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QT n. 12, dicembre 2022 Cover story

Il passato ingombrante del manager

Le traversie giudiziarie del manager che ha gestito la gara del NOT per la Guerrato

Quando a metà novembre la procura della Repubblica ha chiuso le indagini sul NOT si è scoperto che gli indagati sono quattro. Due già noti, che sono il presidente del CDA della Guerrato, il commercialista veneto Antonio Schiro e l’amministratore della maltese/italiana Auriga, Rosario Fiorentino, e altri due che fino a quel momento non erano comparsi nelle cronache.

Si tratta di Carlo De Simone, broker assicurativo romano, che pare molto discreto nelle sue attività professionali visto che la sua società, la European Brokers srl, non ha nemmeno un proprio sito, e poi di un ingegnere di Chieti, Giancarlo Masciarelli, sul quale invece le informazioni non mancano. Soprattutto nelle cronache giudiziarie abruzzesi.

Facciamo però un piccolo passo indietro, per capire l’importanza del ruolo di questo ingegnere teatino nella vicenda del nostro ospedale. Quando, all’inizio del 2018, la Guerrato è ormai sull’orlo del fallimento, arriva a Rovigo un cavaliere sul cavallo bianco: si tratta di Isaia Di Carlo, imprenditore abruzzese molto vivace, che promette di trovare un accordo con i creditori e di rifinanziare Guerrato in cambio del 51% delle azioni. E ci riesce. L’uomo di fiducia che Di Carlo manda a Rovigo per risolvere problemi è l’ing. Masciarelli che, non a caso, la procura di Trento definisce nelle carte Chief restructuring officer, ovvero colui che deve rimettere in sesto l’azienda. E che, ovviamente, in quel periodo è il vero dominus dell’impresa, quello che prende le decisioni.

Isaia Di Carlo

Masciarelli, a Pescara, non è un signor nessuno. Ma per raccontarvi il suo notevole curriculum dobbiamo procedere per fasi. La prima risale al periodo tra il 2002 e il 2006, quando Masciarelli è presidente della Finanziaria regionale dell’Abruzzo. Fino al 27 ottobre del 2006 quando viene arrestato. Secondo la Procura di Pescara perché, da dirigente e poi presidente della Finanziaria, avrebbe fatto sparire 16 milioni distribuiti ad amici, parenti e conoscenti finanziando con denaro pubblico progetti mai nemmeno iniziati e concedendo contributi a chi non ne aveva i requisiti. Soldi mai ritrovati.

Poi, mentre la polvere sollevata dallo scandalo non si era ancora del tutto posata, Masciarelli viene arrestato di nuovo, il 14 luglio 2008. Finisce nella grande inchiesta sulla corruzione nella sanità che fa cadere la giunta Del Turco. Sarebbe davvero molto lunga da raccontare questa storia e quindi fidatevi di quello che dice la procura di Pescara che, in entrambe le vicende, attribuisce a Masciarelli un ruolo di primissimo piano nel traffico di soldi, tangenti e minacce con cui veniva gestita la sanità abruzzese.

Finisce a processo per entrambi gli scandali, in qualche modo collegati, e riesce magicamente a uscirne con un unico patteggiamento a 3 anni e 4 mesi. Sempre in quegli anni finisce a processo però anche con l’accusa di aver cercato di ricattare un imprenditore della pasta per costringerlo a vendere la sua società allo stesso Masciarelli e ad un amico. Con la scusa di aiutarlo in un momento di difficoltà avrebbe manomesso i bilanci, spingendo il pastificio sull’orlo del fallimento, per poter poi comprare l’azienda a prezzi di svendita all’asta fallimentare. Ma da questa accusa viene assolto. Non saranno così fortunati Del Turco e vari altri politici abruzzesi, che per lo scandalo della sanità vengono condannati a qualche bell’annetto.

Attenzione: in questi scandali ci sono soldi che vanno ad amici e parenti e soldi che vanno a finanziare partiti politici, uno più di tutti e sopra tutti: Forza Italia.

Giancarlo Masciarelli

Finiti i tempi d’oro della finanziaria regionale/bancomat, Masciarelli si reinventa come consulente aziendale. Ed è in questo ruolo che Di Carlo lo invia come suo plenipotenziario a Rovigo. Ma mentre comincia ad occuparsi della Guerrato, c’è un’altra grana che gli scoppia in mano a Pescara.

Una società metalmeccanica abruzzese, la OMA di Torre de’ Passeri (330 dipendenti, varie sedi, di cui una in Romania, e commesse di grandi gruppi industriali, non proprio una piccola officina), naviga in cattive acque. E nel 2018 chiede la consulenza di Masciarelli. Il quale prende in mano la situazione assieme a un compagno di ventura, tale Rocco Pilotti, scrive numeri fantasiosi sui bilanci e riesce a coinvolgere nell’ipotetico rilancio anche Cassa Depositi e Prestiti, da cui si fa dare 10 milioni destinati specificamente ad investimenti per far ripartire la società. Peccato che quei soldi invece vadano a pagare le banche per cercare di tenerla in piedi. Anche qui troviamo il cavaliere bianco Isaia Di Carlo che, in un primo momento, si offre di rilevare l’azienda. Però, una volta visti i conti reali, ci ripensa. Il fallimento arriva ad ottobre 2019 perché alla fine non viene nemmeno presentato un piano di accordo con i creditori.

Per questa vicenda la Procura di Pescara ha chiesto a giugno scorso il rinvio a giudizio di Masciarelli (assieme ad altre 8 persone) per bancarotta fraudolenta. E nuovamente attribuendogli un ruolo chiave nell’operazione.

Questo è l’uomo che ha gestito la gara del NOT in nome della Guerrato.