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QT n. 8, 22 aprile 2006 Servizi

In visita al canile di Trento

E’ una struttura decorosa, ma si deve trasferire. E vorrebbe diventare qualcosa di speciale.

A proposito del canile di Trento, un edificio quasi pericolante, strizzato tra tangenziale ed autostrada a Campo Trentino, si è sempre parlato di inadeguatezza. Da qualche tempo si parla anche di intralcio, visto che, per far posto ad una bretella stradale da costruire su una parte della sua pertinenza, 4.500 metri quadri, la struttura dovrebbe essere spostata altrove. Molte le ipotesi avanzate e così, per saperne di più sul canile di oggi e di quel che sarà domani, siamo andati a maso Sembenotti a parlarne con i responsabili della struttura.

Ci si arriva facilmente dalla rotonda di corso Alpini, passando sotto la tangenziale e prendendo a destra per un chilometro. Messi in guardia dalle frequenti immagini scandalo passate dalla TV di cani maltrattati e tenuti in gabbie strettissime, ci si arriva un po’ prevenuti pensando a odore di escrementi, abbaiare assordante di cani in gabbia, avanti e indietro senza meta, disordine, sguardi disperati, corpi sporchi, cani da soli ed altri con troppa compagnia.

Niente di tutto questo. Si entra accolti dallo stretto abbaiare che ogni cane che si rispetti rivolge ad un intruso. Basta però avvicinarsi a qualche gabbia e lasciarsi annusare un momento perché tutto cessi e gli animali riprendano il loro trotterellare alternato da lunghi riposi.

Sembra di essere nel cortile di una casa agricola di non troppi anni fa, con le gabbie per conigli, galline e capre ai margini. Solo che qui ci sono dei cani. La pulizia è totale, nessuna traccia di escrementi al suolo (di certo meno che in piazza Duomo), e l’odore degli animali è appena percettibile, portato via dal vento da nord sempre in movimento in questa zona; e tantissimi volontari che vanno avanti e indietro. Tutti gli animali sono vivaci, ben curati, senza museruole, guinzagli o collari: il massimo della libertà per un cane.

Se non fosse per le gabbie, ben s’intende. Ma nemmeno su queste niente da dire: spaziose, circondate da una rete metallica molto alta, al suolo ghiaia e paglia perché il cemento non usuri in modo eccessivo le zampe degli animali

Ci viene incontro la signora Almut, presidentessa della struttura. Molto cortese, ci dà alcune informazioni generali. Le chiediamo, quasi in modo provocatorioa cosa serva un canile.

"Per noi - ci risponde - è un luogo dal quale partono dei segnali alla società. Pensarlo solo come un contenitore di cani abbandonati non ha senso. Vogliamo far diventare questo canile un centro di servizio al servizio dei cittadini e degli amanti degli animali, dove uno possa portare il proprio animale ad incontrare altri cani, insegnandogli il corretto comportamento da tenere, informarsi di cure, dove si possa fare sensibilizzazione contro i maltrattamenti e l’abbandono, formare dei volontari al recupero di cani traumatizzati. Un posto dove aiutare chi desidera un cane ma è ancora titubante e mettere a disposizione di chi ha difficoltà in casa col cane un educatore in grado di dargli consigli su come risolverle. Questo deve essere il canile: un’opportunità per il cane di ricostruire un buon rapporto con l’uomo e gli altri cani ed un servizio alla cittadinanza in forma di consultazione ma anche materiale: dalla piccola cura all’accoglimento per abbandono per strada o per la morte del proprietario".

Sarà così il nuovo canile?

"Spero di sì, ma già ora stiamo lavorando in questa direzione. Noi dell’associazione del cane abbiamo presentato un progetto, approvato dal Comune. Abbiamo però bisogno di più spazio, almeno 10 mila metri quadri contro i 4.500 di oggi. E’ una superficie molto grande, ma questa è stata l’indicazione dei tecnici per una struttura innovativa".

Si parla di modello Innsbruck": di che si tratta?

"In Austria hanno sviluppato questo progetto di servizio alla cittadinanza già da tempo. Si tratta di una sorta di albergo, molto bello, realizzato con materiale biologico. Non è aperto solo ai cani, ma anche a gatti, uccellini e a tanti altri animali da compagnia. I padroni trovano lì anche un consultorio dove poter avere una diagnosi per i propri problemi con l’animale. C’è sempre un notevole viavai di persone ed anche un bar dove è possibile sedersi e scambiare opinioni sulle proprie esperienze".

Vi trasferirete alla Vela?

"Quel posto non piace a nessuno, è il meno indicato per la salute dei cani: lì per sei mesi non c’è sole ed è sempre umido… un posto da depressione! Gli animali che dovrebbero andarci sono già traumatizzati da esperienze negative ed un cane stressato ed impaurito è più incline ad ammalarsi. Senza contare che lì c’è la discarica: chi verrebbe a passeggiare col cane vicino alla discarica? Chi andrebbe lì? Come si fa a tenerli sei mesi nello scuro in gabbie senza sole? Sembrava che potessimo andar a Camparta, sulla provinciale sinistra della Val di Cembra, con due ettari a disposizione, ma non c’è stato niente da fare: ci ha preceduto un privato. Speriamo che si trovi un altro posto, magari a costo più basso e con un pezzo di bosco, si parla di San Rocco o Mattarello... C’è una commissione in comune che si è fatta carico del problema e sono certa che si troverà una soluzione: i cani hanno bisogno di terreno asciutto e di sole!".

Salutiamo la signora Almut e, accompagnati da Wilma, andiamo a dare un’occhiata agli animali. Alcuni sono chiusi in gabbie da quattro o anche sei posti, altri sono singole.

Come mai?

"Dipende dalla loro storia - ci risponde - Alcuni sono traumatizzati e mostrano aggressività e paura dell’uomo. Se messi con altri cani, tendono ad azzannarli. Il loro recupero è il momento centrale della nostra attività, così da poterli ridare in affido".

E’ un lavoro facile?

"Per niente! Per guarire la mente e recuperare fiducia nell’uomo, ci vuole tempo, amore e disponibilità da parte dei volontari. Oltretutto, non diamo il cane al primo che passa! Prima di portarselo via, il richiedente deve venire qui alcune volte a prendere contatto con lui: vogliamo verificare se tra loro c’è compatibilità o meno. L’aspirante viene anche interrogato per capire il motivo della richiesta: se ha avuto altre esperienze, se ha lo spazio adatto, se è per lui o per fare da baby-sitter al figlio, ecc. Bisogna anche dire che, causa l’età avanzata, non per tutti si apre la porta dell’affido: per Spino, ad esempio, in canile dal ’94, la possibilità di affido è pressoché nulla…".

Il giro continua e passiamo per due tunnel appaiati per un totale di 25 gabbie da 35 metri quadri l’una, quasi tutte con un cane. Si tratta di animali traumatizzati, con problemi di relazione, tanto con l’uomo che con i propri simili. Per loro, l’unica speranza è accettare la rieducazione, ma questo non lo sanno!

Le gabbie, seppur apparentemente grandi, sono piccole perché bastano tre-quattro balzi ed il cane va a sbattere contro la parete. L’unica speranza di fare una bella camminata è l’affacciarsi di un volontario che li porti fuori; sembra però che non succeda troppo spesso, o per lo meno quanto sarebbe necessario.

Passiamo a fianco dei recinti all’aperto, più spaziosi, anche nell’ordine delle centinaia di metri quadrati, ed in buona parte circondati da alberi che garantiscono ombra al sole estivo. Per i cani è quasi come vivere in un cortile o nel giardino di una villetta. Alcuni sono sdraiati, altri nella cuccia, altri ancora caracollano lungo la rete o giocano. Basta avvicinarsi, però, per farli accorrere tutti curiosi e forse speranzosi di un biscottino.

Verso le sette ce ne andiamo. Nessun cane abbaia al nostro passaggio: solo guaiti di saluto, forse un piccolo rimprovero per non averli portati a passeggio, forse un invito a tornare.

Come ultimo commiato, Wilma ci chiede di far sapere, a chi intendesse dare una mano, la possibilità di una donazione, detraibile dalla dichiarazione dei redditi, in base alla Legge 460/97.

E’ anche possibile devolvere il 5 per mille della dichiarazione dei redditi.

Fuori dal cancello il solito mondo di stress, di gente di corsa, indaffaratissima dietro ai propri pensieri: davvero nessuno che abbia tempo per un cane?

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Cani da battaglia
Pier Paolo De Brasi

Commenti (1)

Lina

ciao vorrei sapere se avete cuccioli disponibili di taglia piccoli... mi piacerebbe salvare tanti cani ma ho un appartamento piccolo ... grazie saluti
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