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Effetto Biancofiore

La candidatura di Giacomo Bezzi era già una discreta garanzia di sconfitta per il PdL; ma per evitare ogni possibile sorpresa, il centro-destra ha impiegato le ultime settimane di campagna elettorale per lanciare agli elettori un chiaro, definitivo messaggio: siamo un gruppo di dilettanti incasinati, rissosi fino al ridicolo, non state a votarci. Eroina della manovra, l’onorevole bolzanina Michaela Biancofiore, già protagonista, oltre che di memorabili piazzate televisive, di una gestione del partito che ha fatto del PdL altoatesino un arido deserto, e che ora vorrebbe esportare quel modello nella confinante provincia.

L’on. Michaela Biancofiore col suo cane Puggy e con Silvio Berlusconi. Foto apparsa sul profilo Facebook della Biancofiore, che così commenta: “Il mio cagnolino è la nostra matricola. Ha appena due mesi e crescerà insieme al nostro consenso, che aumenta di giorno in giorno. Il presidente in questa foto è dolcissimo…”

Alle origini di una vicenda confusa quanto farsesca, la nomina, giunta da Roma, dell’onorevole a coordinatrice del PdL regionale, carica che però era già occupata dal senatore De Eccher, il quale alla notizia reagisce con la notoria vivacità, dicendo che se la cosa venisse confermata, potrebbe abbandonare il partito. E ricorda i recenti trionfi della Biancofiore facendo questi conti: “Mi pare che in Alto Adige avevano 13 consiglieri comunali e sette-otto sono andati via. Avevano tre consiglieri provinciali e ne è rimasto uno ed è in dissidenza. Se questo è il quadro che vogliamo costruire anche qui in Trentino non so”. Giorgio Holzmann, già acerrimo avversario interno della Biancofiore ed ora passato ai Fratelli d’Italia, conferma: “Lei ha fatto fuori tutti”, e L’Adige del 4 febbraio così fotografa lo stato di salute del centro-destra locale: “Cosa resta del Popolo della Libertà in Trentino? Ignorato, sbeffeggiato e alla fine persino umiliato da Roma e da Bolzano?... È un partito che sta perdendo i pezzi e sa già prima del voto che non porterà nessun deputato trentino a Roma... È convinta l’amazzone Biancofiore di aumentare i consensi radendo al suolo quel che resta di un PdL trentino già in affanno e sventolando l’ortodossia berlusconiana e la fedeltà al capo?”

In attesa che i vertici romani dirimano la questione, ecco un’altra conseguenza: chi ha diritto di possedere le chiavi della sede di piazza Battisti? La Biancofiore “rivendica le chiavi”, ma De Eccher, fin qui indiscusso gestore dei locali, non intende dargliele, al che l’onorevole “si è attivata, contattando anche il coordinatore provinciale Giorgio Leonardi. Che però le chiavi ha spiegato di non possederle: ‘Voglio starmene fuori dalle beghe, sono un candidato e ho da lavorare’”. Dopo di che azzarda un mezzo compromesso: “Io non sono contraria a che lui tenga un mazzo delle chiavi della sede, ma ne deve dare uno anche a me”. Ma già l’8 febbraio ritorna baldanzosamente alla carica (“Berlusconi ha deciso: il partito lo gestisco io”), per poi azzardare utopiche prospettive: “Il Pdl che mi è stato affidato ha enormi potenzialità... In Trentino c’è grande armonia. Ci toglieremo belle soddisfazioni”.

Ancora qualche giorno di battibecchi e finalmente da Roma arriva qualche chiarimento che sembra dare l’alt alle smanie da plenipotenziaria della Biancofiore, che sarà semplicemente “coordinatrice generale delle iniziative della campagna elettorale sul territorio”, mentre De Eccher resta coordinatore regionale. Sicché il 14 febbraio il coordinatore provinciale vicario Raimondo Frau dichiara soddisfatto che “il Presidente Berlusconi ed il Segretario Alfano... hanno mostrato una particolare attenzione rispetto alla situazione trentina, confermando come il PdL abbia intenzione di puntare sull’attuale struttura per affrontare al meglio i prossimi impegni. I Coordinatori sono impegnati sul territorio con innumerevoli appuntamenti per la campagna elettorale in corso ma già sono proiettati alla predisposizione di una credibile alternativa all’attuale governo provinciale”.

E le chiavi?