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QT n. 3, marzo 2012 Monitor

Brevi recensioni

“2984”, “Lo stampatore Zollinger”, “Miles gloriosus”, Luigi Penasa

redazione Monitor

Teatro

Ma noi non ci saremo

“2984”

Il programma di sala riporta, correttamente: “da ‘1984’ di George Orwell”. Così entriamo al Cuminetti tranquilli: vediamo cosa si cava fuori da un romanzo così famoso. Scenografia suggestiva, ponteggi metallici con loculi, tanti monitor e tre livelli di panche per attori e comparse scelte tra il pubblico. Dai monitor la comunicazione di regime ripete a iosa gergo e slogan di una società dittatoriale. Il sogno d’amore (illegale) tra due criptoribelli viene pilotato, scoperto e violentemente spezzato a monito del “popolo”. Con una regia che nulla lascia al caso, Emanuele Conte e i convincenti attori del Teatro della Tosse genovese rendono omaggio all’angosciante acronia orwelliana, necessaria per vaccinarsi periodicamente contro le dittature d’ogni tipo. (v.c.)

L’amore non può tutto

“Lo stampatore Zollinger”

Non è sufficiente amare il teatro per fare buon teatro: Roberto Abbiati mette in scena (Cuminetti, 15 febbraio) un romanzo di Pablo d’Ors, “Lo stampatore Zollinger”, incrociandone la poetica trama con un semiserio ordito divulgativo sulla storia della tipografia, altro amore del regista-attore. Ma il ritmo è fiacco, l’amore narrato non è coinvolgente, non bastano piacevoli musiche, simpatia e mestiere, nemmeno accatastando piccoli e bizzarri accorgimenti teatrali, come macchine strane, gag clownesche e brani in dialetto lombardo (la vicenda si dipana in area germanofona). Il narratore in scena stanca e rende il tutto troppo letterario. Testo sbagliato o adattamento imperfetto?. (v.c.)

L’uranio al Portland

“Miles gloriosus”

Lo spettacolo di Antonello Taurino, (Teatro Portland, 10 febbraio), “Miles Gloriosus. Ovvero: morire d’uranio impoverito”, è un formidabile strumento divulgativo, efficace nel ricordare agli italiani le tristi vicende dei soldati inviati a bonificare i siti contaminati da esplosioni di proiettili all’uranio impoverito. Con ritmo coinvolgente, questo testo si rivela un atto di accusa contro l’esercito, che non ha saputo proteggere i suoi soldati. La storia di un dramma nascosto si trasforma in commedia quando narra dei provvedimenti del Governo volti a salvare i comandanti, responsabili dell’impreparazione e della contaminazione dei loro subordinati.

Antonello Taurino e Orazio Attanasio coinvolgono gli spettatori con moti di sdegno e risate, ironizzando sulla loro stessa performance, e portano a termine lo spettacolo lasciandoci un’amara domanda: il migliaio di contaminati che lottano per sopravvivere e la memoria di quelli che sono morti nel silenzio, troveranno sostegno civile dallo spettacolo? (n.s.)

Arte

Luigi Penasa

Trento, Studio d’Arte Andromeda, fino al 19 marzo.

La nuova personale di Luigi Penasa è significativamente titolata “Attese”. Opere pittoriche tutte incentrate sulla figura umana, che sembrano vivere in un tempo sospeso, a tratti metafisico, che ricorda in qualche modo il lavoro di Karl Plattner e Leonardo Cremonini. Fresco contraltare di quest’umanità assorta nella propria -sempre complessa - interiorità, un gusto per l’ornato che ricama sullo sfondo dei pattern decorativi sempre rinnovati. (d.d.)

 

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