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Le barbaridades trentine

Giorgio Jellici

Una volta tanto mi faccio vivo non per criticare, ma per ringraziare. Per ringraziare QT dell’ottimo servizio sul "roccolo provinciale"- patrocinato dal truce ed ambiguo Dellai e, si capisce, finanziato con i soldi dei contribuenti - che servirà a catturare con le reti gli uccellini, per martirizzarli poi senza pietà ed impallinarne altri, così, tanto per diporto o, come sparlano i cacciatori, per la passion de la caza - alla faccia di Gandhi che diceva invece che la civiltà di un popolo si vede anche da come tratta gli animali.

Il rapporto di Ettore Paris, Mauro Nones e Ugo Bassetti sul numero dell’11 novembre, se mi permettete il giudizio, è ben documentato, pervaso di civismo e toccante nella sua costernazione di fronte a codesti fatti trentini tanto incivili, che se io li raccontassi all’estero, dove vivo, nessuno mi crederebbe. E leggendo e rileggendo il rapporto pensavo: che bello se lo leggessero anche alcuni studenti e ne raccogliessero il disperato j’accuse e scendessero in piazza… di preferenza non durante le ore di lezione, per ribellarsi a queste barbaridades (che in spagnolo non significa solo "atrocità", ma anche "atti di demenza"). Che bello se fossero i giovani a opporsi a questa retrograda caccia cisalpina, tanto inconciliabile con il sentire dei Paesi dell’Europa avanzata. Ma poi mi chiedo: nel ben pasciuto Trentino ce ne saranno giovani che leggono Questotrentino? Sperénte.

P.S.: Già che ci sono vorrei anche dire che, sempre a mio avviso, QT - dopo i malori oscuri - si è fatto più completo, senza esser meno combattivo: per Trento è una fonte di informazione e di stimolo intellettuale irrinunciabile, sempre salva restando le opinioni personali sui rispettivi temi. E mi domando quando - per la madonna - se ne accorgeranno i trentini.