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La grande bega

In questa rubrica abbiamo spesso raccontato i dibattiti interni al centro-destra, tralasciando di ironizzare su alcune contemporanee beghe sviluppatesi in seno al Partito Democratico; ci si creda o no, ciò non è avvenuto per spirito partigiano, ma perché la destra è più divertente: serrature cambiate e chiavi sottratte, insulti coloriti, denari mancanti, delegittimazioni reciproche, fino agli appelli struggenti al gran capo di Arcore affinché dia il suo insindacabile verdetto... E poi lo sviluppo delle vicende destrorse è - se non commendevole - almeno cristallino, facile da comprendere e quindi da narrare. (Un aspetto in comune con i guai della sinistra è però innegabile: la frequente mancanza di qualunque visibile motivazione politica, contenutistica).

Tutto diverso a sinistra: quanto accade dentro il PD è senz’altro più educato, ma oltre che poco stimolante, è spesso anche terribilmente intricato, noioso, bizantino. Stavolta poi gli ex compagni hanno superato ogni limite, sicché sentiamo il dovere di occuparcene, anche se per poter penetrare le finezze di questa vicenda servirebbe un teologo, magari assistito da un commercialista.

Qualche lume sui fatti ce lo dà il nostro Piergiorgio Cattani; qui ci limiteremo a rappresentare, citando alcuni dei cento titoli apparsi sull’Adige, i principali elementi di un caso che il comune cittadino ha vissuto con rassegnata stupefazione, sorbendosi per settimane pagine e pagine dedicate ad un gioco dell’oca del quale non comprendeva il reale oggetto; ma il cui sicuro risultato sarà quello di rinfocolare un nefasto sentimento anti-politico già abbondantemente diffuso.

Dunque: con la segretaria democratica (Giulia Robol) in liquidazione dopo l’improvvida auto-candidatura a sindaco di Rovereto, si avanzano le prime ipotesi per il ricambio: “Traghettatori al congresso: il presidente di Comunità o il gruppo consiliare. Ma Elisa Filippi chiede segnali di discontinuità”. E mentre “Robol si chiude nel silenzio”, nel PD “è già battaglia su Filippi segretaria”: difatti “l’ex maggioranza vuole fermarla”.

Olivi la difende: “Non va esclusa Elisa”. Ma la Robol, guarita dall’influenza, chiarisce: “Non mi dimetto a scatola chiusa. Prima un accordo, intanto resto segretaria”.

Al 20 febbraio le azioni della Filippi sembrano in calo: “PD: scattano i veti sui nomi. Sono fuori Olivieri e Filippi”. Eppure, per Vanni Scalfi “il clima è buono”. Passano tre giorni, ed ecco un “cambio di strategia: invece di andare a congresso la segretaria offre alla renziana il tentativo di mettere insieme i pezzi. Ma gli eletti con lei si dividono in due”.

L’indomani è Olivi a dire la sua: “Niente fiducia in bianco a Filippi”.

Venerdì 27, mentre le dichiarazioni seguitano ad accumularsi, la segretaria cittadina del PD di Trento, Elisabetta Bozzarelli, ha un sussulto di ragionevolezza: le viene il dubbio che i cittadini “di fronte a questi dibattiti ci chiedano di cosa diavolo stiamo discutendo”. Ma l’indomani la jam session riprende: “No di Dorigatti, Zeni e Manica a Filippi. Olivi ora invece ci crede”.

L’ultimo titolo che leggiamo prima di andare in stampa non fa sperare in un generale rinsavimento: “Scalfi fa vacillare il tentativo di Filippi. La sua componente non ha digerito che la proposta sia venuta da Robol”.

(A questo punto, tra parentesi: siamo sicuri che una così asfissiante copertura mediatica di tutto quanto personaggi e personaggetti vanno dicendo sia utile?)

Intanto, mentre sulle vicende roveretane l’UPT si spacca e due consiglieri di Forza Italia se ne vanno in segno di protesta contro la candidatura di Claudio Cia a sindaco di Trento, Dellai presenta la “carta fondativa” del suo ultimo coniglio, l’associazione “Territoriali/Europei”, “nata a seguito dell’evento ‘180’ - ci ricorda L’Adige - con l’obiettivo di ridare senso all’impegno di ciascuno e di raccogliere gli stimoli provenienti da più parti”.

Un’iniziativa - chiarisce il suo ghost-writer Alessandro Dalla Torre - che prende la strada dell’apertura al nuovo, del cambiamento e della speranza... L’obiettivo è quello di dissodare lo spazio politico su cui potranno andare ad insediarsi le espressioni civili, sociali, culturali ed economiche del nuovo mondo e del Trentino del futuro”.

Dunque, se il PD, l’UPT o anche Forza Italia vi hanno deluso, sapete dove accasarvi. I più svegli, come l’antico rivoluzionario Michele Nardelli, l’hanno già fatto.

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