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QT n. 2, febbraio 2023 Servizi

Mafia: “la verità nascosta”

La ‘ndrangheta in Trentino: come a scuola un’assemblea ha fatto maturare conoscenza e consapevolezza.

Nel novembre scorso siamo stati invitati, assieme al Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra e al Coordinamento Lavoro Porfido, a un’assemblea studentesca dell’Istituto “Martino Martini” di Mezzolombardo, per illustrare la realtà dell’infiltrazione mafiosa in Trentino. Analogo incontro abbiamo fatto, all’interno di un percorso di aggiornamento dei docenti, al Liceo Da Vinci e al Tambosi di Trento, ed altri sono in programmazione in diverse scuole.

Al “Martini” alcuni docenti di italiano hanno poi stimolato gli studenti a relazionare sull’incontro, scrivendo in varie modalità, singole o collettive, articoli, riflessioni, che riportassero i loro pensieri e le loro reazioni.

Ne sono usciti dei pezzi variegati, che hanno affrontato il tema da varie angolature. Accomunati comunque dal riconoscimento del forte impatto delle due ore di assemblea, dell’importanza dell’argomento, della volontà di impegno civile che è stata suscitata. Insomma l’iniziativa dei docenti del “Martini” – cioè la nostra esposizione prima, e nei giorni successivi il confronto tra gli studenti e la scrittura delle loro riflessioni – ci sembra che abbia raggiunto diversi obiettivi molto positivi, dalla crescita della conoscenza a quella della consapevolezza. Non è un caso che l’esperienza sia poi stata da una classe denominata “La verità nascosta”, a indicare un percorso che ha portato a conoscere una realtà spesso occultata.

Dei componimenti degli studenti riportiamo di seguito, suddivisi per argomenti, brevi stralci. Da ultimo poi, pubblichiamo la prima parte di una riflessione più ampia sul fenomeno mafioso elaborata da alcune studentesse.

L’impatto emotivo

Il modo in cui… siamo venuti a conoscenza dell’espansione del fenomeno della ‘Ndrangheta... ci ha colpito enormemente, poiché ignoravamo del tutto la potenza e l’efficacia di quest’organizzazione criminale. (V A Amministrazione Finanza Marketing)

Associare i reati di stampo mafioso al Trentino è stato sicuramente sconvolgente, la regione da sempre colorata d’azzurro e dalle vette bianchissime si è creduta forse troppo a lungo immune. (V B Liceo Scientifico Indirizzo Sportivo)

Da questo incontro mi sono portata via informazioni e conoscenze nuove, e sicuramente che porterò nel mio bagaglio culturale per tutti gli anni a venire (V Liceo Scienze Umane A)

La consapevolezza

Le testimonianze raccontate ci hanno reso più consapevoli, facendoci comprendere maggiormente le dinamiche strategicamente adottate dalle organizzazioni criminali, che si sono ormai insediate come parassiti nella nostra quotidianità, illudendoci di essere ancora immuni e distanti da questa dimensione. Ingiustizie, brutalità, violenza, sono molto più vicine a noi di quanto avremmo potuto aspettarci e addirittura, pur vivendo nei dintorni dei luoghi interessati dall’evento, molti di noi non erano a conoscenza dell’accaduto. Ma si sa “la mafia opera in silenzio”, si camuffa nell’omertà. (IV Li ceo Scienze Umane A)

Oggi non possiamo più dire che tutto questo non ci riguarda, nonostante la presa di coscienza la percezione del problema è ancora spesso sottovalutata rispetto alle dimensioni (V Liceo Scientifico Indirizzo Sportivo B)

Soprattutto dopo il racconto dell’aggressione che ha coinvolto l’operaio cinese ho iniziato ad aprire gli occhi. Prima dell’incontro, infatti, avevo l’idea che la mafia fosse una cosa lontana da me, che non mi coinvolgesse in alcun modo e che certi avvenimenti di violenza si verificassero solamente nel Sud Italia. (V LESA)

Il silenzio

Morra ci ha fatto capire, tramite la sua esperienza da insegnante, come il silenzio fosse un segno di problemi: è stato spiazzante realizzare come a causa di ciò, il concetto di infiltrazione sia stato rimpiazzato da quello di radicamento. Il crimine è in mezzo a noi, lo è sempre stato, eppure non ce ne siamo mai accorti. (IV Li ceo Scienze Umane A)

Un’altra riflessione riguarda il modo in cui la ‘Ndrangheta agisce, decidendo di

infiltrarsi silenziosamente - ed è proprio dal muro di silenzio che circonda l’azione criminale che paradossalmente si deduce la sua presenza, visto che si insedia e si espande soprattutto nelle regioni in cui il fenomeno è poco conosciuto e che solo in apparenza risultano meno permeabili alle dinamiche corruttive e mafiose. (V Amministrazione Finanza Marketing A)

La violenza

E’ stato sconvolgente vedere come la strumentalizzazione della violenza e della cattiveria annichiliscono la giustizia e la fiducia verso i rappresentanti di quello Stato che dovrebbe saper difendere i suoi cittadini. Paris e Ferrari ci hanno presentato un focus ampio e dettagliato sulla vicenda del pestaggio dell’operaio cinese, un caso colmo di controversie e anomalie oltre che di brutalità, che ha suscitato in noi disparate riflessioni: ecco quanto facilmente possiamo diventare vittime della furia delle organizzazioni mafiose. (IV Liceo Scienze Umane A)

Durante l’incontro, non potevamo non essere colpiti dalla brutalità quasi disumana, adottata da quest’organizzazione (V Amministrazione Finanza Marketing A)

Lo Stato

Non eravamo a conoscenza poi del livello di corruzione presente nelle Forze dell’Ordine - e come abbiamo potuto sentire dall’intervento del Presidente della Commissione Antimafia, anche all’interno dello Stato - che abbiamo, invece, sempre considerato come il maggiore garante dei diritti e della sicurezza di tutti noi. A tale proposito, nel contesto del caso Lona Lases, ci ha impressionato molto l’omertà dei carabinieri, ma anche dei cittadini (V Amministrazione Finanza Marketing A)

Spesso si dice che “la mafia è lo stato”; solo dopo aver conosciuto il caso del porfido in Trentino in mano alla mafia ci siamo soffermate a pensare su quanto realmente faccia impressione questa affermazione. (V Liceo Scienze Umane A)

Che fare?

Anche nel nostro piccolo, possiamo dare una svolta per evitare che altri rimangano vittime della violenza. (IV Liceo Scienze Umane A)

L’unica cosa che si può fare è limitare la sua espansione, attraverso comportamenti onesti e la segnalazione di eventuali situazioni sospette. (V Amministrazione Finanza Marketing A)

Non solo la politica ma tutti noi siamo chiamati a adoperarci per sconfiggere la mafia, e dare forza a un governo e alle leggi nate per combatterla, iniziando da una cultura che insegni a rifiutare qualsiasi atteggiamento mafioso. (V Liceo Scientifico Indirizzo Sportivo B)

Riflessione sulla mafia

A cura di Yasmine, Gaia, Elena, della V Liceo Scienze Umane A)

Introduzione

La mafia è l’antitesi della libertà, la mafia è corruzione, violenza e ingiustizia.

Superfluo sarebbe parlare di criminalità organizzata, in quanto è una definizione che non soddisfa sufficientemente questo concetto, infatti le opere criminali sono solo una parte del virus mafioso. Non dobbiamo dimenticarci che chi fa parte di queste organizzazioni tende a stabilire un certo dominio sul territorio in cui agisce, assicurandosi il silenzio attraverso minacce, sequestri e tanto denaro reperito illegalmente.

La violenza

Riflettendo su tale tematica, la prima ambiguità che è emersa riguarda l’unicità di questo fenomeno. Nessuna forma di violenza è paragonabile alla mafia. A scuola ad esempio, si viene educati sugli apici della disumanità umana partendo dal basso, non si parla della guerra se prima non si è parlato di pregiudizio, non si parla di devianze se prima non si affrontano le falle del sistema sociale da cui scaturiscono. In questo modo ognuno di noi cresce combattendo la violenza attraverso i piccoli gesti, cosicché non diventino estremi, come è successo e risuccesso durante la Storia.

Tuttavia parlando di mafia ci risulta difficile interrogarci e capire in che modo le nostre azioni quotidiane permettono la sopravvivenza di tale fenomeno, è anche difficile capire come si sia potuto insediare dato che non assomiglia a nessun altro caso storico.

In che modo si combatte la mafia? E’ possibile decodificare i segreti e smascherare per sempre il mostro? Come mai non ci si è riusciti in così tanto tempo?

Il componimento poi prosegue con un’analisi della contraddittorietà del rapporto Stato/mafia a partire dal perdurante ipocrita rifiuto alla legalizzazione delle droghe leggere.