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QT n. 11, 1 giugno 2007 Monitor

Lyonel Feininger, pittore e illustratore

Dipinti, opere grafiche, acquerelli, disegni del pittore e illustratore (1871-1956), tra Belle Epoque, Grande Guerra e Bauhaus.

A oltre mezzo secolo dalla sua morte, il Mart di Rovereto rende finalmente il giusto tributo all’artista Lyonel Feininger (1871-1956). La mostra, curata da Danilo Curti e in corso fino al 29 luglio, propone 170 tra dipinti, opere grafiche, acquerelli, disegni e illustrazioni, per lo più provenienti da collezioni private trentine. Opere in molti casi inedite, che documentano nel dettaglio l’attività di questo artista nato negli Stati Uniti, ma artisticamente cresciuto nella Germania a cavallo tra Otto e Novecento.

“Alarm!”, illustrazione da “Lustige Blätter”

Feininger giunse ad Amburgo nel 1887 per perfezionare la sua passione musicale, ereditata dal padre. Alla musica affiancò presto l’interesse per il disegno, che trovò espressione ancora negli ultimi anni dell’Ottocento sulle pagine di alcune riviste satiriche, cosa del resto comune agli anni di formazione di molti celebri pittori. Le sue caricature, cariche di prospettive distorte e grottesche che rendono i longilinei personaggi alti come case, sono state già al centro, qualche anno fa, di un’importante mostra tenutasi a Bolzano prima e a Ferrara poi. Vale comunque la pena ricordarle, perché l’illustrazione è ancora oggi vittima di quei pregiudizi dovuti al suo essere "multiplo"; pregiudizi che fanno sì che le riviste illustrate siano spesso merce assai rara nei programmi espositivi, nonostante l’indubbio pregio grafico e l’esecuzione talvolta affidata a noti artisti.

Feininger illustrò svariati periodici dal 1890 all’alba della Prima Guerra Mondiale, rappresentando la vivacità della Belle Epoque tedesca con accenti satirico-caricaturali non privi di genialità. La rivista berlinese "Ulk", di idee socialiste, fu una delle prime testate alle quali collaborò, a partire dal 1905. Sempre a Berlino prese parte all’avventura dei "Lustige Blätter", alternando satira politica a satira di costume; nel 1915, quando la rivista aveva oramai indossato, come molte altre, l’elmetto, affiancando alla titolazione la dicitura "Kriegsnummer", Feininger le offrì la sua ultima illustrazione, dedicandosi poi esclusivamente alla pittura. L’effimero periodico "Das Narrenschiff", pubblicato ancora a Berlino tra 1898 e 1899 prendendo a modello la celebre rivista monacense "Simplicissimus", ospitò alcune delle più pregevoli illustrazioni dell’artista. Tra le altre riviste che lo videro partecipe occorre infine ricordare almeno la parigina "Le Témoin", ove, a fianco di raffinati illustratori come Paul Iribe, Feininger toccò forse il vertice della sua produzione grafico-caricaturale.

Dalle matite ai pennelli. Nel 1907 Feininger realizzò la sua prima opera ad olio. Uno di questi "incunaboli" esposti nel percorso, "Ai margini del bosco di Lobbe" (1907), svela un Feininger poco conosciuto, ancora post-impressionista, vicino alle seduzioni secessioniste, mitigate però dalla pittura en plein air. Presto la tranquillità di tali paesaggi si animò di connotazioni espressioniste, deformi, probabilmente dovute alla vicinanza al gruppo Die Brücke prima e alla cerchia della rivista "Der Sturm"- legata al gruppo Der Blaue Reiter - poi. Le opere di questa nuova stagione, pur non abbandonando gli incanti della pittura di paesaggio, tendono più all’astrazione, a una poesia delle forme, espresse per colori tenui e rarefatti, sebbene sempre meticolosamente impaginati da linee rette che ne definiscono lo scheletro architettonico. Tra i dipinti a tal proposito più significativi ricordiamo la serie delle vedute di Halle, ma anche i numerosi acquerelli, che forse più degli oli evidenziano la liricità dell’artista. Molti di questi, come ad esempio "Werder I", sono animati da quei giganteschi personaggi urbani che caratterizzano molte delle sue illustrazioni; altri ancora, invece, abbandonano la civiltà urbanizzata per rincorrere un mito sulle onde del mare, forse quella fanciullesca innocenza che segna anche le linee di taluni contorni, più scomposte, irrequiete, nervose. Paesaggi che hanno le ali del sogno, che guardano un po’ a Klee, un po’ a Marc, alternando gioia infantile - come in "Città col sole", del 1916 - a visioni più fosche, come in "Nuvole di sera I", del 1932.

Dal 1919 al l932 Feininger fu una delle figure di spicco del Bauhaus, ove insegnò nei laboratori di tipografia e incisione. Di tale attività il percorso offre un variegato nucleo di incisioni, soprattutto xilografie, che nell’aut-aut del bianco e nero esprimono al meglio le ricerche astratto-espressioniste dell’artista. Tra le ultime sorprese della mostra, una microscopica scultura in legno alta meno di 2 centimetri, degli anni Cinquanta, che sembra una trasposizione nella terza dimensione della vivace umanità che popola le sue illustrazioni.

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