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QT n. 15, 22 luglio 2000 Monitor

Sostanziale continuità

Franco Ballardini

Siamo a un punto di svolta, senza dubbio, con l’edizione 2000 del Musica Riva Festival". Così scrive Mietta Sighele, direttore artistico della manifestazione, nel presentarla, facendo riferimento alla dimensione internazionale raggiunta dal festival. Dall’esterno l’impressione è che l’affermazione sia anch’essa figlia dell’euforia da terzo millennio, anche perché Musica Riva la dimensione internazionale - dovuta ai docenti di chiara fama e alle centinaia di corsisti provenienti da tutta Europa e da altri continenti - l’ha sempre avuta, fin dalla sua nascita nel 1984, così come l’ha certamente conservata pure negli ultimi anni. Quel che si nota dunque - se proprio si voglion fare bilanci in occasione della data fatidica - è una sostanziale continuità dell’impostazione (15 corsi di alto perfezionamento musicale affiancati da altrettanti concerti tenuti da docenti, allievi e ospiti di spicco) e alcune innovazioni gradualmente introdotte di anno in anno, per lo più positive, le più significative delle quali appaiono due: da un lato il rilievo assunto dal canto - com’era logico attendersi dalla direzione di Mietta Sighele - sia nell’ambito dei corsi che dei concerti, grazie anche al gemellaggio col Concorso Zandonai di Rovereto; dall’altro la soluzione del problema-orchestra - tradizionale punto deboli della manifestazione - sia con l’avvio del corso di direzione, sia con la creazione di un’orchestra giovanile del festival (e la presenza, quest’anno, come ospite, dell’orchestra della Fenice di Venezia).

Venendo ai dettagli di questa edizione, in primo luogo vi è il fisiologico ricambio dei docenti, e qualche novità per i corsi: quest’anno mancano ad esempio quelli di organo e di pianoforte per maestri sostituti, mentre sono stati attivati i corsi di oboe e di saxofono, affidati a François Leleux e Claude Delangle.

Quanto ai concerti, abbiamo due appuntamenti impegnativi: l’anteprima (22 luglio) con musiche di Bartók e la Faust-Symphonie di Liszt, e la prima esecuzione (28 luglio, a Trento) del Requiem di Shigeaki Saegusa; quattro invece sono rivolti al grande pubblico: il fuori programma di Mauro Maur (23 luglio) con le musiche per film di Rota e Morricone, l’esecuzione in concerto della Tosca di Puccini (27 luglio) con Renato Bruson e i vincitori del Concorso Zandonai, il concerto dedicato ai docenti del festival (30 luglio) con splendide opere di Granados, Bartók, Poulenc, Milhaud, ecc., e la serata di chiusura (5 agosto) con il Concerto per violino di Mendelssohn (solista Domenico Nordio) e la Prima Sinfonia di Mahler. Da segnalare inoltre, durante la prima settimana, i concerti dei vincitori di importanti concorsi internazionali, come il pianista Antonio Pompa-Baldi (Mendelssohn, Chopin, Debussy, Rachmaninov), la violinista Susanna Henkel (Mozart, Chausson, Ysaÿe, De Sarasate) e il duo Alessio Allegrini-Oliver Kern (corno e pianoforte, musiche di Cherubini, Beethoven, Rossini, ecc.).