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QT n. 5, maggio 2012 Trentagiorni

La Valdastico nell’uovo di Pasqua

Le carte della Pi.Ru.Bi.

Quest’anno in Val Lagarina, nell’uovo di Pasqua, come sorpresa abbiamo trovato i 150 kg di documenti del progetto preliminare dell’Autostrada della Valdastico (chiamata PI.RU.BI.), giunto alla fase di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), e quindi inviati in visione al comune di Besenello (sul cui territorio insiste l’uscita in Val d’Adige della prevista galleria di quasi 30 km di collegamento con il Veneto), e agli altri enti - comuni e comunità di valle - interessati (il progetto prevede oltre alla variante su Besenello altre 5 ipotesi, che vanno da Marco di Rovereto a Lavis). Non che si tratti proprio del tutto di una sorpresa. “O da Trento ci dicono qualcosa, o noi partiamo con il progetto storico: l’uscita a Besenello” aveva tuonato la scorsa primavera Attilio Schneck, al contempo presidente leghista della provincia di Vicenza e presidente dell’Autostrada Serenissima BS-PD, che la Valdastico vuole costruirla a tutti i costi - nonostante i 500 milioni di debiti inscritti nei libri contabili - anche perché grazie a questo impegno è riuscito ad ottenere dal governo amico del Berlusca la possibilità di aggiudicarsi il rinnovo della concessione in-house, senza passare per la gara europea (a cui è invece costretta la meno politicamente protetta Autobrennero). Il governo nel 2010 ha inserito la Valdastico nell’elenco delle “opere strategiche” previsto dalla legge-obiettivo, e questo particolare garantisce una “procedura semplificata”: 60 giorni per sentire le obiezioni non-vincolanti degli enti locali interessati e poi (agosto 2012) si va davanti al CIPE per l’approvazione definitiva del progetto, dove si può procedere anche senza l’intesa con gli enti locali, semplicemente passando in questo caso la patata bollente direttamente al governo, che aggira l’ostacolo tramite decreto presidenziale.

Il sindaco di Besenello, Cristian Comperini.

Ma c’è un ma: nel caso di tracciati autostradali che interessano il territorio provinciale ed una regione finitima - come questo - è previsto che sia acquisita l’intesa con la Provincia Autonoma di Trento. Lo hanno stabilito le norme di attuazione dell’autonomia trentina, e la cosa è stata anche recentemente ribadita dalla sentenza 62/2011 della Corte Costituzionale. E l’intesa con la PAT non c’è: «la Valdastico porterebbe al collasso la mobilità del Trentino, riducendolo ad un corridoio per le merci» ha risposto a suo tempo allo Schneck il vicepresidente della giunta provinciale Pacher. Insomma si trovano di fronte una Spa (la maggioranza del capitale della quale è in mano ai privati) e un’autonomia speciale. Ecco dunque che la vicenda assume anche una valenza che travalica i pur importanti aspetti ambientali di una galleria da 30 km. Nell’operazione c’è anche un palese tentativo di aggiramento dei meccanismi di tutela dell’autonomia, e se la cosa va liscia con la Valdastico si squarcia un varco nel sistema di protezioni, che poi ovviamente si cercherà di allargare ulteriormente per farvi passare qualunque altra schifezza voglia imporre il governo nazionale.

Besenello

Quelli che pensavano che il VIA al progetto preliminare fosse nient’altro che l’ennesima boutade in una lunga storia piena di false partenze, hanno dovuto ricredersi martedì 24 aprile, quando si è tenuta a Roma la “Conferenza dei servizi” sull’argomento, che ha visto divisi da un muro i trentini che la Valdastico non la vogliono e i veneti che la vogliono eccome, spalleggiati dal governo - questo nuovo, “tecnico” - che, in continuità con il precedente, ribadisce la sua natura “strategica”, contestata invece dalla PAT per la mancanza del presupposto dell’intesa (di rango costituzionale, perché derivante dalle norme di attuazione dell’autonomia). Ci voleva un governo tecnico per spingere questa infrastruttura priva di qualunque motivazione tecnica, per tagliare servizi e pensioni e tirare fuori dal cilindro un’autostrada inutile. E che, per far questo, cerca di sfondare l’autonomia trentina.

Segnaliamo anche una nota di colore: la Valdastico è stata inserita nell’elenco delle opere strategiche dal allora ministro Lunardi, che compare nel comitato scientifico (dubitiamo a gratis).

Il Comune di Besenello ha iniziato una raccolta firme contro la Valdastico, per informazioni e per i moduli necessari: sindaco@comune.besenello.tn.it