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QT n. 5, 8 marzo 2003 Servizi

Visetti:“Cambio di testata, un bilancio senz’altro positivo”

Visetti, quali sono i motivi del cambio al vertice del giornale?

E’ stato un ragionamento fatto assieme all’editore. Dovevamo preparare un nuovo piano editoriale, per una durata di 3-4 anni, durante i quali sarei stato vincolato. A me è parso un periodo troppo lungo: ho voglia di cambiare, tornare a un lavoro più libero. Allora questo è stato il momento giusto per cambiare.

Il direttore uscente del "Trentino", Giampaolo Visetti.

Cosa farai?

Resto nel gruppo Espresso, con un incarico impegnativo, ma che non sono ancora autorizzato a comunicare.

Hai portato a termine un’operazione non semplice: il cambio di nome del giornale di Trento. Oggi, come la valuti?

Abbiamo ripensato l’azienda; che era centralizzata a Bolzano, con due sedi periferiche. Ho lavorato per mantenere un’unica direzione, ma con livelli di responsabilità locali più elevati. E’ questo che chiede la realtà: i trentini si sentono trentini, non abitanti della regione. E così per Belluno. Prima Bolzano emanava tutto, ora abbiamo tre realtà con buoni livelli di autonomia, dal lavoro di redazione al controllo della diffusione. Ci restano delle cose ancora da fare, che verranno affrontate nel prossimo piano editoriale: a iniziare dall’arrivo a Trento di un condirettore, Paolo Catella, proveniente dal Messaggero Veneto di Udine.

Uno venuto da fuori non partirà con un forte handicap di conoscenza della realtà trentina?

Un giornalista bravo e onesto questo handicap lo rimonta. E sia Catella che il nuovo direttore Marson sono considerati nel gruppo Espresso tra le persone di maggior qualità. Per di più Catella arriva come elemento in più in una redazione in cui già ci sono, ampie e valide conoscenze e competenze.

Veniamo alla tua direzione: il Trentino non è riuscito a recuperare nei confronti de L’Adige, come era negli auspici.

E’ stato un periodo difficile per tutti i quotidiani italiani: noi abbiamo avuto meno difficoltà degli altri, e ora siamo in ripresa. Il bilancio del cambio di testata è ampiamente positivo; e il progetto va avanti.

Avevi promesso un "giornale più asciutto". Non mi sembra che sia stato così...

Abbiamo tagliato due pagine alla cronaca di Trento, dandone di nuove alle altre realtà, ai sobborghi, alle frazioni. Insomma, abbiamo diversificato l’offerta, coprendo nuove zone. E i singoli pezzi sono stati notevolmente accorciati. Poi, leggere tutto un quotidiano è impossibile. Noi forniamo un menù, e il lettore sceglie.

Sul giornale si avverte poco la presenza del direttore. E sembra che manchi una linea.

E’ un rilievo che fatico a capire. Più che una linea, abbiamo cercato di esprimere una cultura, dei valori in base ai quali valutare i fatti. Non penso che si debba essere troppo invasivi, dire al lettore come deve pensarla. E poi ho cercato di chiamare persone competenti nelle varie materie, ad esprimere giudizi sui singoli aspetti: i giovani, la giustizia, la sanità...

Un esempio, la questione dell’inceneritore: L’Adige ha condotto una campagna con una linea chiara, voi invece siete molto oscillanti...

Ho ospitato un intervento a favore dell’inceneritore, affidato a un esperto del settore, il prof. Ravalli. Perché non riteniamo che esistano alternative credibili. Illudere i trentini sul bioessiccatore significa rimandare la soluzione del problema alle calende greche.