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QT n. 2, febbraio 2024 Cover story

Volontari, piccolo grande tesoro

Trento Capitale Europea del Volontariato: il buonismo che c’è, fa bene, è importante

Se non ci fossero i volontari in Trentino, moltissime cose sparirebbero - ci dice Francesca Fiori, coordinatrice del Centro Servizi Volontariato – Abbiamo realizzato alle Gallerie di Piedicastello una mostra ‘Immagina se non ci fossero i volontari’ con le conseguenze sul Trentino”. Cioè non sarebbero mantenuti i sentieri di montagna, o meglio sarebbero pericolosi o non ci sarebbero più, non ci sarebbe il trasporto infermi, lo sport dilettantistico sparirebbe e quello professionistico avrebbe colossali difficoltà, la protezione civile diventerebbe ben poca cosa, e così la cultura, gli eventi, l’assistenza agli anziani (26.000 invece le ore di volontariato domiciliare nella sola Trento)... Tutta una serie di cose che diamo per scontate vivono sull’apporto, indispensabile, di persone che prestano la loro opera, con generosità e slancio.

Si è appena conclusa la Marcialonga: noi guardiamo i campioni e i dilettanti che arrancano, ma dietro loro ci sono state centinaia di persone che hanno reso possibile l’evento, nella predisposizione del tracciato, nell’accoglienza di migliaia di ospiti, nel far funzionare una macchina colossale. E così per tante altre cose. Per parti importanti della nostra vita. Che senza il lavoro volontario sarebbe più difficile e triste.

Sono 6.510 le organizzazioni no-profit in Trentino, oltre 20.000 i volontari attivi a Trento, e oltre 100.000 in tutta la provincia. È la realtà più consistente in Italia, e probabilmente la meglio organizzata. Quando a seguito del terremoto del 2009 siamo andati nelle zone devastate dell’Abruzzo al seguito dei volontari trentini, siamo rimasti stupiti non solo dalla loro organizzazione, ma dall’incredula, commossa ed immensa gratitudine della popolazione abruzzese, che non si aspettava uno slancio così generoso e al contempo efficace.

È una cosa di cui essere orgogliosi, e sulle cui radici e motivazioni molto si potrà discutere.

In ogni caso, questa nostra realtà ha permesso la scelta, da parte dell’Unione Europea, di Trento come Capitale Europea del Volontariato nel 2024. Un riconoscimento significativo: Trento segue Barcellona, Lisbona, Londra, Sligo (Irlanda), Aarhus (Danimarca), Košice (Slovacchia), Padova, Berlino, Danzica, Trondheim (Norvegia), tutte città - tranne Sligo - più popolose. E le concorrenti erano agguerrite, tra esse l’ucraina Leopoli, che aveva ulteriori forti motivi per essere premiata.

Ad operare, in sinergia con il Comune di Trento, è stato il Centro Servizi Volontariato o CSV, realtà che – finanziata da un fondo alimentato dalle fondazioni bancarie – risulta indipendente da pressioni politiche e a Trento è composto da uno staff di 12 persone. Il suo scopo, come da denominazione, è di fornire assistenza alle associazioni che su tutta una serie di questioni - dall’asfissiante burocrazia all’informatica, alla redazione degli statuti, alla partecipazione ai bandi locali ed europei - incontrano difficoltà altrimenti difficilmente sormontabili. Perché, si sa, il volontario disposto a guidare un’ambulanza di notte, a salvare qualcuno in alta montagna, ad assistere un malato terminale, non è detto che sia altrettanto disposto a spaccarsi la testa su codicilli e partite di giro.

A questa attività normale, il CSV ha aggiunto la partecipazione alla competizione prima, e una volta vinta, alla gestione, della Capitale del Volontariato.

Lo scatto in più che ha permesso questo risultato, è l’approccio all’argomento: il volontariato visto come momento fortemente positivo non solo per i pur importantissimi risultati benefici che produce, dalla gestione delle aiuole allo sport per migliaia di giovani, ma per gli effetti che induce nei volontari stessi: “Il volontariato rende la gente felice” è lo slogan della manifestazione, che difatti ha tempestato le vie della città di manifesti che mostrano persone liete di aiutare, di essere utili.

Non solo: queste attività diffondono solidarietà, partecipazione, democrazia (anche se non sempre), inclusività. Che poi sono gli stessi valori alla base del patto europeo, se vogliamo guardare la UE al di là delle ovvie convenienze internazionali di avere dimensioni adeguate nell’era della globalizzazione. Di qui la spinta dell’Unione verso gli stati membri, e la fissazione di obiettivi di sviluppo del volontariato da raggiungere in vista del 2030.

A livello internazionale sono tantissimi gli studi sugli effetti del volontariato sulla coesione sociale” – ci dice Fiori. E di coesione la nostra società, come pure quelle delle altre nazioni europee – aggiungiamo noi - abbiamo tremendo bisogno, in un’epoca di laceranti disillusioni e crescenti particolarismi.

Anche su questo si impegnerà Trento Capitale del Volontariato (CTV): tra gli obiettivi dei lavori, infatti, ci sarà proprio anche una valutazione, effettuata dall’Università di Trento (dipartimento di Economia) sull’impatto sociale ed economico del volontariato sul livello territoriale.

Il percorso

Per definire il progetto di Trento Capitale, si era partiti già nel 2022, attraverso un percorso che ha da subito coinvolto 127 realtà, tra associazioni e volontari singoli (a questo proposito ricordiamo che esiste la figura del singolo cittadino che si mette a disposizione per operare da solo nella gestione di un bene comune, per esempio curando l’aiuola sotto casa, d’accordo con il Comune che gli fornisce supporto, assicurazione ecc).

Già da quest’ultimo esempio si vede come uno dei problemi sia la strutturazione della buona volontà: farla cioè confluire in una visione complessiva, mantenendo l’entusiasmo, dando continuità all’azione, senza peraltro depotenziarla con la burocrazia.

“Durante la pandemia a Trento sono state 700 le persone che si sono messe a disposizione per aiutare i più fragili – aggiunge Fiori – E allora, dopo il Covid, ci siamo trovati nella necessità di ragionare su come valorizzare questo grande capitale di disponibilità. In questo contesto la candidatura è stato uno stimolo, abbiamo rimesso in moto energie”.

Ecco: come si valorizzano i principi fondanti del volontariato, come si affrontano difficoltà vecchie e nuove è il tema di fondo di Trento Capitale. Tenendo innanzitutto presente che, anche se la Cabina di Regia è formata dal Centro Servizi Volontariato (per l’occasione allargato a una quindicina di persone) e dal Comune di Trento (che ha coinvolto i propri servizi) il focus non è certo solo sulla città, ma su tutto il Trentino, anche perché nelle valli il volontariato è ancor più, e di molto, presente e pregnante. È il corpo dei Vigili del Fuoco, il lavoro, la squadra di calcio, il Soccorso alpino, a dare identità a un paese, molto di più di quanto non succeda in città o nei suoi sobborghi.

Gli obiettivi

Detto questo, vediamo nel concreto i lavori avviati e previsti, attraverso appositi Gruppi di lavoro.

Il primo gruppo è quello della Narrativa. In pratica si tratta di definire e comunicare i valori di cui sopra. Per diffonderli, per farne capire l’importanza, per chi li vive, per chi ne beneficia, per l’insieme della società. A questo fine, oltre alla creazione di un sito www.trentovolo.capital (al cui interno c’è la possibilità, per il singolo o l’associazione, di proporre nuove iniziative dentro Trento Capitale), si è avviata la campagna “Gente Felice”. Sembra una cosa ovvia, ma è bene renderla evidente a tutti: fare i volontari fa bene.

Legato al primo c’è il gruppo della Sensibilizzazione nelle scuole. A operarvi ci sono diverse associazioni (anche Questotrentino, che in diversi istituti superiori di Trento, Rovereto e della provincia ha promosso dibattiti, assemblee, stage sul tema della Mafia in Trentino) e così associazioni di scambi all’estero ecc.

Il punto è mettere a sistema queste offerte che talora possono risultare perfino sovrabbondanti e di disturbo all’attività curricolare, in maniera che il tutto sia più semplice ed efficace. Così da sostituire la possibile competizione tra associazioni con la collaborazione.

Segue a ruota l’argomento giovani, tema di grande momento. Anche perché diverse associazioni, tradizionali e consolidate, soffrono di un invecchiamento dei volontari, sopra.ttutto nei gruppi dirigenti, e quindi di seri problemi di ricambio generazionale. Su questo si sta lavorando. Anche perché, nonostante il solito ritornello (“Non ci sono più i giovani di una volta”), la disponibilità dei giovani ci sarebbe, ci sono associazioni fatte quasi interamente da giovani. Per arrivare ad un incontro si tratta di mettere a fuoco delle condizioni preliminari: i linguaggi diversi, i terreni di collaborazione, le differenze nella gestione dei tempi di disponibilità, ed altro ancora. Un esempio per tutti: tra Extinction Rebellion e Alpini sono possibili rapporti?

Riguarda non solo i giovani il gruppo scambi europei di volontari. È come l’Erasmus, che era per gli universitari in università europee, ma qui lo scambio è per volontari in enti no profit europei. Per intersecare esperienze, per creare e cementare solidarietà.

Forse ovvio è il tema della digitalizzazione: dare supporto digitale alle associazioni da parte di volontari. È un mutuo aiuto quanto mai necessario, soprattutto se si tiene presente l’età spesso non freschissima di molti volontari. Ci sono già associazioni che ottemperano a questo compito, si tratta di mettere tutto a sistema, far incontrare bisogni e soluzioni.

Il gruppo banca dati sembra banale. In realtà non esiste un elenco minimamente esaustivo delle associazioni e organizzazioni no-profit, è un mondo, anzi sono mondi, variegati, a prima vista tra gli Psicologi per i popoli e i giovani di Friday for Future non sembrano poter esistere connessioni strutturate.

Ci sono diverse banche dati dei singoli settori, e anche queste non certo esaurienti. Bisognerà completarle e farle convergere. Lo scopo, oltre che pratico, è anche politico, soprattutto a livello nazionale: un movimento ampio può avere ben altro peso che tanti spezzoni parcellizzati, il coro di Pellizzano può avere peso in Comune, ma l’intera coralità trentina conta zero a Montecitorio.

Due gruppi poi lavorano su piattaforme di scambio. La prima è il Matchmaking, che fa incontrare richieste e offerte di volontari, chi ha bisogno di aiuto e chi si offre di darlo, chi vorrebbe dare una mano in un’associazione con certe caratteristiche, e l’associazione adatta ecc. La seconda piattaforma è quella di Scambio e incontro tra realtà associative, che rende possibili gli scambi di attrezzature e competenze, e quindi, oltre agli aspetti pratici, serve per fare rete.

Più complesso, ma anche innovativo, è il Volontariato di impresa. Sono esperienze già in atto: l’impresa disponibile permette ai dipendenti di dedicare, all’interno dell’orario di lavoro, del tempo per il volontariato. È rivolto soprattutto ai lavoratori prossimi alla pensione, che evitano quindi di passare dal lavoro in azienda al vuoto esistenziale, e così trovano uno scivolo verso un’attività sociale. D’altra parte l’impresa ottempera a una responsabilità sociale, produce welfare aziendale. Il gruppo di lavoro è impegnato nell’affrontare alcuni nodi critici dell’esperienza.

Quasi ovvio è il gruppo Semplificazione. Non ha un compito facile, si tratta sostanzialmente di individuare le procedure nella pubblica amministrazione semplificabili anche attraverso l’uso del digitale, e nel contempo mettere delle persone a supporto delle associazioni in difficoltà. Tenendo presente, comunque, che un certo livello di burocratizzazione è inevitabile e anche doveroso: la rendicontazione è la base di un corretto funzionamento.

Infine il gruppo Spazi per la cittadinanza. Si tratta di individuare delle modalità operative con cui si creano gli spazi di comunità, sulla scorta dell’esperienza attuata a Trondheim in Norvegia, capitale del 2023, con case del volontariato dove convivono diverse associazioni. Anche a Trento c’è un immobile a ciò dedicato, ma ognuno si fa gli affari suoi: il problema è invece come lavorare affinché si instaurino delle relazioni.

Obiettivo: rafforzare l’ecosistema

Questi che abbiamo sintetizzato, sono gli ambiti in cui Trento Capitale intende approfondire i temi, sia nell’ottica di comunicare quanto siano preziose per la società tutte queste attività indirizzate al bene comune, sia in quella si rafforzare ed adeguare questo mondo ai cambiamenti in atto.

L’obiettivo è rafforzare l’ecosistema” ci dicono al Centro Servizi. Scusate se è poco.

Ci sarebbero altri problemi, a iniziare dai rapporti, in alcuni casi molto evidenti, tra la politica e le associazioni. Ma forse sono aspetti secondari. Ci ripromettiamo di ritornarci.

Per intanto ricordiamo i momenti principali in programma:

-inaugurazione il 3 febbraio, con la presenza a Trento del Presidente Mattarella;

-a maggio visite studio delle ex capitali del volontariato a Trento per studiare le nostre esperienze;

- connessioni tra Capitale Europea e gli altri eventi cittadini, Festival dell'economia, Filmfestival ecc;

- rendicontazione delle attività dei gruppi di lavoro;

- evento di chiusura con il passaggio alla prossima capitale: Mechelen, in Belgio.