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Jenin: una rappresaglia disumana

Per Israele il massacro di Jenin è peggiore di quello di Chabra e Chatila, i due campi profughi palestinesi nelle vicinanze di Beirut che nel 1982 furono oggetto di una strage indiscriminata in cui furono trucidato 1.500 civili. Esso fu opera diretta dei legionari cristiani libanesi, e la responsabilità israeliana fu solo indiretta. Sharon, allora ministro della difesa, si limitò a "lasciar fare" e il lavoro sporco fu compiuto dai miliziani libanesi.

Questa volta la responsabilità di Israele è diretta. E’ stato l’esercito a occupare Jenin, a circondare il campo profughi e a distruggerlo. 500 vittime sono state trovate in una fossa comune e metà di queste, secondo il ministro dell’informazione Ahed Rabbo, sono donne e bambini. Anch’essi terroristi? Israele ha sempre sostenuto che l’occupazione delle città nei territori palestinesi era intesa a operazioni militari selettive, dirette a catturare i terroristi kamikaze, avendo cura di risparmiare i civili e la popolazione non combattente. Jenin è una clamorosa smentita di questa strategia. Si è trattato di una rappresaglia disumana, di una vendetta per scaricare l’esasperazione dei soldati israeliani e per placare l’opinione pubblica. La stessa Suprema Corte israeliana ha aperto un’inchiesta. 1 giudici sono veramente indipendenti in Israele e vogliono vederci chiaro. Il sig. Larsen, inviato dell’ONU, ha visitato Jenin dopo il massacro e ha definito la strage "una pagina vergognosa nella storia di Israele. Sono scioccato, sconvolto, è uno spettacolo moralmente ripugnante. Nel campo c’è ovunque odore di corpi in decomposizione. Ho visto il corpo di un bambino maciullato fra le macerie". L’alto commissario dell’ONU per i diritti umani, Amnesty ìnternational e Human RightsWatch chiedono un inchiesta internazionale, che verrà appoggiata anche dall’Unione Europea.

Un altro osservatore dell’ONU, Peter Hansen, direttore dell’agenzia per i rifugiati palestinesi, dopo la vìsita al campo profughi di Jenin ha dichiarato: "Adesso capisco che non è un’esagerazione parlare di un massacro". Il campo è ridotto a un cumulo di macerie: le case e le baracche sono state distrutte dai bombardamenti dei carri armati e degli elicotteri. Gruppi umanitari hanno improvvisato soccorsi, portano viveri, acqua, medicinali. Centinaia di famiglie, migliaia di individui sono rimasti senza tetto.

Larsen ha concluso il suo viaggio a Jenin dicendo: "Quello che ho visto è orribile, una città in preda al caos, al panico, alla disperazione. La cosa più sconvolgente è l’odore, l’odore tremendo di cadaveri, l’odore della morte".

Arabi ed ebrei sono semiti, fratelli di sangue. Quando Caino uccise Abele la voce di Jahve chiese: "Dov’è Abele, tuo fratello? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra" (Genesi, 4,9-12).

La punizione di Israele non sarà quella di Caino. Non andrà fuggiasco: dovrà invece tendere la mano ai fratelli palestinesi, chiedere perdono, riconoscere il loro diritto a una Patria e a uno Stato, imparare a vivere in pace.