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QT n. 3, marzo 2016 L’editoriale

Brennero: mai più una barriera

Il passo del Brennero non è un passo qualsiasi, come ce ne sono tanti altri disseminati nelle nostre montagne. Sono splendidi luoghi formatisi nella millenaria evoluzione della natura che hanno reso possibile il transito dell’uomo attraverso catene montuose altrimenti inaccessibili.

Il passo del Brennero ha anch’esso questa caratteristica comune a tutti i passi. Anzi persino più degli altri. È stato dotato dall’uomo di una maggiore attitudine a favorire il “passo”, cioè il passaggio umano: dispone di strade, di un’autostrada ed anche di una ferrovia per facilitare i collegamenti fra le popolazioni che vivono di qua e di là.

Ma non è solo questo. Il Brennero ha incrociato anche la storia, almeno quella relativamente recente. Nel 1918 è diventato un confine. Fra due stati, l’Italia e l’Austria, ma anche all’interno di un popolo, il popolo tirolese. Questo evento ha prodotto effetti che si sono protratti nel tempo. Il Brennero, per i sudtirolesi, è divenuto nel ventennio fascista un monito, anzi, peggio, una minaccia: dovevano cessare di essere tirolesi. Al di qua del Brennero dovevano diventare italiani, parlare italiano, talvolta anche italianizzare i loro cognomi. Nel ventennio fu anche il luogo dei solenni e tristi incontri fra Hitler e Mussolini.

Poi, dopo la seconda guerra mondiale, lo sbarramento del Brennero cominciò ad essere alleggerito, e pur restando il simbolo di un confine, divenne più penetrabile tra le popolazioni tirolesi che aveva separato. Finché, con il nascere dell’Unione Europea ed il trattato di Schengen, come tutti i confini fra i vari stati, anche il Brennero cessò di essere una barriera e fu liberamente transitabile da tutti. Addirittura si è cominciato a farlo scomparire con la nascita di un progetto fecondo, la creazione dell’Euregio, un’entità politco-amministrativa costituita da Trentino, Sudtirolo e Tirolo.

Il Brennero dunque nella sua storia testimonia un processo di civiltà. Dalla divisione e dalla guerra fra popoli combattuta in suo nome si è passati al suo superamento, ad attenuare ed infine abolire il suo ruolo di confine, a farne un simbolo di collaborazione e fin anche di unità.

Ma è successo qualcosa. Siamo stati sommersi dall’invasione di una imponente quantità di persone disperate che fuggono dalle loro terre e cercano da noi una vita decente. Non è la prima volta che nella storia dell’umanità accadono simili eventi migratori. Anche in epoche relativamente recenti. Il più imponente fu certamente quello che ricordiamo con l’espressione “invasioni barbariche”. Caduto l’impero romano con la sua fastosa civiltà, lo Stivale fu invaso da popoli provenienti da oltre confine, che dopo vicende drammatiche finirono per insediarvisi stabilmente. Fu un rimescolamento di sangue che non ebbe effetti negativi, visto che qualche secolo dopo da questo popolo fu prodotta una delle più splendide fioriture di civiltà mai verificatesi nella storia del mondo - si pensi solo al Rinascimento.

Certo, erano altri tempi. La popolazione era meno numerosa e le differenze forse anche meno marcate. Oggi la situazione è più complessa, molto più difficile da gestire. Ma disponiamo anche di maggiore esperienza e di una cultura più matura.

Almeno così dovrebbe essere. Dovremmo aver capito che le guerre non risolvono i problemi, anzi li aggravano. Che l’intolleranza inasprisce i rapporti umani e crea più danni per tutti. Che i problemi complessi si risolvono con saggezza, tentando di comprenderne le cause e di rimuoverle e non limitandosi a colpirne gli effetti. Questo è l’atteggiamento che l’Europa deve avere dinanzi a questo fenomeno migratorio che è destinato a durare fino a quando appunto non saranno curate le sue patologiche origini.

Ma ciò che stanno facendo alcuni Stati dell’Europa dell’est ed ora persino l’Austria è sconvolgente. L’Austria ha in programma di allestire appunto al Brennero un sistema di controlli e sbarramenti per impedire che dall’Italia entrino nel suo territorio, per restarvi o anche solo per transitarvi, donne, bambini, vecchi e uomini che fuggono dalle guerre e dalla fame dell’Africa e del Medio Oriente.

L’intenzione di tornare ad erigere al Brennero un confine impenetrabile, controllato costituisce un ritorno alla barbarie; è una reazione istintiva, primitiva, incivile, che fra l’altro non risolve il problema, lo aggrava.

Non possiamo tornare indietro. È necessario riprendere il cammino per costruire un’Europa civile, che sia capace di accogliere ed integrare queste masse di disperati e soprattutto di orientare le enormi quantità di capitale finanziario che circola incontrollato da una borsa all’altra verso investimenti produttivi nelle terre da cui questi sventurati fuggono.

Il Brennero non è più un confine. Contrastare chi vuole farne ancora una barriera è un impegno di civiltà.

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Commenti (4)

marcello

Questo trafiletto mi colpisce :"Non possiamo tornare indietro. È necessario riprendere il cammino per costruire un’Europa civile, che sia capace di accogliere ed integrare queste masse di disperati e soprattutto di orientare le enormi quantità di capitale finanziario che circola incontrollato da una borsa all’altra verso investimenti produttivi nelle terre da cui questi sventurati fuggono." Soprattutto la seconda parte.
Sono proprio quei capitali, per continuare ad aumentare, che hanno scatenato questa invasione! E questa invasione che cosa ha prodotto, produce e produrrà? Peggiori condizioni per tutti, all'infuori per quel capitale che continuerà a ingigantirsi, a rubarci sovranità e libertà.
Ben venga questo muro che anche il capitale ci sbatta il naso!

3 prof

quanto alla pronfonda analisi riguardo alle cause delle guerre
e dei fenomeni migratoria colpisce non sottolineare il fatto
che le migrazioni siano partite dopo la felice conclusione della guerra di libia e la liberazione e l'eliminazione dell'ingiusto regime di gheddafy , giustiziato dopo un lungo processo in un tribunale internazionale per salvagardare i diritti dell'uomo (con cui l'italia aveva firmato un trattato di amicizia e non ingerenza ma sono particalori) Guerra di libia particolamente
sotenuta dalla sinistra e dall'emerito presidente napolitano (un poco meno da berlusconi)
Ora la libia è un luogo un po' turbolento ma le gente sta' meglio
tanto che gli è permesso di mettersi su dei barconi alla deriva nel mare nell'attesa che passino gli italiani a salvarli !
Quanta saggezza nella guerra di libia , è proprio vero i vecchi comunisti non ne sbagliano mai una ! sono sempre dalla parte
giusta delle storia !
Certo si puo' chiedere perchè inizino le guerre e chi le sostenga
ma quando i risultati sono cosi' buoni sono domande oziose
peccato non si sia potuti intervenire anche in siria ! avremmo potuto dimostrare ancora una volta la superiorita' morale dell'occidente ! i suoi valori adamantini ! piu' europa senza se e ma sempre avanti costi quel costi , come diceva spinelli
tra qualche secolo avremo gli stati uniti d'europa e sacrifici di oggi saranno ripagati nel nuovo rinascimento europeo nel XXXII dc

4 prof

che il brennero non sia un piu' un confine lo vada a dire al politici
austriaci ! oppure l'austria deve sottomettersi al volere dell'italia
o dell'europa diversamente gli mandiano i carriarmati ?
lei sembra suggerire di andare oltre una dialettica politica
istituzionale ,sembra un fatto vada inposto , o fate cosi' o saltiamo dalla finestra? inoltre le sospensioni del trattato sono considerate
e non c'è alcuna violazione particolare essendo una sospensione temporanea

5 prof

Caro ballardini , se uno studente al liceo facesse simili considerezioni con qualche difficolta' prenderebbe la sufficienza
lo stivale fu invaso da popoli barbari fu invaso e dopo vicende drammatiche finirono per insiediarsi? ma si rende conto di quello ceh scrive? i popoli 'barbari' goti longobardi franchi etc...scesero le alpi per soggiogare con le armi le popolazioni autoctone...crearono nuovi regni con la forza delle armi! vicende drammatiche ? il popolo debole soccombe quello forte prevale vince e diventa dominante
mi sembra che ci siano state ancora di guerre no ? non sara' un caso se l'inglese è diventata la lingua ufficiale del mondo
e gli stati uniti il loro dominio sul mondo lo esercitano ancora
ora come allora con la forza delle armi e la deterrenza atomica
e della marina milatare e aereonautica piu' potenti del globo
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