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Federalismo e telefonia

Le chat-lines della Lega e il cellulare di Tretter.

Ormai da lungo tempo, una fantozziana nuvoletta foriera di sciagure sta perseguitando la Lega Nord trentina. Dopo le sanguinose lotte tribali e l’ultima batosta elettorale, il commissario del partito (il terzo in 5 anni) ha constatato che anche finanziariamente la Lega trentina è messa male, con un debito di 28.000 euro. Di questo buco, che il partito nazionale (anzi, federale) si è comunque impegnato a coprire, oltre la metà è rappresentato da spese telefoniche.

Attività di partito? Anche; ma dai tabulati, diligentemente controllati, è emersa una sgradevole sorpresa: circa 2.000 euro sono stati dilapidati in conversazioni su chat lines non meglio specificate, ma probabilmente estranee a tematiche politiche o culturali.

Ignoto il colpevole; la sola certezza è che Lorenzo Conci, vicesindaco di Calliano, presidente del partito e dipendente dello stesso, è in qualche modo responsabile della sede di via Torre Verde, delle sue linee telefoniche e della gestione economica della Lega. Ciò, naturalmente, non dimostra nulla: come si legge sul Trentino, "non esiste prova che sia stato lui, e lui stesso si è detto pronto a dimostrare la sua innocenza".

Interpellato, Sergio Divina (consigliere provinciale e commissario del partito) prima nega tutto; poi, quando il giornalista gli dice di essere in possesso di una copia della relazione che denuncia debiti e sprechi, cambia tono: "Eh, credo che sarebbe stato meglio per tutti che i panni sporchi si fossero lavati in casa". E l’indomani ribadisce: "Sono veramente arrabbiato per come queste notizie sono state fatte arrivare alla stampa. Si tratta di vicende che devono restare all’interno del partito".

Conci, naturalmente, non c’entra niente: "Qualcuno gli ha fatto un brutto tiro. Non doveva cadere nel trabocchetto di reagire… sono questioni interne al partito, niente di cui preoccuparsi. C’è stata soltanto una colossale montatura da parte di qualcuno".

"E’ mia intenzione tenere il più possibile unito il partito" - dice ancora Divina. Arduo compito: qualcuno avrebbe già chiesto le dimissioni del povero Conci, e d’altronde solo dall’interno della Lega possono essere partite le notizie sputtananti e le carte che le comprovano.

Un’altra storia telefonica, anche questa riferita dal Trentino, è quella riguardante il cellulare a suo tempo fornito come "benefit" a Franco Tretter nella sua qualità di membro del Gruppo Misto in Consiglio provinciale durante la passata legislatura. Tretter, che non ricandidò alle ultime elezioni, avrebbe dovuto restituire il telefono fin dall’ottobre scorso. E invece se ne è dimenticato, "probabilmente affaccendato nella sua nuova vita lontano dalla politica". Così leggiamo sul giornale.

Calunnie - replica l’indomani il consigliere Nerio Giovanazzi - la notizia "è priva di fondamento e tale da nuocere alla buona reputazione del Consiglio".

Giovanazzi ha ragione, e il Trentino fa doverosamente ammenda: Tretter si è effettivamente tenuto il telefonino, ma poteva legalmente farlo: la cosa "rientrava nelle sue facoltà, come comprova il fatto che coi soldi dei gruppi consigliari in passato c’è stato anche chi ha comperato una tivù e poi, a termine mandato, se l’è portata a casa".

Tretter, insomma, non si è appropriato di nulla, "si è soltanto dimenticato di far presente alla Tim che le fatture per le sue telefonate su quel cellulare ora deve pagarle lui e non il Gruppo Misto del Consiglio", di cui Tretter faceva parte e che ora è rappresentato dal solo Dario Pallaoro, il quale si rifiuta di pagargli le telefonate su quella linea. Il presidente del Consiglio Bezzi ha perciò inviato a Tretter una lettera (riprodotta sul giornale), sollecitandolo a saldare la bolletta e a fare la voltura.

La distrazione (o scorrettezza che sia) di Franco Tretter non era meritevole di menzione: lo scandalo, evidentemente, sta nella normativa da Paese dei Balocchi che sovrintende alle spese - effettuate con soldi pubblici - dei gruppi consiliari.