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Le regole e le opinioni

Il diritto di scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica (irc) è stato introdotto nel 1985, con la ratifica degli accordi di revisione del Concordato.

Dal 1991 gli alunni che non si avvalgono possono scegliere fra quattro opzioni: attività didattiche alternative; attività di studio e/o ricerca individuali; attività di studio e/o ricerca assistiti; uscita dalla scuola.

La scelta va effettuata all’atto di iscrizione alla scuola e vale per l’intero anno scolastico. La scelta effettuata al primo anno di ogni ordine di scuola (elementari, medie, superiori) si intende rinnovata anche per gli anni successivi salvo revoca della stessa da parte dell’interessato.

Spetta al Collegio docenti definire le attività didattiche alternative all’irc.

Il parere della Curia...

Al quesito del preside del "Tambosi", l’Ufficio Scuola Diocesano rispondeva il 10 aprile dell’anno scorso con una Nota lunga e circostanziata. Ne riportiamo alcuni stralci.

"…l’IRC è un’attività didattica che ha le caratteristiche per essere offerta a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa di ciascuno (..)

La confessionalità dell’IRC è relativa perciò al contenuto… Non è confessionale invece nelle finalità (…)

… l’IRC risulta pertanto adeguato al momento, utile a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa di ciascuno.(…)

Un IRC così connotato non pone pertanto la scuola pubblica nella condizione di dover sostituire tale attività didattica con quanto proposto (il riferimento è al Progetto Bradford, n.d.r.) né per garantire la laicità della sua posizione né tantomeno per rispondere all’esigenza dell’attenzione alla prospettiva interculturale.(…)

E’ chiaramente disposto infatti che la scelta da effettuare riguarda solo ed esclusivamente l’IRC, rispetto al quale e per ragioni di coscienza si deve indicare la volontà di avvalersi o meno. Solo successivamente e solo a chi ha scelto di non avvalersi dell’IRC vanno presentate le altre opzioni possibili (Legge 121/85 art. 9 c.2; DPR 751/85 punto 2.1; C.M. 122/91; Circolare della Sovrintendenza di Trento n. 15482/B28 del 1996; sentenza della Corte Costituzionale n. 13 del 1991).

...della Sovrintendenza

La risposta al quesito del preside Manuali porta la firma dell’ispettore per l’insegnamento della religione cattolica, Ruggero Morandi e sviluppa considerazioni analoghe a quelle dell’Ufficio Scuola Diocesano. Anche a voce, l’ispettore Morandi ci ha confermato che agli studenti non può essere comunicato il programma delle attività alternative, prima della scelta se avvalersi o meno.

Certo che – con tutto il rispetto per il dott. Morandi - chiedere un parere in questa materia all’ispettore dell’irc, ex-insegnante di religione cattolica, è come chiedere alla volpe (per continuare con gli esempi gastronomici) se preferisce le patate o le galline…

... e del sindacalista

Il segretario della CGIL-Scuola del Trentino, Flavio Ceol, su richiesta ci ha fornito un documentato parere. Ne diamo una sintesi.

Per rendere effettiva la possibilità di scelta e dare senso a tale scelta sembra evidente che le opzioni e i relativi contenuti devono essere conosciuti dagli utenti (studenti e famiglie) al momento dell’iscrizione. Nessuna norma quindi vieta alla scuola di proporre le sue diverse offerte. La sentenza della Corte costituzionale n. 13/1991 afferma che "le famiglie e gli studenti che scelgono l’insegnamento di religione cattolica hanno motivazioni di tale serietà da non essere scalfite dall’offerta di opzioni diverse". Proprio il rispetto per tale serietà dovrebbe spingere alla massima informazione su tutte le opzioni reali.

Anzi, se ha un senso il progetto d’istituto, esso deve contenere quanto la scuola si propone di fare, la famosa offerta formativa, in modo chiaro e trasparente. Questo evidentemente deve valere anche per il cosiddetto insegnamento alternativo alla religione cattolica. Non per fare concorrenza all’irc, ma semplicemente per esplicitare nella logica della trasparenza le offerte culturali e formative della scuola. L’unico vincolo si trova nei contenuti, che non devono avere carattere curricolare.