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QT n. 2, febbraio 2009 Servizi

Riduzione dei rifiuti: vent’anni dopo

Ad Arco avevano tentato inutilmente nel lontano 1987: adesso ci prova il Comune di Trento

Distributore di latte

La gestione sostenibile dei rifiuti oggi sembra diventata una necessità. Ma solo fino a qualche anno fa non era così, pur con le dovute eccezioni. Come quella del Comune di Arco. Correva l’anno 1987 quando la Giunta approvò un’ordinanza che vietava agli esercizi l’uso di borse in plastica non biodegradabile e la vendita di bevande in bottiglie di plastica. A quei tempi eliminare le borse di plastica e minimizzare gli imballaggi voleva dire più o meno costruire una cattedrale nel deserto o essere considerati degli utopisti. Infatti nel giro di sei mesi la "battaglia contro la plastica", come la chiamò la stampa di allora, fu persa: l’opposizione dei commercianti, ricorsi al Tar, polverizzò sogni verdi e all’avanguardia - forse troppo all’avanguardia - della Giunta Ioppi. La Storia però pare oggi dare ragione a chi, nell ‘87, ci aveva creduto per primo.

Anche il Comune capoluogo ha infatti iniziato a muoversi con decisione sulla strada della riduzione dei rifiuti, imitando proprio l’esempio arcense del 1987. Il Comune di Trento ha infatti deciso di promuovere gli "eco acquisti", per dire no alle borse di plastica e ridurre gli imballaggi non riciclabili. Si è partiti dalle farmacie, comunali e non, con un esperimento da riproporre poi su larga scala, che prevede la sostituzione dei normali sacchetti in plastica con altri in carta o in bioplastica, che possano essere recuperati nella raccolta differenziata dell’organico, d’ora in poi recuperato attraverso il sistema "porta a porta".

Proprio l’introduzione della raccolta casa per casa innescherà un processo più ampio, secondo Silvio Fedrizzi, ingegnere comunale responsabile del progetto. La tassa basata sulla produzione di rifiuti domestici si rifletterà sul modo di comprare e di consumare dei cittadini. Fedrizzi ricorda che la Coca Cola ha ridotto in cinque anni lo spessore di lattine e bottiglie per pagare meno tasse sul volume degli imballaggi, e negli uffici di via Ghiaie si calcola che la stessa motivazione economica spingerà la popolazione a ridurre i propri rifiuti.

Con l’avvio del porta a porta a pieno regime si guarda poi alla grande distribuzione. Oltre che sulla sensibilizzazione di addetti ai lavori e consumatori e sull’introduzione di shoppers eco-compatibili, si punta anche all’introduzione di cassette per ortaggi smontabili e riutilizzabili. Non solo: nei negozi ci saranno angoli appositi dedicati ai prodotti a basso impatto ambientale, come detersivi alla spina e pannolini lavabili.

Anche le grandi catene di elettronica dovranno adeguarsi al risparmio energetico per gli schermi, le luci e i monitor costantemente accesi. "La crisi economica di oggi – afferma l’assessore all’ambiente di Trento, Aldo Pompermaier – può tornare utile per sensibilizzare e frenare un consumo illimitato di risorse limitate".

Decrescita felice dunque? Non proprio. In fondo, specialmente per la grande distribuzione, è anche e soprattutto una questione di marketing. I commercianti infatti, diversamente da quelli arcensi che nell’87 erano insorti, sono concordi nel puntare su strategie amiche dell’ambiente, magari sperando in un ritorno in termini di immagine. Al momento esistono solo alcune perplessità nei confronti di prodotti acquistati già imballati, in quanto, rilevano gli esercenti, non si possono togliere o ridurre gli imballaggi ai prodotti che li prevedono per legge.

L’ente comunale stesso ha deciso di dare il buon esempio, avviando un sistema di "Acquisti pubblici verdi". Altrimenti chiamato "Green Public Procurement" (GPP), questo strumento implica per un ente pubblico l’attenzione, in fase d’acquisto, nei confronti di prodotti e servizi con un ridotto impatto sull’ambiente nell’intero ciclo di vita, dalle materie prime allo smaltimento. Ciò implica, fra l’altro, l’adozione negli uffici pubblici di carta riciclata e la riduzione al minimo di rifiuti cartacei, grazie anche a rassegne stampa e buste paga online, stampa fronte retro, e così via. La strada da fare è ancora molta, ma da via Ghiaie assicurano che ci stanno lavorando, grazie all’avvio di un tavolo di lavoro apposito.

Siamo quindi arrivati, nel 2009, a comprendere la necessità di pensare concretamente a un binomio sviluppo-ecologia? Stando alle azioni del Comune di Trento si potrebbe dire di sì. Con grande soddisfazione degli avveniristici arcensi dell’87, che oggi possono dire: "Ve l’avevamo detto".