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QT n. 14, 13 luglio 2002 Servizi

“Il centro-destra sarebbe peggio”

Quattro anni di governo visti dal segretario dei DS Mauro Bondi.

Dopo 4 anni di governo provinciale, che bilancio può trarne il centro-sinistra? Ne parliamo con il segretario di DS trentini, Mauro Bondi.

Mauro Bondi.

"Distinguiamo: c’è una responsabilità politica, che riguarda i DS e la mia persona; una amministrativa, che riguarda il presidente Dellai e la sua giunta; una legislativa, che riguarda tutti i consiglieri del centro-sinistra, che unanimemente hanno votato tutti i passaggi importanti".

Intende scindere le sue responsabilità da quelle del governo che appoggia?

"Le prime responsabilità me le assumo io. Le altre le condivido con alleati, assessori, consiglieri".

Arriviamo al dunque: questi quattro anni di governo…

"Non posso che prendere per buoni i giudizi del nostro gruppo consiliare, sempre unito nel valutare tutti i passaggi delicati, approvati sempre all’unanimità".

Ma qui il problema non è se il consigliere Passerini (oggi promotore di Costruire Comunità, molto critica verso la Giunta, ndr) è stato o meno d’accordo; il problema è come voi avete governato.

"Il problema Passerini è importante, perché da lì vengono le critiche. Sulla Jumela ero contrario, ma, come unanimemente ha valutato il gruppo consiliare - non poteva essere motivo per far cadere il governo. Ho giudicato negativamente l’approccio al problema dei rifiuti, ma vedo un’evoluzione positiva dopo la conferenza provinciale…"

Ma Dellai non ha fatto alcuna marcia indietro, non parla nemmeno di bioessiccazione, di eliminazione delle rotoballe, ha solo demandato la decisione all’ufficio Via, che peraltro controlla. E intanto ha stretto ulteriori legami societari con l’ASM di Brescia.

"La situazione è aperta. Non c’è dubbio che un inceneritore ci vuole, occorre che sia il più piccolo possibile. E su questo le cose stanno cambiando.

Un altro punto: molto positiva è stata la politica della Giunta su Università e ricerca".

In questo non c’è niente di nuovo. Si è solo proseguito una politica da tempo avviata.

"Il centro-destra a Roma gli stanziamenti per la ricerca li ha diminuiti. Qui sta la differenza".

Eppure nel comparto ricerca-tecnologia dobbiamo registrare l’ingombrante presenza di carrozzoni immobili, come Informatica Trentina, Infostrutture…

"E’ un elemento negativo, certo. Come il non aver supportato la riforma istituzionale di Pinter".

E’ uno dei nodi del governo. Questi carrozzoni sono in mano a sottopancia di Dellai, e per favorirli si imposta l’insieme della politica provinciale. Basta pensare a Sit-Trentino Energia, alla sua alleanza con Asm di Brescia e alla conseguente opzione pro-inceneritore.

"Non è stato Dellai a aprire a Brescia, è stata la Municipalizzata di Rovereto. E’ vero, il presidente non ha la forza riformatrice per innovare quello che si trova, va avanti su strade già aperte. Così del resto è stato sulla Jumela, con gli impianti già previsti nel Pup".

Questo potere solo personale, con gli uomini di fiducia alla guida dei carrozzoni, mi sembra una triste novità per il Trentino.

"Dellai si limita a sfruttare la situazione, secondo la sua logica".

E’ anche la vostra logica? Il Trentino in mano ai carrozzoni in mano a uomini del Presidente?

"Ci sono alcuni uomini del Presidente, scelti da una Giunta in cui ci sono persone che apprezzo come Pinter e Andreolli. Sono state nomine condivise".

Questo è il punto. Non è una responsabilità, una débacle di tutto un ceto politico?

"Non sono d’accordo. Alcune di queste scelte ci piacciono, altre no: ma condividiamo l’insieme, il quadro complessivo. Sono momenti dialettici dentro un percorso unitario; condiviso da tutti, Passerini compreso".

Veniamo all’esperienza della Regione. Non solo si è conclusa malamente la vostra presidenza: sembra svanita ogni ipotesi di riforma.

"E’ cambiato il quadro nazionale: con questo governo a Roma, qualsiasi modifica statutaria rischia di aprire il varco a modifiche di ben altra natura".

Ma qui non c’è alcuna proposta...

"C’è una proposta dei DS…"

Ma ce ne vuole una del centro-sinistra, condivisa dalla SVP.

"Noi facciamo le nostre proposte. E anche se avessimo l’accordo degli altri, poi avremmo il problema di portarle avanti in questo quadro nazionale".

Insomma: il centro-sinistra le riforme non riesce né a farle, né a proporle, in Regione come in Provincia. Nell’amministrazione non si riesce a trovare interventi positivi di un qualche peso. Non è una sconfitta verticale?

"Io non la vedo così. E nemmeno il mio partito. E se anche il giudizio fosse così negativo (e non lo è) il centro-sinistra trentino garantisce quello che il centro-destra nazionale non garantisce, né quello locale garantirebbe. Noi la società la teniamo unita, loro la lacerano. Se vincessero, avremmo l’economia che va male, tasse che non diminuiscono, conti pubblici a catafascio, scontro sociale. Il tutto in un quadro di disvalori inaccettabili, dall’intolleranza alla ricerca del profitto senza remore morali."