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QT n. 22, 22 dicembre 2006 Servizi

La folle corsa verso l’oro verde

La dilagante mania dei campi di golf.

Nelle valli di Fiemme e Fassa è corsa all’oro verde. Una lunga serie di comuni bussano alle porte della Provincia per ottenere sul loro territorio la realizzazione di un campo di golf. I sindaci di questi comuni sono consapevoli del fatto che un campo costruisce immagine, ma per lo più sono solleticati dal fatto che il mondo degli albergatori è pronto a riversare su di loro il dovuto ringraziamento in termini di voti qualora ottengano il risultato. Questi sindaci sanno anche che l’impresa per le loro municipalità sarà fallimentare: si aprirà un ulteriore buco di bilancio che si dovrà coprire con i soldi dei cittadini, con ulteriori mancate attenzioni rivolte al sociale e alla cultura, ma l’argomento non viene nemmeno sfiorato.

Per mettere un freno alle richieste provenienti da ogni vallata, ben quattordici, in un recente conchiuso di giunta la Provincia ha provato a tratteggiare una cornice che offra dei criteri di sostenibilità alle scelte che si andranno a compiere.

- Dovrà esserci la garanzia che i campi funzionino almeno 6 –7 mesi all’anno;

- deve esserci la certezza che la gestione dei campi non interferisca con la disponibilità di risorse idriche;

- i campi dovranno essere certificati con la sostenibilità ambientale ed il minor uso possibile di concimi e fertilizzanti (Golf Enviroment Europe);

- le società, nella costruzione e gestione, dovranno avere un forte intervento dell’imprenditoria privata.

Per realizzare un campo di golf a 18 buche (meno buche non ha più senso) si devono investire almeno 10 milioni di euro, i costi annuali di gestione superano ovunque i 600.000 euro, gli spazi che vengono occupati sono estesi e generalmente interessano aree di alto pregio agricolo, o paesaggistico, o naturalistico.

Con simili prospettive non si comprende la scelta della Provincia di offrire fiducia e risposta ad almeno una richiesta per ogni comprensorio trentino. L’attività del golf già coinvolge una ristretta nicchia di appassionati, è ancora e rimarrà uno sport elitario nonostante da paesi vicini arrivino prospettive di diffusione più ampia (in pochi anni la federazione francese è passata da 80.000 a 340.000 tesserati). Una lettura attenta della sostenibilità e delle potenzialità del nostro territorio dovrebbe portare a limitare la scelta del potenziamento o della costruzione di nuovi campi a 3 – 4 aree particolarmente vocate.

Non è certo il caso delle valli dell’Avisio. Già è operativo un campo di golf, non ben strutturato, a Carezza, appena sopra Vigo di Fassa. Dimostra invece grande professionalità la gestione del campo di Petersberg, l’unico in Italia ad avere un bilancio in attivo perché gestito totalmente da privati, che dista solo 15 chilometri da Fiemme. Ma non soddisfatti della situazione, i vari amministratori hanno portato in Provincia ben quattro proposte: Campitello, Moena, Ziano–Predazzo, Daiano–Carano.

Sembra che la Provincia abbia già scelto: per Fassa si investe su Campitello. Ci si chiede come possa venire soddisfatta la condizione di almeno sei mesi di operatività, visto che, quando va bene, la stagione estiva dura quattro mesi. Ma è fuor di dubbio che la proposta di Moena risulti la più cervellotica, la più inverosimile e insostenibile. Si andrebbe ad urbanizzare e fornire di servizi un’area non casualmente denominata “Palua”, priva di viabilità, di strutture, con un terreno che andrebbe devastato da opere di drenaggio imponenti ed invasive. Oltre a questo, la zona non rispetta nessuno dei criteri stabiliti dalla Provincia. Si pensi che già oggi le abitazioni sottostanti, ad ogni carenza di pioggia, soffrono di approvvigionamento idrico; inoltre si andrebbe ad aprire un conflitto perenne con la presenza di due aziende agricole da poco insediate.

il Golf Club Petersberg.

In valle di Fiemme sembra che la Provincia sia orientata a scegliere l’occupazione dei grandi spazi verdi dei comuni di Daiano e Carano. In questo senso si dice siano molte le spinte che arrivano dall’assessore all’urbanistica Mauro Gilmozzi, tanto da influire fortemente sul giudizio di un debole sindaco e di una altrettanto debole giunta comunale. Ma a Daiano l’opposizione al progetto è forte. Si è costituito un comitato di cittadini contrario all’opera, un comitato che ha raccolto oltre 150 adesioni (su 500 residenti), un gruppo che è pronto a difendere il paesaggio e l’accessibilità pubblica ai grandi prati del loro paese. Il campo sarebbe previsto in 18 buche e si estenderebbe sulle aree delle Ganzaie, di Prabocol e Badalò, finendo su spazi del comune di Carano. Per sostenere l’opera i pochi favorevoli, ma politicamente ed economicamente ben attrezzati, invocano la vocazione sovracomunale della struttura, la presunta compatibilità ambientale, la creazione di ben nove nuovi posti di lavoro, ovviamente precari.

Il comitato dei contrari, che sulla questione vuole indire un referendum popolare, denuncia invece la carenza di acqua di tutta la zona (oggi ben 16 delle 22 sorgenti presenti sono in secca), la necessità dell’utilizzo di fitofarmaci nella gestione degli spazi delle buche, la sottrazione del territorio all’utilizzo pubblico e libero, la difficilissima accessibilità dell’area (viabilità, pendenze). Inoltre la realizzazione del campo aprirebbe nuovi spazi alla speculazione edilizia. Del resto non casualmente si è già iniziato a frantumare l’unità territoriale dei prati di Cavalese e delle sue ville con la concessione da parte della Provincia di una scandalosa deroga paesaggistica per la costruzione di una enorme stalla-agritur, in località Tassa verso Cavalese.

I due sindaci interessati vanno per le spicce. Quello di Carano, Giorgio Ciresa, dice che nel suo comune non c’è alcun bisogno di referendum, in quanto lui ha già raccolto il mandato di governo dal consenso elettorale ottenuto dai cittadini e il dovere di scegliere spetta a lui. Va detto che questo sindaco è custode forestale proprio sul territorio del suo comune, e dunque si trova ad essere al contempo amministratore e controllore dello stesso territorio. Una situazione discutibile sul piano etico, anche se permessa dalla normativa regionale.

Il sindaco di Daiano, Roberto Vanzo, qualche difficoltà la vive: pressioni da forti assessori provinciali e dagli albergatori locali contrastano con le diffuse perplessità della popolazione: anche lui rifiuta l’utilizzo dello strumento del referendum: costa troppo, 4.000 euro, sarebbe sufficiente una consultazione, magari assembleare - sostiene.

All’ombra di tutto troviamo ancora una volta l’azione programmatica dell’avvocato Armando Paris. Già lo abbiamo notato all’opera come invadente commissario a Capriana, poi lo si è apprezzato come commissario nella stesura del discutibile e ben poco democratico nuovo Statuto della Comunità di Fiemme ed ora si è assistito alla sua azione di commissario in quel di Daiano, un’azione che certamente non si è limitata all’ordinaria amministrazione, specialmente in tema di programmazione urbanistica. Con la scelta di questa area per Fiemme si apre un lungo periodo di conflitto.

Il Golf Club Careza

Rimane la quarta area, non si comprende bene perché abbandonata in tanta fretta. Se veramente Fiemme e Fassa necessitavano di un campo di golf, il grande spazio di fondovalle che unisce il comune di Ziano a Predazzo risultava ottimale. Dal punto di vista urbanistico è la zona più logica: offrirebbe il servizio sia all’utenza turistica di Fassa che di Fiemme, è una zona servita da ottima viabilità e di facile accessibilità, ed in parte è già strutturata per ospitare servizi, si pensi all’area sportiva di Predazzo. Tutta la zona avrebbe bisogno di minimi interventi di modifica e la disponibilità di acqua è certa. C’è una sola difficoltà: i terreni sono in gran parte privati e utilizzati da diversi imprenditori agricoli dei due comuni, imprenditori che temono di perdere la disponibilità di foraggio, di zone a pascolo primaverile ed autunnale.

Ma al di là di ogni considerazione paesaggistica o sui costi di gestione delle strutture previste, rimane una domanda: per sviluppare il turismo estivo le valli di Fiemme e Fassa hanno veramente bisogno di uno o più campi di golf? Nelle due valli vivono solo 26.000 abitanti, solo a ferragosto si superano le 100.000 presenze, e a ridosso delle due valli sono operativi già due campi, uno dei quali – Petersberg - viene preso a modello a livello nazionale come gestione e come qualità dell’offerta.