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Pensplan: insostenibile

Bruno Dorigatti

La CGIL del Trentino accoglie con grave preoccupazione le notizie relative ai passivi di bilancio registrati anche quest’anno dal Centrum Pensplan. Ritengo allora opportuno formulare alcune considerazioni su una società posseduta a stragrande maggioranza dalla Regione, e dunque finanziata con i soldi pubblici. Iniziando proprio dal ruolo della Regione, che nella migliore delle ipotesi ha riservato un’attenzione del tutto insufficiente alle modalità di utilizzo delle risorse da parte del Centrum.

Nonostante i cambiamenti di Giunta e i ripetuti avvisi del sindacato, la Regione non ha nemmeno tentato di risolvere una situazione che manifesta da mesi tutta la propria gravità. La mancata delibera della attuale Giunta regionale sul rinnovo del Consiglio di Amministrazione ne è una conferma.

Anche le dichiarazioni del Presidente Andreotti, purtroppo, rivelano ancora una volta una disarmante disattenzione nella lettura di quanto sta accadendo.

Ciò vale di certo in riferimento agli investimenti rivelatisi assolutamente arrischiati, alla disinvolta decisione di offrire dei servizi sul libero mercato, ma anche, ad esempio, per quanto riguarda la stessa gestione delle strutture e delle risorse umane.

Appare infatti tutto fuorché equilibrato un Centro di proprietà regionale che, su un totale di 39 dipendenti, ne impiega 3 a Trento e 36 a Bolzano. E tra questi ultimi, non sono in pochi quelli che per il loro incarico devono ringraziare soprattutto le pressioni di precisi sponsors di partito.

L’autonomia garantita al Centro rischia allora di scivolare progressivamente verso la creazione di un potentato autoreferenziale, tanto più disinvolto nell’amministrazione delle risorse quanto più sarà nei fatti immune dall’azione di controllo da parte della Regione.

L’aumento nel 2002 delle passività di gestione del Centrum, a cui non si può non aggiungere il pesante fardello derivato dalle immobilizzazioni finanziarie, impone una seria riflessione sull’impronta da conferire all’attività futura.

Mi limito a ricordare che se Laborfonds avesse seguito gli inviti ed i richiami ai vantaggi del rischio più e più volte formulati dagli amministratori del Centrum, si troverebbe oggi a navigare in un mare di perdite. Per fortuna così non è stato, ma a maggior ragione mi auguro che in futuro il Centrum ricominci a pensare ai bisogni dei contribuenti, smettendo una volta per tutte di impartire rovinose "lezioni".

Anche perché perdite come quelle registrate determinano normalmente una semplice conseguenza: la rimozione del Consiglio d’Amministrazione.

Bruno Dorigatti segretario generale CGIL del Trentino