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QT n. 3, marzo 2021 Trentagiorni

Cara Brigitte Bardot, ti scrivo…

Come diventare famosi nel mondo grazie all’inadeguatezza

Ivana Sandri

Dopo aver stilato titolo e sottotitolo, questo articolo potrebbe già chiudere con la firma, e via si stampi. Ma la sintesi così estrema, seppure pregna di sostanza, non è nelle nostre corde, quindi cercheremo di entrare più nel dettaglio, anche per far felice l’editore, che ha voluto dedicare questo spazio nuovamente ad un protagonista delle fiabe: l’orso/orcocattivo/uomonero.

Purtroppo non stiamo parlando delle fiabe originarie, quelle tramandate essenzialmente per via orale, a fine di intrattenimento, arricchite da fantasia e magia, ma dei veri nonsense letterari che aspirano a creare una narrazione basata su fole e fuffa.

L’offerta di ospitare in un centro in Bulgaria i tre orsi prigionieri al Casteller ha sollevato un polverone mediatico, con le curve similcalcistiche schierate in pro e contro, senza se e senza ma. In tutto questo, appare cerchiobottista la posizione della Provincia, che vede - giustamente! - nella discesa in Trentino della indimenticata star francese una ricaduta mediatica e pubblicitaria pari a svariate campagne di marketing, ma dall’altra parte si guarda bene dal promettere agli esperti di fiducia della Bardot la possibilità di visionare le condizioni di detenzione dei plantigradi e il loro stato psico-fisico. Dopo aver impedito fin da subito a chicchessia l’accesso al Casteller, solo i controlli inviati direttamente dal Ministro Costa avevano potuto superare gli sbarramenti (e accertare, purtroppo, le misere condizioni sia logistiche che psico-fisiche degli orsi). Dopo di che, sceso nuovamente il velo del silenzio e del segreto, avevamo dovuto accontentarci delle dichiarazioni di Giulia Zanotelli, secondo cui i tre animali stavano bene ed erano immersi nel letargo invernale: parole senza alcun supporto rappresentato da foto o video, esami clinici o copie delle cartelle cliniche... Quindi siamo curiosi di vedere cosa succederà, quando l’indomita protezionista francese farà arrivare in Trentino alcuni esperti di sua fiducia. Per la cronaca, solo l’azione di alcuni giovani ha consentito di verificare dove e come vivano DJ3 la timida, M49 amante della libertà, M57 il cucciolo. Una incursione, che ci ha ricordato l’epica penetrazione nell’allevamento di Green Hill, che ha portato sia alla denuncia degli autori dell’incursione (vicenda chiusa positivamente per i denunciati) che alla chiusura dell’allevamento e la messa fuori legge in Italia degli allevamenti di cani per la sperimentazione. Sono bastati alcuni spezzoni del video delle gabbie del Casteller per smentire spietatamente le parole rassicuranti dell’assessora: per amore della rispondenza linguistica, sopravvivere sembrerebbe termine più coerente con il misero trascinarsi di ore e giorni trascorsi nella noia e nel nulla delle piccole gabbie in cui sono rinserrati. Facile sarebbe assumere posizioni aprioristiche e cristalline senza esserne toccati personalmente: allo stato attuale non si può prevedere se si otterrà la liberazione dei tre orsi, come considerato possibile e auspicabile da varie parti, oppure se essi sono gli eredi dei vari miseri spettri che li hanno preceduti nelle gabbie a Gocciadoro e Sardagna, nei recinti di San Romedio e di Spormaggiore.

Siamo convinti del loro diritto a recuperare la libertà, ma in caso di condanna all’ergastolo ben venga l’offerta della Bardot, se significherà migliorare i tanti anni da trascorrere in prigionia (solo dopo aver preso visione delle condizioni di vita offerte nel Parco in Bulgaria, sarà possibile decidere consapevolmente, non prima).

Vero è che lasciare delle gabbie libere potrebbe consentire alla Provincia di catturare altri orsi, riempiendole nuovamente, ma non si possono risolvere i problemi non muovendosi, non facendo nulla. Ragionando così, i canili dovrebbero essere lasciati pieni, per impedire ai proprietari di mollarci i cani di famiglia, quando se ne stufano. Invece i problemi si risolvono cambiando le cose, divulgando conoscenza, diffondendo civiltà e sensibilità. Con grande aspettativa ed emozione attendiamo l’arrivo degli esperti della Bardot; rifiutare loro l’accesso al Casteller scatenerà una grancassa mediatica, ma differente dall’auspicio della PAT: ci seppellirà sotto critiche e ridicolo!