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QT n. 19, 11 novembre 2006 Monitor

La ricostruzione futurista dell’universo

Alla galleria Transarte di Rovereto, opere di Depero e Balla, per lo più inedite, rispecchianti lo stile sperimentale dell'omonimo manifesto.

Visti i tempi tutt’altro che futuristi con cui si sta restaurando la Casa Museo Depero (vedi QT n. 15, 2004 Casa-museo di Depero: quando si riapre?; la data di apertura indicata nel sito del Mart è intanto slittata al 2008), per chi volesse gettare uno sguardo sulla poliedrica produzione del futurista roveretano suggeriamo un’imperdibile mostra (fino al 26 novembre) da poco aperta nella nuova sede roveretana della galleria Transarte. “Ricostruzione futurista dell’universo”, dal titolo dell’omonimo manifesto firmato da Depero e Balla l’11 marzo 1915, propone alcune opere per lo più inedite di Depero e Balla, realizzate tra 1914 e 1931 e rispecchianti lo spirito sperimentale del manifesto. L’irrompere della giocosità astratta nel panorama artistico portò a una perdita del confine tra alto e basso, al ritorno alle arti applicate, alle prime scoppiettanti proto-performance futuriste, come quella che già nel 1914 aveva messo in scena i “funerali grotteschi del critico passatista”. Performance come opere, ma anche opere desunte da performance, stando a uno dei più significativi lavori di Balla esposti, Piedigrotta in velocità+rumore, studio di un personaggio per il Piedigrotta di Francesco Cangiullo, un “concerto” di poesie parolibere recitate alle Galleria Sprovieri di Roma da Marinetti e dallo stesso Cangiullo. Sempre in relazione allo sconfinamento della pittura nelle altre arti, segnaliamo il geometrico e policromo tamburo di Depero, realizzato nel 1918 probabilmente per promuovere gli spettacoli sperimentali del Teatro dei Piccoli a Roma, e forse utilizzato dallo stesso Depero; fu incontrando Gilbert Clavel che l’artista roveretano ideò alcuni spettacoli privi di attori viventi, i celeberrimi Balli Plastici, a cui il tamburo appare indubbiamente ispirato.

Fortunato Depero, Tamburo (1918).

Sebbene importanti e numerosi siano gli studi e i lavori pittorici (ricordiamo almeno le Compenetrazioni iridescenti e Motivi di forme rumore di Balla, nonché lo straordinario Pappagallo, civetta e uccello meccanico dipinto da Depero nel 1917), le più interessanti e per molti versi curiose opere esposte dei due futuristi rientrano nel campo eterogeneo delle arti applicate.

Alcune di queste opere sono a carattere squisitamente privato, realizzate più per rallegrare con forme e colori il proprio quotidiano che per essere esposte e vendute, come la cravatta e il bastone da passeggio di Balla, utilizzati dall’artista negli anni Venti e provenienti direttamente dalla sua abitazione; due lavori che rimandano tra l’altro a un singolare episodio di poco tempo fa, quando nel corso della demolizione di una delle case di Depero a Rovereto emerse dalle macerie una scala, che Scudiero ipotizza esser stata realizzata dallo stesso Depero, portata via senza problemi da un passante. Con l’abbigliamento ha a che fare anche il modellino in legno di Balla per un“modificante”, una sorta di spilla astratta che era un must nel vestiario futurista, utilizzata per comunicare il proprio stato d’animo attraverso la sinteticità di forme e colori. Sempre di Balla sono esposti alcuni sottobicchieri in legno dipinti a motivi astratti, nonché delle piastrelle in ceramica. Come è facile intuire, tali opere ebbero per Balla un carattere soprattutto privato, destinato più al regalo che alla vendita. Una delle scatole in legno del 1918, ornata con astratte “linee di compenetrazione”, fu realizzata ad esempio dall’artista per la figlia Luce, come si può intuire dalle lettere “L.B.” iscritte sul coperchio. Di Balla, infine, sono messi in mostra anche una coppia di paralumi realizzati per un dancing notturno, degli arazzi, un tappeto, delle cartoline dipinte a mano e una curiosissima mobilia per camera per bambini, significativo esempio di mobile futurista.

Anche Depero mise in pratica lo spirito della ricostruzione futurista dell’universo nel campo delle arti applicate, avviando una casa d’arte che, seppur successiva a quella di Balla (dal 1914), presto la superò in produzione e qualità, anche grazie a un’attenta strategia di marketing; Depero, per fare un esempio, al fine di promuovere nel 1922 una sua mostra torinese di arazzi, cuscini ed altri oggetti, ricorse perfino al lancio di volantini pubblicitari da un aereo…

Oltre ai numerosi e pregevoli arazzi, alcuni dei quali inediti, e bozzetti per pubblicità (un campo nel quale Depero non ebbe eguali), il percorso offre alcune piacevoli sorprese, come una marionetta per il Teatro Plastico, e due graziosi giocattoli di legno, raffiguranti un pappagallino e un elefantino, produzioni tutt’altro che marginali nell’atelier deperiano, tanto che ai giocattoli l’artista dedicò il Manifesto Gioco Libero Futurista (1914). Infine, per quanto riguarda la moda, del futurista roveretano sono esposti uno dei suoi celebri panciotti e una coppia di baschi.