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QT n. 12, 14 giugno 2008 Servizi

Fiemme\Cortina: chi ha vinto e chi no

Fiemme conquista i mondiali di sci nordico, mentre la candidatura di Cortina ai mondiali di sci alpino fallisce miseramente. E prevedibilmente.

Continua lo scontro fra le Regioni autonome montane e quelle a statuto ordinario. Ed è sempre più feroce: nelle province confinanti col Trentino è rissa politica e come capita spesso in queste situazioni, a prevalere sono la confusione e l’opportunismo.

Questa tutto ruota attorno alla candidatura di Cortina ad ospitare i mondiali di sci alpino del 2013, candidatura contemporanea a quella di Fiemme per i mondiali di sci nordico.

Il 29 maggio a Capetown, in Sudafrica, sono state fatte le scelte. Fiemme ha vinto, seppur con difficoltà, sconfiggendo aree turistiche di eccellenza del Nordeuropa e canadesi, mentre Cortina è uscita stracciata al primo turno da Schladming (Austria), con un solo voto raccolto, probabilmente quello del giurato italiano.

Cortina presentava un programma ambizioso: rifacimento della funivia Freccia del Cielo verso la Tofana di Mezzo (proprietà Vascellari, lo stesso della Marmolada), sci e gare in notturna, rifacimento della storica seggiovia Col Drusciè, un vasto complesso ricettivo con tutti i servizi, parcheggi sotterranei a sud e nord dell’abitato, un trenino di collegamento fra paese e zone delle gare, una strada a doppia corsia che si inoltra nei boschi verso la Tofana... Era dalle Olimpiadi del ‘56 che Cortina non si candidava, e questa assenza la si coglie leggendo l’elenco delle proposte: tradizionali, di forte impatto paesaggistico senza alcuna preoccupazione per le ricadute ambientali e nessuna analisi sociale sulle ripercussioni dell’evento. La sconfitta era inevitabile.

Fiemme invece si è presentata forte dei successi ottenuti nel 1991 e nel 2003. Smaltite le tossine del ‘91 (come scrive un arguto giornalista locale), quelli del 2003 furono dei mondiali di grande impatto mediatico, costruiti con esperienza. La proposta per il 2013 era centrata sulla vivibilità e sul paesaggio. Se poi per vivibilità si intende la lettura che offre il sindaco di Cavalese c’è da rabbrividire, ma per fortuna questi non potrà decidere da solo.

Se in Fiemme i volti erano raggianti, su Cortina e nel Veneto sono piovute le rivalse, le accuse. Reinhold Messner si era permesso di esprimere una semplice considerazione:"I bellunesi la smettano di piangersi addosso e si impegnino di più. Il presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon, appassionato cultore dell’autonomia della montagna, traduceva la sconfitta in azione politica propositiva:"Si apra una fase costituente per ottenere l’istituzione delle Province speciali montane: abbiamo bisogno di una Provincia autorevole e coesa".

Ma come si sono permessi di intervenire questi soggetti tanto anomali - un alpinista e l’ultimo presidente di provincia "rossa" rimasto nelle Alpi orientali - ?

Il sindaco di Cortina Andrea Francheschi è il più moderato: "Ci risolleveremo. Chiediamo solo di poterlo fare combattendo la battaglia per il turismo e per la nostra economia ad armi pari. Altrove la concorrenza è sleale, se si pensa che in Alto Adige si distribuiscono sussidi alle strutture ricettive e c’è l’impossibilità per le imprese bellunesi di partecipare ai bandi pubblici, violando l’art. 120 della Costituzione".

Gli attacchi politici più aspri provengono dalla Lega, contro Messner e Reolon, ma specialmente dal presidente di Assoindustria di Belluno, Valentino Vascellari. Il quale non trova di meglio che attaccare nuovamente il defunto governo Prodi e perfino Montezemolo, rei a suo dire di non aver sostenuto Cortina, mentre elogia la Regione, governata dalla destra di Galan. Non dice però che in Sudafrica, per sostenere Cortina, non erano presenti né il sindaco né la giunta regionale, e dimentica i continui attacchi che lui stesso per mesi ha riversato contro tutte le istituzioni pubbliche prima dell’appuntamento internazionale.

Le reazioni della politica e dell’imprenditoria bellunese davanti a questo insuccesso confermano quanto detto da Messner sulla cultura del lamento. Bastava infatti scorrere il programma presentato per capire come non vi fossero le condizioni per un successo. I criteri per la scelta dei centri dove disputare questi appuntamenti non riguardano solo l’importanza della località: si chiedono serietà e certezze nelle strutture, nel piano finanziario, che non vi sia un eccessivo impatto ambientale, che vi siano ricadute sociali significative. Ma specialmente, come indicato dalle associazioni ambientaliste internazionali, si chiede vengano scelte località che già dispongono di strutture idonee ad ospitare gli eventi. Cortina, nonostante le ormai lontane Olimpiadi del ‘56, partiva da zero. E attorno al comitato promotore ruotavano interessi speculativi sia di tipo politico (il centro destra all’attacco della sinistra) che imprenditoriale. Un frullato di infantilismo che ha dell’incredibile.

E mentre l’opinione pubblica osserva questi scenari polemici, gli ospedali del bellunese vengono sempre più depotenziati, le poste funzionano a singhiozzo e si parla con insistenza della soppressione della storica linea ferroviaria Roma-Calalzo. Per fare posto all’autostrada Venezia-Monaco, attraverso il Cadore, come vuole padron Vascellari.