Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 3, marzo 2013 Trentagiorni

Il “V-day”

Sara Caon, Milena Rettondini
Foto di Mariavittoria Giaroli De Carli

V come violenza, come san Valentino, come vagina. Questo il nome del movimento attivo dal 1998, ispirato all’opera teatrale di Eve Ensler The Vagina Monologues, che si proponeva di ricordare la tragedia delle violenza contro le donne e le bambine. Insieme alla drammaturga stessa, il movimento ha dato vita inoltre a One Billion Rising, una campagna di protesta globale per suscitare l’indignazione contro questa violenza e promuovere la giustizia e l’uguaglianza dei generi.

Da 15 anni, ogni 14 febbraio, giorno di S.Valentino patrono degli innamorati, in tutte le piazze del mondo si danza per protestare contro la violenza che un miliardo (one billion per l’appunto) di donne e bambine subiscono. La danza non è una scelta casuale. Da sempre il corpo in movimento è stato utilizzato come strumento per divulgare un messaggio, ma in questo caso è proprio il corpo ad essere il soggetto e l’oggetto. È il corpo ad essere violato ed è il corpo violato stesso a levarsi a protesta.

Anche il Trentino ha portato il suo contributo. Da Pergine a Riva del Garda, sulle note di “Break the Chain” si sono sollevate le varie protagoniste di questo evento.

Pure in piazza Duomo a Trento ha avuto luogo il flashmob, centinaia le participanti e i partecipanti. Varie sono state anche le opinioni su questo tipo di manifestazione. Entusiasmo in alcuni spettatori, perplessità in altri. Fa sicuramente un certo effetto vedere unite tante persone, e non solo donne, per una causa così importante, ma al contempo ci si può chiedere quanto possa incidere l’iniziativa nella drammatica situazione. “Io di solito - diceva una delle partecipanti - non amo i flashmob, ma questo ha avuto davvero un grande impatto. Avrei preferito, intervallati dalle danze, degli interventi incisivi e delle letture più significative, che facessero riflettere maggiormente. Ma forse non è stato possibile a causa di problemi organizzativi, a cominciare dal microfono che non funzionava bene)”.

Ricordiamo che solo nel 2012 le donne uccise in Italia sono state più di cento. E l’ultima clamorosa notizia è arrivata proprio nel giorno del V-day, col famoso campione paralimpico Oscar Pistorius che ha ucciso la fidanzata. Ora ci si chiede: tale iniziativa, senza dubbio encomiabile, può effettivamente contribuire a migliorare le cose? Certamente sensibilizza, e questo è un primo passo importante.