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La strategia di questa guerra

Nicola Polito

Dinanzi a questa terribile guerra credo si dovrebbe avere la forza e la dignità di dire e raccontare la vera strategia che sta dietro a tutto quello che sta accadendo e che accadrà nei prossimi anni, se la dottrina della nuova amministrazione americana proseguirà nel suo percorso. Dobbiamo conoscere un solo documento, rivoluzionario per il forte impatto che è destinato a provocare nella storia del futuro. Si tratta di un documento, intitolato Rebuilding America’s Defences: Strategies, Forces And Resources for a New Century, e fu scritto nel settembre del 2000 - quando Bush non era ancora presidente - dal Project for the New American Century (PNAC), uno dei numerosi think-tank (centri di pensiero) della destra statunitense. Il testo fu redatto per un gruppo specifico di persone, che oggi ricoprono incarichi non indifferenti: Dick Cheney, attuale vicepresidente degli Stati Uniti; Donald Rumsfeld, attuale segretario alla difesa; Paul Wolfowitz, attuale vicesegretario alla difesa; Jeb Bush, fratello del presidente; e Lewis Libby, capo dello staff di Cheney.

Già alla fine degli anni Cinquanta, un vecchio conservatore, il presidente Eisenhower, metteva in guardia contro la struttura mostruosa che cominciava a dominare il suo paese: una coalizione sempre più stretta tra immense imprese legate alle commesse militari, uno Stato che aveva come funzione principale la conduzione della guerra e una sterminata catena di laboratori dove scienziati, sociologi, tecnici di ogni sorta lavoravano anno dopo anno per affinare gli strumenti del dominio, a prescindere completamente dalla pur vivace società civile del paese. E’ inevitabile che una struttura di questo tipo porti non solo a uno stato di Enduring War, ma anche - come è successo con il Patriot Act - all’abolizione di alcuni elementi fondamentali di democrazia.

La sede del "Progetto per un nuovo secolo americano" coincide con quella di un giornale di proprietà del miliardario dei media, Murdoch, cosa che può indurre a utili riflessioni sulla libertà di stampa. Il direttore del PNAC, William Kristol, è il figlio di Irving Kristol, il principale ideologo della nuova destra americana, che è riuscito a prendere in mano le redini di alcune ricchissime fondazioni americane, tra cui spicca la Olin Foundation, creata dalla principale impresa di armi da fuoco degli Stati Uniti. Queste fondazioni hanno versato milioni di dollari per trasformare anche la produzione di idee in un annesso dell’industria bellica. Grazie a Irving Kristol, ad esempio, Samuel Huntington ha potuto incassare finora ben cinque milioni di dollari da varie fondazioni come premio per aver creato la famosa nozione di "scontro di civiltà". Che prima ancora di essere un libro è uno slogan, ormai noto anche ai meno colti. Il piano mostra che il governo Bush intendeva assumere il controllo militare del Golfo a prescindere se Saddam Hussein fosse rimasto o meno al potere. Il testo dice: "Gli Stati Uniti hanno cercato da decenni di svolgere un ruolo più permanente nella sicurezza regionale del Golfo. Mentre il conflitto irrisolto con l’Iraq fornisce una giustificazione immediata, l’esigenza di avere una sostanziosa presenza delle forze americane nel Golfo va oltre la questione del regime di Saddam Hussein".

Il documento del PNAC presenta "un progetto per conservare la preminenza globale degli Stati Uniti, impedendo il sorgere di ogni grande potenza rivale, e modellando l’ordine della sicurezza internazionale in modo da allinearlo ai principi e agli interessi americani". Vorrei segnalare il link dove leggere la versiona integrale di questo documento: http://www.newamericancentury.org/RebuildingAmericasDefenses.pdf

Si tratta di un documento ufficiale. E’ terribile e va conosciuto anche e soprattutto dal grande pubblico. Certamente, oggi come l’11 settembre, siamo tutti vicini al popolo americano. Ma non so se possiamo dirci tutti vicini all’attuale amministrazione Bush. Siamo in molti a dire che l’idea sottesa alle nuove strategie è drammaticamente sbagliata.