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Austria: alle urne!

In arrivo elezioni amministrative e, forse, politiche. Con molte possibili sorprese.

Si profila un autunno caldo, una stagione di elezioni (amministrative, ma forse anche politiche). In ottobre, fra il 9 ed il 23, si voterà a Vienna, nella Stiria e nel Burgenland: un terzo circa degli elettori austriaci saranno chiamati a dare le loro preferenze per i Consigli regionali.

Tempi duri specialmente per i due partitini-fantasma usciti dal rinnovamento dei Freiheitliche (vedi La repubblica delle arance, QT n. 8/2005), ambedue in via di estinzione, ma anche per il cancelliere Schüssel, che sta ripetendo fino alla nausea che per la Camera, si voterà nel 2006 (la scadenza naturale), ma non sa fino a quando avrà una maggioranza.

Il cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel.

Tempi duri anche per l’Europa, che, dopo Blair, nella primavera del 2006 avrà alla presidenza del Consiglio proprio Schüssel per risolvere alcuni dossiers difficilissimi, come il bilancio preventivo a medio termine dell’Unione ed alcuni altri cahiers de doléances come la direttiva detta "Bolkestein" sulla liberalizzazione del settore dei servizi, il terzo pacchetto ferroviario (liberalizzazione del trasporto delle persone su rotaia a livello internazionale, ma forse, come vuole il Parlamento, anche a livello nazionale), il nuovo Regolamento per il trasporto pubblico urbano e regionale (apertura del mercato anche in questo settore), per non parlare dello stagnante "processo di Lisbona", cioè il pacchetto di riforme delle politiche economiche, dell’occupazione, dello Stato sociale, e della progressiva armonizzazione dei sistemi fiscali. Oppure del problema di come arrivare o alla ratificazione della Costituzione o a nuovi negoziati dopo il no in alcuni paesi importanti.

E sono in tanti a chiedersi come riuscirà, il Cancelliere, a tener buono Jörg Haider e a dirigere i lavori del Consiglio europeo. Ma l’Europa ce la farà, abituata com’è alle crisi al buio. In fin dei conti, siamo sopravvissuti anche alla presidenza Berlusconi, finita con le firme sotto il testo della Costituzione. Tutt’altra cosa è se Schüssel riuscirà a fare buona figura in Europa per poi fare campagna, come grande statista europeo, per vincere una terza volta.

A Vienna, il sindaco (e capitano, visto che Vienna è, allo stesso tempo, Comune e Land) Häupl (socialdemocratico, grande elettore di ogni candidato-cancelliere del suo partito) ha indetto elezioni anticipate proprio per mettere ancor più in difficoltà Schüssel. Häupl, che ha già una maggioranza assoluta (col 47% dei voti, grazie al sistema elettorale di Vienna), e che perciò non avrebbe nessuna ragione per elezioni anticipate, punta ad un trionfo. I sondaggi gli danno il 55%, cosa di cui Schüssel potrebbe anche disinteressarsi; il problema, per lui, è un altro: i suoi popolari, nella capitale, potrebbero arrivare terzi, sorpassati perfino dai verdi (ambedue, nei sondaggi, sono fra il 17% e il 19%), mentre sia i Freiheitlichetradizionali (FPÖ) che la nuova lista Arancia (quella del suo vicecancelliere e partner nella coalizione) rischiano di sparire, quotati come sono al 2-3% ciascuno. Nel Burgenland, il Capitano Nissl, ora con una piccola maggioranza rosso-verde, sfiora la maggioranza assoluta. Nella Stiria, tradizionale roccaforte popolare, i socialdemocratici stanno sorpassando, nei sondaggi, il capitano, la signora Klassnic. La quale è sotto tiro anche da parte di un ribelle interno, l’ex-assessore Hirschmann, che sta costruendo una lista civica popolare-alternativa con una buona dose di populismo. Per l’FPÖ e per l’Arancia, la prospettiva anche qui è il buio totale.

Con gli ex-Freiheitliche in odore di sparizione o quasi, Haider diventerà una mina vagante. Il suo uomo di paglia nel governo, il vicecancelliere Gorbach, si è già chiamato fuori del gioco, firmando un patto con un industriale della sua regione, il Vorarlberg, che gli assicura un futuro posto di dirigente nell’azienda. Haider, per sopravvivere alle elezioni nazionali, dovrà poi presentare la sua Arancia come partito dell’opposizione pura e dura, cioè farà di tutto per distanziarsi del suo partner Schüssel.

Se però la coalizione andrà in crisi terminale dopo ottobre, non ci sarà il tempo per indire elezioni e trovare una nuova coalizione governativa prima di gennaio, cioè prima della presidenza europea. Vivremo magari lo spettacolo di un governo minoritario che fa finta di dirigere gli affari europei, chiamando l’opposizione rosso-verde a tollerare questo governo in nome della governabilità europea. Povera Europa!

Per quanto riguarda i socialdemocratici, non si sa mai. Possono anche essere servitori della ragion di Stato fino al suicidio. Il leader verde, Alexander van der Bellen, ha già detto chiaro e tondo che, non andando alle urne ora, quando siamo ancora in tempo, il cancelliere si è assunto tutta la responsabilità per i disastri futuri; e se poi sarà alla Presidenza europea senza un governo forte, fatti suoi: si può votare anche in primavera, e Schüssel se ne vada a Bruxelles, come cancelliere di un governo "provvisorio", in carica ma senza maggioranza, e poi si vedrà.