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Valdastico e terza corsia

L’assessore Grisenti ha presentato martedì 22 luglio scorso in Consiglio comunale a Rovereto i progetti di massima riguardanti il megaprogetto di quadruplicamento della ferrovia del Brennero. A margine di tale presentazione, ha inoltre affermato categoricamente che non c’è spazio per una terza corsia sull’A22. Poco dopo però si è apertamente schierato a favore dell’autostrada della Valdastico, gelando gran parte del Consiglio comunale, a parte i consiglieri Aita (Forza Italia) e Caputo (Repubblicani), da sempre a favore del progetto. Già, perché il 18 ottobre 2000 il Consiglio Comunale di Rovereto aveva approvato a larga maggioranza una mozione nettamente contraria all’autostrada della Valdastico. Votarono a favore della mozione, oltre alle forze di maggioranza, anche Alleanza nazionale e la Lega Nord. Il testo, ricco di dati sui flussi del traffico, dimostrava che la nuova autostrada, lungi dal decongestionare il traffico e ridurre l’inquinamento come qualcuno vorrebbe oggi far credere, provocherebbe al contrario un aumento del traffico, il collasso dell’A22 e quindi maggior inquinamento dell’aria e da rumore, oltre alla devastazione del territorio. L’unico modo per ridurre l’inquinamento e decongestionare il traffico stradale è quello di trasferire il più possibile il trasporto merci dalla gomma alla rotaia, potenziando le ferrovie della Valsugana e del Brennero e favorire il più ampio uso del trasporto pubblico con la realizzazione della tanto attesa metropolitana di superficie Piana Rotaliana- Rovereto-Avio, oltre ad un metrò di superficie intercittadino di collegamento Villa Lagarina-Rovereto-Mori-Arco e Riva del Garda. Questo è lo sviluppo di cui c’è bisogno, compatibile con l’ambiente e con la vocazione turistica di qualità cui il Trentino punta.

Ricordo all’assessore Grisenti soltanto un dato: nel 1970 attraversavano l’arco alpino, tra Moncenisio-Fréjus e Brennero, 24 milioni di tonnellate annue di merci di cui il 79% su rotaia e il 21% su strada. Nel 2000 siamo passati a 90 milioni di tonnellate di cui solo il 39% su rotaia e il 61% su strada, con un aumento complessivo delle merci intorno al 400%, ma del traffico del 1070%. Gli svizzeri, attraverso un massiccio investimento sulla rotaia, hanno drasticamente ridotto il traffico dei TIR dal Gottardo. Oggi un TIR che vuole passare attraverso il Ticino e il cantone di Uri paga dieci volte di più che dal Brennero. Questo è ciò che dovremo fare anche per il Trentino: disincentivare il trasporto su gomma e disincentivare le irrazionalità del libero mercato. Un solo esempio indicativo: non è ammissibile che parte del legname da lavorazione in val Rendena, venga importato dalla Polonia o dalla Repubblica Ceca: bisogna fare pagare un costo ambientale a tale irrazionale circolazione di merci ed incentivare la produzione locale. Deve essere importato solo ciò che qui non c’è. Di più, anche ciò che si importa non deve seguire circuiti irrazionali: com’ è possibile che le banane arrivino in Trentino e nel Veronese, via camion, attraverso il Brennero, in provenienza del porto di Amburgo? Il compito della politica è anche quello di limitare le storture del libero mercato anche a costo di pagare di più un certo prodotto e di diminuire gli utili all’autostrada.

I Verdi del Trentino infine, registrano positivamente l’abbandono del progetto di allargamento dell’A22, ma chiedono coerenza all’assessore Grisenti: la Valdastico, che peraltro non è né inserita nella variante al Piano Urbanistico Provinciale, né nella legge obiettivo del ministro Lunardi, va definitivamente messa in soffitta, all’insegna di un modello di sviluppo attento alla salute dei cittadini ed al mantenimento della identità culturale e paesaggistica del Trentino.