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QT n. 3, 7 febbraio 2004 Servizi

Le testimonianze

Sugli "scontri" presso l’Arcivescovile abbiamo raccolto queste testimonianze, da parte di studenti del Liceo Da Vinci. Sono tutti ragazzi di età compresa tra i 15 e i 17 anni.

Roberto Avanzi: Erano circa le 17 e trenta: ormai uscita la Moratti davanti all’Arcivescovile, eravamo venti-trenta ragazzi, a discutere in capannelli. C’era una fila di 8-10 agenti al di fuori del cancello. La situazione era tranquilla, c’era solo una persona un po’ agitata. Poi abbiamo visto dei poliziotti che dall’interno venivano verso il cancello; appena fuori, hanno cominciato a roteare i manganelli sopra la testa e a colpirci. Siamo scappati; io ho rimediato, di striscio per fortuna, una manganellata a una gamba, e sono stato spinto violentemente contro un muro. Sono indignato: perché questo? Ci hanno detto poi che era una reazione al lancio di uova: chi aveva fatto quei lanci è un deficiente, d’accordo; ma era una cosa accaduta due ore prima! A parte la sproporzione tra i fatti, che c’entra? Noi eravamo in numero molto esiguo: se proprio volevano spaventarci bastava che corressero verso di noi. Invece ci hanno picchiati. Perché?

Michele Brida: La carica ci ha separato in due gruppi: una parte è scappata verso il Duomo, l’altra verso via Perini. Anche i poliziotti si sono divisi per inseguirci. Tra quelli che scappavano verso via Perini c’era una donna, che è caduta, e su di lei i poliziotti hanno infierito.

XY: Sono arrivati, dall’interno, gli agenti che avevano presidiato via Giusti. E hanno iniziato, all’improvviso, a picchiare. Ho rimediato un colpo anch’io. Non è stato giusto, non avevo fatto niente, né io né gli altri. Ma non ho intenzione di fare denunce, non serve a niente. Non metta neanche il mio nome.

Francesca Garzetti: Appena ho visto i poliziotti uscire con i manganelli alzati, sono scappata anch’io. Mi sono girata: c’era una ragazzina per terra che piangeva e alcuni amici l’hanno soccorsa. E una signora con il braccio rotto, aiutata da un altro gruppo. Il punto è che la manifestazione era stata bellissima; avevamo lavorato tanto, per giorni, per prepararla. Ed è stata rovinata da questo fatto: i nostri striscioni, le nostre idee, sono scomparse, sui giornali c’erano solo le botte.

Marco Cestarolli: Non ci aspettavamo una cosa del genere. I poliziotti sono arrivati verso il cancello tranquilli, con le mani in tasca. Poi, appena fuori, hanno iniziato ad agitare i manganelli. E quando noi ci siamo messi a scappare in due direzioni, anche loro si sono divisi per inseguirci. Non mi dicano che era una reazione (a cosa poi?): era una condotta preordinata.

Emiliano Poletti: Noi eravamo tranquilli. C’era un gruppetto che cantava, Un altro che scandiva uno slogan, "Ridateci Totò!", riferendosi a un ragazzo che era stato fermato all’interno dell’Arcivescovile. Ma era una situazione pacifica. Poi ho visto i poliziotti uscire di corsa e, in strada, scatenarsi. Sono scappato.