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Sinistra Arcobaleno

Processo di riorganizzazione tra le forze (o meglio, in Trentino, le "debolezze") a sinistra del PD: con quali prospettive?

Ci perdoneranno i lettori se, in questo scorcio di tempo, non abbiamo seguito le cronache strettamente politiche. Ma sinceramente, le convulsioni per le liste e per pseudo-nuovi apparentamenti o partiti, magari all’insegna della "territorialità" dell’"autonomia", del "nuovo soggetto", non sono riusciti ad interessare nessuno dentro al nostro giornale. Rimedieremo a breve, quando la situazione sarà presumibilmente decantata dagli aspetti più insopportabilmente tattici e personalistici.

Il logo del nuovo raggruppamento.

Per ora evidenziamo una dinamica che ci sembra – finalmente – positiva.

Alludiamo al processo di riaggregazione per grandi aree che sembra aver innescato la nascita del Partito Democratico prima, e la decisione di Veltroni di correre da solo poi.

Qui iniziamo a vedere se e come questo processo sta procedendo a sinistra del Partito Democratico. Dove Rifondazione comunista, Verdi, Comunisti Italiani (Diliberto, per capirci), Sinistra Democratica (i dissidenti dei Ds) si sono aggregati nella Sinistra Arcobaleno. Solo una lista elettorale, per girare la boa del 13 aprile, oppure un progetto più solido?

"Dobbiamo fare una campagna elettorale che sia anche la fase costituente del nuovo soggetto – ci risponde Agostino Catalano, segretario di Rifondazione – Deve essere un momento di forte partecipazione, non solo da parte dei partiti costituenti, ma dei singoli, delle associazioni che vogliono partecipare. Anche se, causa i tempi brevi, non potranno dispiegarsi nuove regole..."

Insomma, le primarie ve le sognate...

"Il che non vuol dire che non facciamo delle consultazioni per decidere le candidature. Che non devono essere calate da Roma. Se vogliamo che questo processo aggregativo sia irreversibile, deve essere partecipato. Altrimenti falliremo."

Auguri... Numericamente, a quali risultati puntate?

"In Trentino partiamo dal 3% dei Verdi, il 4,5 di Rifondazione, l’1 del Pdci, e poi Sinistra Democratica: possiamo dire che il 10% è un obiettivo possibile, che ci permetterebbe di avere una massa critica significativa".

Il segretario di Rifondazione Comunista, Agostino Catalano.

Le organizzazioni rimangono separate?

"Come avvenuto in Germania, l’unificazione è un processo che avverrà dopo. Bertinotti leader per 40 giorni ha un obiettivo: rendere il progetto irreversibile."

Quale il programma in sede locale?

"Diciamo che l’Autonomia è in crisi: per l’attacco dall’esterno, per lo svuotamento della Regione. E la difesa dell’Autonomia non consiste nella puntigliosa difesa delle competenze presso la Corte Costituzionale, bensì nel dispiegarsi della storica capacità di autogoverno di questa terra. Cosa che si è appannata nelle ultime legislature, con un esercizio arrogante del potere: il che ha portato alla fine del Trentino come laboratorio politico".

Dellai...

"Da propulsore dell’innovazione si è trasformato in ostacolo, aggrappato al potere".

Eppure tutti dicono "Dellai si inventerà qualcosa..."

"E’ lo spirito gregario, che alligna non solo nel suo partito, ma nella sua coalizione. Ben altro è il livello di autogoverno di cui c’è bisogno".