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Mandarli tutti a casa?

Giuseppe Parolari

Caro Ettore Paris, da vecchio e affezionato lettore, prima di Questotrentino e ora di QT, osservo la tua insistente e per certi versi sorprendente volontà di colpirmi. Non saprei infatti come meglio definire quanto hai scritto a pag. 18 dell'ultimo numero (Fratelli minori di Super Dellai?).

Leggendo il tuo scritto, sembra quasi che QT non si renda conto che "culi di pietra" non sono solo quelli mollemente adagiati sulle poltrone delle varie associazioni imprenditoriali, ma anche quelli che hanno preso possesso del Consiglio provinciale. Infatti, mentre QT bastona (giustamente) i primi, tu difendi (perché?) i secondi contro di me.

Non vorrei che la ragione di questo atteggiamento che disorienta quanto meno me - non so gli altri lettori - originasse dal fatto che il sottoscritto ha la (s)ventura di trovare ogni tanto ospitalità sul giornale di Barbieri, un direttore che mi pare non ami tanto. Se sapessi che non fa parte del tuo stile, sembrerebbe quasi trattarsi di una conseguenza del fatto che "gli amici dei miei nemici sono miei nemici".

Sono certo che non è così, ma proprio per questo mi auguro che anche tu non cada nel tranello di chi vorrebbe farmi apparire come un ambizioso che fa di tutto per sgomberare il campo dai vecchi politici al fine di prendere il loro posto.

Ti posso invece assicurare che sono lo stesso che tu hai conosciuto quando venivo cacciato dai padroni delle fabbriche dell'Alto Garda e delle Giudicarie o quando denunciavo, rischiando sempre e solo del mio, le morti da lavoro della Collotta-Cis di Molina di Ledro o quando facevo il commissario della casa di soggiorno di Rovereto, compiti nei quali ho dato sempre tutto quanto potevo dare, mi pare anche con buoni risultati.

Come allora, anche oggi non ho fregole particolari, certamente non quella di fare il consigliere regionale. Ho un lavoro ben remunerato e ricopro cariche pubbliche elettive non secondarie, senza che nessuno mi abbia mai regalato niente e senza aver mai fatto le scarpe ad altri. Sono soddisfatto di quanto ho, senza dover cercare nuove soddisfazioni. Perciò, se candiderò alle regionali, sempre che la Sinistra Democratica lo ritenga utile e io decida di fare questa scelta, sarà solo perché ritengo di poter dare e dire ancora qualcosa di più.

replica/risposta

I compagni di partito come i culi di pietra

Continuiamo a non essere d'accordo con Parolari. Non si possono mettere in un mazzo tutti i politici: chi per lunghi mesi ha battagliato per le riforme, e chi con tutte le sue forze le ha ostacolate. Sembrerebbe un principio elementare: il fatto che Parolari continui a non capirlo ci appare inconcepibile; e francamente ci sembra paradossale che accomuni ai culi di pietra abbarbicati alle poltrone i suoi compagni di partito, che a suo tempo vista l'impossibilità di fare le riforme, hanno saputo rinunciare alla seggiola di assessore.

Ettore Paris