di sotto del valore 2 o addirittura del valore 1.

La Biocapacità esprime invece la quantità di risorse naturali (ecosistemi produttivi) disponibili in un dato territorio. Per il Trentino tale dotazione varia a seconda dei criteri di calcolo da 2,67 ha/ab a 2,52 ed è in ogni caso superiore sia di quella nazionale (1,48 ha/ab) che di quella mondiale (2,41 ha/ab). A conferma di una dotazione di risorse naturali del nostro territorio molto buona.

Il dato di sintesi è il Deficit di Sostenibilità, e coincide con la differenza Impronta Ecologica meno Biocapacità disponibile. Quando il saldo è negativo non significa necessariamente che quella popolazione si sta mangiando il territorio, ma può voler dire che utilizza risorse prodotte altrove. Il gap per la nostra provincia è negativo e a seconda dei criteri di calcolo utilizzati varia da -1,47 a -2,79 a –4,41. Questo dato di sintesi è possibile disaggregarlo analiticamente con riferimento a ciascuno dei fattori che vengono presi in considerazione nel calcolo dell’Impronta Ecologica: territorio per l’assorbimento di anidride carbonica, suolo agricolo, pascolo, foresta, area edificata e infrastrutturata, mare. Ora, per il Trentino, il Deficit di Sostenibilità riguarda tutti questi fattori escluse solo le foreste (per la verità, secondo la stima meno favorevole anche le foreste presentano un saldo in rosso) con un picco negativo per quanto riguarda la capacità di assorbimento dell’anidride carbonica. Essendo quest’ultimo fenomeno legato alle emissioni per i trasporti e per il riscaldamento, lo troviamo particolarmente elevato nelle zone a più intensa presenza antropica e a più intenso scorrimento, Valle dell’Adige e Vallagarina in testa. In termini assoluti in provincia di Trento abbiamo avuto nel 1997 un’emissione pro capite di 7,66 tonnellate di anidride carbonica, superiore al dato nazionale (t. 6,97) e a quello dell’Austria (t. 7,36.), ma inferiore alla media dell’Europa (t. 8,14).

Altro concetto fondamentale è quello di Spazio Ambientale. Esso indica la quantità di risorse (energia, acqua, territorio, materie prime non rinnovabili e legname) che può essere usato in maniera sostenibile, cioè senza provocarne l’esaurimento. Qui un riscontro molto negativo viene dal consumo di cemento, non perché esso sia una risorsa particolarmente pregiata ma in quanto è l’indicatore dell’attività edificatoria. Ebbene negli ultimi 8 anni sono stati edificati in Trentino mediamente 6,86 metri cubi all’anno per abitante, contro una media nazionale di 2,94.

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