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QT n. 13, 28 giugno 2008 Servizi

Mesiano, la grande festa universitaria e la cultura dello sballo

Sbornie da coma etilico, sesso in pubblico, vandalismi, violenze sugli organizzatori: la storica festa di Mesiano finisce così. I commenti tra i giovani.

Ormai di Mesiano si parla solo male. "Sodoma e Gomorra", "un girone dell’inferno", l’hanno definita rispettivamente l’Adige e il Trentino. L’immagine è certamente stereotipata, ma ci sono molti segnali allarmanti. Attingiamo dal web: ErnyOut, sul principale forum dei giovani universitari trentini (http://www.forumstudentitrento.it) commenta così lo sballo della festa di quest’anno: "Io non c’ero mai stato prima.. Festa fantastica e mi sono stra-divertito. Mi avevano detto che sarebbe stato un devasto per un sacco di persone, io mi ero immaginato cose apocalittiche. Quando son stato su ho visto tutto quello che mi ero immaginato. Ragazzi che si rotolano nel proprio vomito, cadaveri che vengono trasportati verso un ospedale da campo sopra un telo, tipi sbronzi che cercano maldestramente di entrare senza pagare facendosi molto, molto male, i proprietari delle case limitrofe che sorvegliavano il loro confine con una torcia e il loro cane al guinzaglio fino all’1 di notte, donne completamente nude che ballano mentre un tipo da sotto fa un video con il cellulare. Cioè, prese singolarmente sono tutte cose che bene o male avevo gia visto, ma tutte insieme fanno un bell’effetto".

Non si capisce se l’autore intenda spiazzarci con raffinata ironia o se il suo intento non fosse faceto. A prescindere da questo, il danno ormai è fatto ed è bello grosso. Dopo il 31 maggio, giorno della festa, Trento ha scoperto una larga incomunicabilità con i propri ragazzi, universitari e adolescenti. E questi ultimi sono messi alla gogna sui giornali e nelle chiacchiere al bar. Di materia prima per le conversazioni, ce n’è parecchia: decine di ragazzi in coma etilico (anche se questo, per Mesiano, è ormai routine), danni agli edifici per migliaia di euro (con una pesante vetrata dei nuovi laboratori sfondata), gente che pratica sesso in pieno giorno in mezzo al via vai di studenti assolutamente increduli, donne nude che barcollano in mezzo alla pista da ballo, un presunto stupro, botte contro gli addetti alla sicurezza ai cancelli e lungo il perimetro delle recinzioni laterali (perfino un’automobile che sfonda uno degli ingressi, roba che manco Steve McQueen…).

Più che di un bilancio, quest’anno si potrebbe parlare di un bollettino di guerra. Certo, non è la prima volta: già in occasione della precedente edizione ci eravamo detti scettici sull’evento di Mesiano, ma mai avremmo immaginato simili esasperazioni. L’eco degli eventi è talmente assordante che l’epilogo della storia si fa inevitabile: dopo 15 anni la festa di Mesiano si prepara a chiudere i battenti, arrivederci e grazie a tutti. Ma, dicevamo, il danno ormai è fatto. Il re è nudo.

Ne ho parlato con alcuni ragazzi nei corridoi delle Facoltà. La convinzione è che più che una festa, Mesiano sia ormai un’occasione per gli eccessi che coinvolge chiunque: dall’universitario annoiato all’adolescente che a rigor di norma non potrebbe neppure entrare (ma lo fa scavalcando le transenne ai magini della collina). Si potrebbe facilmente concludere (e questo fanno i giornali) che Mesiano è un concentrato di tutti i disagi giovanili. Ma la festa in sé è solo il termometro, non certo la febbre. Negli anni la situazione è andata peggiorando –forse, sussurrano gli organizzatori, il fatto di vietare l’ingresso ai minorenni e le recinzioni hanno reso più evidenti certi fenomeni-, ma d’altra parte l’organizzazione ha sempre fatto la sua parte e la formula della festa non è cambiata negli anni. Insomma, Mesiano ha sempre puntato sulla musica e su una calda giornata di primavera inoltrata: era così quindici anni fa, doveva essere così oggi. Se invece Mesiano è ormai la festa dell’alcool (o del "devasto", come la definiva EnryOut in apertura) è perché è cambiata la mentalità dei suoi partecipanti. C’è chi, nelle lettere sui giornali, sposta l’attenzione dalla festa in sé: "Per me è stata semplicemente la conferma di un imbarbarimento di una generazione già povera di suo"; "Sono solo ragazzi che non hanno voglia di far niente, altro che colpe della società"; e ancora: "La colpa è di tutti: società, media e genitori, che educano ragazzini in modo barbaro. Uno schifo: io ho 25 anni ma a 15-16 non ero come gli adolescenti di oggi, nessun rispetto, nessuna regola e tutto dovuto".

Imiei amici che hanno preso parte alla festa mi dicono che non bisogna generalizzare, che loro, come il 95% degli altri ragazzi presenti (5.600 in tutto i biglietti strappati, più una larga fetta di abusivi), non sono vandali e che non hanno neppure visto certe cose. Semplicemente, mi hanno spiegato, hanno vissuto una normalissima festa dove ci sono migliaia di giovani ed è dunque impossibile pretendere da tutti lo stesso modo di divertirsi. "Poi - concludono - se alcuni stuprano, spaccano vetrine e non so che altro, scusate ma non potete considerarli come tutti gli altri: quelli sono per legge dei criminali. Ma non bisogna generalizzare. Occorrono delle alternative, l’abbandono sarebbe una sconfitta troppo grande per noi universitari e per tutta la città".

Già, la città. Trento si è rivelata incapace di gestire la nuova dimensione universitaria, oltre che ancora sterile dal punto di vista del dialogo con gli adolescenti. A prescindere dalle responsabilità dei ragazzi, la sospensione della festa di Mesiano è una sconfitta per tutti. Non giova a nessuno la morte di quello che per molti anni è stato un "momento forte" per la città, una delle rare nicchie in cui gli studenti trentini si sentivano realmente protagonisti. Dall’altra parte, ci si rende conto anche a livello locale di quello che fino ad ora, in regione, era considerato un problema di altri: gli episodi di alcolismo giovanile, di ragazzi che se la prendono con le cose e con le persone, insomma, di devianza giovanile (naturalmente, il tutto documentato su YouTube) non sono più materiale per i soli media nazionali.

Interrogarsi sulle responsabilità è un’operazione rischiosa e spesso infruttuosa. Due sono però gli argomenti contro cui soprattutto gli organizzatori della festa hanno puntato il dito. C’è chi racconta, sui giornali, che i genitori dei minorenni, quando sono andati a recuperarli, erano al corrente del fatto che i figli si erano intrufolati in una festa vietata ai minori. Sapevano, ma li hanno giustificati: una ragazzata.

Poi c’è un secondo aspetto che colpisce. Mai come quest’anno si era vista una tale aggressività: contro le guardie della security (ingaggiate da un’agenzia apposita), contro gli organizzatori, contro tutto e tutti. I minorenni che non potevano entrare alla festa (solo chi aveva diciott’anni poteva infatti acquistare il biglietto) hanno tentato di entrare scavalcando le recinzioni poste al limitare della collina. Fin qui, nessuna novità: da qualche anno in qua, fa parte della consuetudine di Mesiano resistere alle orde di "imboscati". Il punto è che stavolta alcuni, da dietro le griglie metalliche, hanno cominciato a lanciare lattine, sassi e bottiglie di vetro a chi si trovava all’interno del parco. Altri hanno sfondato le protezioni di ferro con un cassonetto delle immondizie. Altri le hanno sfondate a mano, ed entrando hanno colpito ripetutamente gli addetti alla sicurezza.

"Alcuni ragazzi sarebbero entrati con il paracadute - scherza qualcuno - se solo ne avessero avuto la possibilità". Ma se i ragazzi di Ingegneria si dividono nel giudicare la buona riuscita dell’evento e la decisione di chiudere o meno la festa, c’è un tema sul qualche sono tutti d’accordo: senza gli adolescenti, i ragazzi delle superiori, insomma gli under 18, tutto questo non sarebbe accaduto. Loro i primi ad andare in coma etilico, loro i primi ad aggredire la security, loro i primi a creare scompiglio. "Probabilmente - conclude un universitario - molti di noi approfittano della festa di Mesiano per bere e magari anche trasgredire. Ma credo che in tutto ciò non ci sia nulla di male. Il problema si pone nel momento in cui arrivano questi ragazzi ancora immaturi. E’ come se fossero improvvisamente fuori dal loro habitat e questo toglie loro ogni limite".

L’organizzazione

I giovani di Asi Leonardo hanno preparato questa festa, come ogni anno, per tutta la primavera e forse anche prima. Sono delusi dai partecipanti, che ancora una volta hanno dimostrato di non capire il vero spirito della festa, decretandone così la morte. Eppure i primi anni era andato tutto benissimo, alla grande. Eppure, dopo i primi allarmanti segnali, loro avevamo provato a cambiare qualcosa: niente minorenni, bottiglie e lattine fuori dalla festa, recinzioni e sicurezza. Eppure sembrava che quest’anno qualcosa dovesse cambiare, che gli esaltati sarebbero stati emarginati.

Non è servito a nulla. "A un certo punto - racconta uno degli organizzatori - all’ingresso principale è entrata un’auto. In quel momento si è aperto un varco e cinquanta persone si sono buttate dentro. Io stesso mi sono fatto da parte per evitare di farmi del male: non potevamo affrontare tutta quella gente. In un altro caso ho dovuto chiamare la polizia perché un gruppo di giovani ha iniziato a sfondare le recinzioni con un bidone. Comprensibilmente gli addetti alla sicurezza non hanno voluto intervenire e così ho dovuto chiamare la polizia. Che ringrazio per come si è comportata".