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Kvetch

La difficoltà di essere se stessi

Kvetch

I cinque attori dell’Accademia dei Folli hanno dato vita al disagio di ognuno di noi di poter esprimere con libertà le proprie opinioni. Una scenografia semplicissima, animata solo dai suoi interpreti, che hanno dato voce ai diversi strati della società: una casalinga frustrata, un uomo divorziato triste e ambiguo, un rappresentante ripugnante, un capo d’azienda stanco delle storie d’amore ed una suocera impertinente ma molto sola. Per liberare le impressioni di ciascuno, si è scelto di interpretare il testo di Steven Berkoff bloccando letteralmente tutti gli attori in scena: un vero fermo immagine vivente, che dava modo a ciascuno di commentare sinceramente le azioni che si stavano svolgendo. Un meccanismo che, per quanto fosse vincente, è stato ripetuto per tutta la durata dello spettacolo, appesantendo il ritmo e togliendo gran parte dell’ironia originale. Tanto che è servito un colpo di scena sulla sessualità del protagonista per ridare vivacità alla platea.

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