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QT n. 7, luglio 2009 Trentagiorni

Lo stop ai lavori dell’ospedale S. Chiara

Dopo il blocco dei lavori del nuovo parcheggio ospedaliero sono fermi i lavori per la sistemazione delle stanze di degenza dell’ospedale di S.Chiara di Trento.

Tale blocco dei lavori arriva come un fulmine a ciel sereno e per di più senza essere passato attraverso una valutazione d’opportunità al Consiglio Comunale di Trento, primo interessato al riammodernamento dell’ospedale.

Si ripete una prepotenza da parte della Provincia nei confronti del Comune ? Simile a quella che si è recentemente concretizzata attraverso la presentazione alla stampa dell’ipotesi di spostamento della stazione di Trento in un’area più lontana e più scomoda per poter, si è detto, farvi fermare i quattro treni passeggeri che, sulla futura ferrovia ad alta capacità del Brennero si fermeranno in città?

È evidente che l’arresto dei lavori di sistemazione ed ammodernamento delle stanze di degenza dell’ospedale è cosa assai più preoccupante dell’ipotesi della spostamento della stazione. Questa infatti è sì un’idea grave e balzana, ma per ora solo una proposta, e vi sarà il tempo per un dibattito pubblico; invece l’arresto dei lavori di sistemazione delle stanze di degenza dell’ospedale si paga con la sofferenza ed il disagio dei pazienti.

Naturalmente si ventilano diverse ragioni per l’arresto dei lavori. Alcune almeno in parte condivisibili laddove, per carenza di fondi, si fosse scelto di dare la precedenza ai lavori di ammodernamento di sale operatorie e reparti innovativi (ma allora, se mancano i soldi, perché se ne continuano a spendere per il futuro, inutile nuovo ospedale?); altre, più occulte, paiono far risalire l’arresto dei lavori al disegno di dichiarare obsoleto l’attuale ospedale, per influire sulla decisione di dare il via al nuovo, che dovrebbe sorgere presso l’area delle attuali caserme.

Il fatto è che se l’attuale ospedale viene completamente ammodernato, cadono, per almeno 20 anni, le motivazioni per costruire il nuovo, e si sottrae al mercato delle impres, un ghiotto boccone.

Il tema rimane aperto, ma ciò che importa è che la politica, previo un approfondito dibattito, sappia assumersi la responsabilità di programmare l’attività ospedaliera del Trentino per prima cosa utilizzando a pieno le risorse già sul terreno, dando una risposta urgente al disagio dei pazienti che utilizzano le stanze di degenza obsolete dell’ospedale S.Chiara. Altrimenti - diciamolo in maniera brutale - sembra che si speculi sulle sofferenze dei pazienti, le si esasperi, al fine di dare il via libera a un business che sa tanto di spreco.