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QT n. 1, gennaio 2015 Trentagiorni

La trasmissione dello scandalo


Andato in onda martedì 16 dicembre alle nove e mezzo di mattina su Rai 3, il servizio di “Agorà” su Folgaria ha suscitato la reazione indignata degli amministratori locali, con conseguente indizione di un Consiglio comunale straordinario.

Indignazione giustificata? Certo, da quei cinque minuti di trasmissione Folgaria non esce bene; resta da vedere se la colpa vada addebitata ai critici o ai criticati.

Le immagini del Polo artigianale e del Palaghiaccio, presentati come esempio di opere pubbliche costose e incompiute (con abbondanti zoomate su materiali da costruzione abbandonati e rifiuti vari, accompagnate da un irridente “White Christmas” come musica di sottofondo) sono la parte più debole e superficiale del servizio, perché discutibili sono state semmai la decisione di costruirle, queste opere, e le motivazioni che ci stavano dietro, di cui invece non si parla. O meglio, ad accennarvi è una dei due membri della associazione Folgaria 235, entrambi molto pacati nei loro brevi interventi, che appuntano le critiche soprattutto sull’aspetto economico della faccenda, vale a dire l’impossibilità da parte di una piccola comunità come Folgaria, di sostenere economicamente strutture così importanti, come tanti altri esempi qua e là per il Trentino hanno da tempo dimostrato. Per quanto riguarda gli impianti sciistici, i due hanno ribadito ciò che chiunque sa: l’insensatezza di costruire delle piste su zone a bassa quota che non garantiscono un sufficiente innevamento, come peraltro dimostrato da uno studio della Università Bocconi.

A difendere le scelte dell’Amministrazione, c’è il vicesindaco Maurizio Struffi, che nonostante il suo passato di giornalista, appare in difficoltà. Riportiamo quasi integralmente le sue parole: “Al posto di uno sbrego nel bosco per farci passare una pista, sarebbe meglio vedere tutta natura... Posso anche condividerlo. Io non dico che sono state fatte tutte cose giuste. Ammettiamo pure la possibilità che determinate scelte siano da rivedere. Però se questo non fosse stato fatto, l’altopiano di Folgaria avrebbe visto di nuovo l’emigrazione”. Ma se quasi tutto è stato fatto bene, - gli chiede l’intervistatore - come mai gli impianti si ritrovano così pesantemente indebitati? Niente di strano, ribatte Struffi, le cose vanno male in tutti i comprensori sciistici provinciali, con le sole eccezioni di Campiglio e della val di Fassa.

Infine, l’intervento del nostro Luigi Casanova, che allargando il discorso da Folgaria a tutto il Trentino, ha deplorato un sistema che s’imbarca in speculazioni avventate confidando nel fatto che anche se le cose andranno male, ci sarà comunque la Provincia a ripianare i debiti. Un’Autonomia, insomma, gestita male.

E su questo si è gridato allo scandalo: attentato all’Autonomia! Utilizzando un sillogismo notoriamente fasullo: il Trentino è autonomo, tu critichi il Trentino, dunque tu critichi l’Autonomia. Che sarebbe come dire: la mucca è un mammifero, Luigi Casanova è un mammifero, dunque Casanova è una mucca.