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QT n. 7, luglio 2022 Servizi

"Basta finanziamenti pubblici alle scuole cattoliche"

Una lettera al Sindaco di Trento sulle scuole che discriminano il personale docente. Intervista a Alessandro Giacomini.

Il 29 marzo la sala stampa della Santa Sede ha diffuso l’Istruzione della Congregazione per l’educazione cattolica. Cosa che non è sfuggita ai responsabili dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti del Trentino (U.A.A.R.): "Contiene direttive rivolte alle scuole cattoliche – scrivono in una lettera inviata al sindaco di Trento Ianeselli - per sanzionare fino al licenziamento i dipendenti che non si attengono alla dottrina della Chiesa". In particolare gli insegnanti devono fornire il loro servizio anche "con la testimonianza di vita", visto che si tratta di un "ufficio ecclesiale". Quindi il personale docente di questi istituti in caso di trasgressioni può andare incontro a sanzioni stabilite dal diritto canonico. Si tratta quindi di scuole che rispondono, non solo nell’approccio all’insegnamento ma anche nella scelta del personale, a logiche che si riferiscono alle norme del diritto canonico.

Perché allora il potere pubblico, la Provincia autonoma , ma anche il Comune di Trento, finanziano queste entità? E non dirigono invece anche quei fondi alla scuola pubblica, ottemperando al dettato dell’articolo 33 della Costituzione che sostiene che chiunque in Italia può istituire scuole per impartire qualunque tipo di istruzione purché ciò avvenga senza oneri per lo Stato?

Sullo sfondo si staglia la vicenda di quella insegnante dell’istituto Sacro Cuore di Trento, lesbica, che pur riconosciuta come professionalmente impeccabile, non ottemperava nella vita privata alle regole stabilite dalla Congregazione per l’educazione cattolica. Di qui il richiamo di atei e agnostici al primo cittadino di Trento: "Le chiediamo di revocare le convenzioni stipulate dall’amministrazione comunale e provinciale con le scuole private che non si impegneranno formalmente a considerare estranee al loro ordinamento norme discriminatorie nei confronti del personale che si richiamano al diritto canonico" e non alla Costituzione Italiana. Nel caso specifico, l’insegnante in questione fu licenziata dall’Istituto Sacro Cuore. Fece causa allo stesso e fu infine soddisfatta dalla Cassazione, che costrinse la scuola a versarle 95.000 euro in quanto "la libertà di organizzazione dell’Istituto religioso non può legittimare condotte apertamente discriminatorie come quelle ritenute ed accertate dai giudici trentini". L’insegnante però non è più stata reintegrata nel servizio.

Il fondatore e responsabile dell’U.A.A.R. trentina è Alessandro Giacomini, classe 1963, che si affacciò alla cronaca, dopo anni di attività nel mondo della cooperazione, quando nel 2013 denunciò un dirigente provinciale che "chiedeva soldi contro appalti". Ne ebbe un attestato di elogio dall’autorità investigativa, ma nel 2015 dovette chiudere la sua esperienza lavorativa in campo cooperativo. A lui chiediamo anzitutto lumi sulla associazione che rappresenta.

"L’U.A.A.R. nacque nel 1987 a Roma e tra i suoi soci fondatori vi era anche il trentino Romano Oss. Ci occupiamo di laicità, crocifissi nei luoghi pubblici, ora di religione nelle scuole pubbliche. Ma più che altro siamo un’associazione filosofica, non confessionale e di promozione sociale: laicismo, pluralismo, uguaglianza, libertà di coscienza e di espressione, principio della parità di sesso nelle istituzioni. Io peraltro fondai in seguito con altre persone l’associazione Laici Trentini per i Diritti Civili".

Perché quella lettera a Ianeselli? E non magari al presidente della Provincia Fugatti, visto che è quell’ente a convogliare la maggior parte dei finanziamenti pubblici che arrivano alle istituzioni di insegnamento private?

"Quando Ianeselli era segretario della Cgil si era speso molto per difendere l’insegnante del Sacro Cuore allontanata dall’istituto in quanto lesbica. Ma, una volta eletto sindaco di Trento, ha riconosciuto tutti i privilegi delle scuole paritarie. Che da noi vuol dire soprattutto finanziamenti alle scuole private cattoliche. Favorendole anche a livello di imposizione fiscale. La Congregazione per l’Educazione cattolica con nota del 29 marzo 2022, con il titolo “l’Identità della scuola cattolica per una cultura del dialogo”, conferma che le scuole cattoliche possono sanzionare fino al licenziamento i dipendenti che non si attengono alla dottrina della Chiesa: 'Gli insegnanti devono anche con la testimonianza di vita fornire un servizio che è ufficio ecclesiale'. Quindi niente lesbiche o gay, tra l’altro. Insindacabilmente. E un sindaco non riconosce questa ingiustizia? E se sarà lui, come si vocifera, il delfino del centro-sinistra per le elezioni provinciali del 2028 continuerà a finanziare quelle scuole?".

La Cassazione oltre a sanzionare con un'ammenda l’Istituto Sacro Cuore poteva, a termine di legge far reintegrare quell’insegnante nel posto di lavoro perduto?

"Impossibile. Altri ricorsi avevano stabilito che la scuola privata cattolica, per i Patti Lateranensi, può assumere chi vuole. Con tutte le possibili discriminazioni. La sentenza relativa al caso di Prato in cui una insegnante aveva avuto un figlio da un suo alunno in questo senso è diventata storica e ha meravigliato mezzo mondo. Nemmeno a livello sindacale si possono discutere queste regole discriminatorie".

Voi dite che la scuola privata, musulmana o cattolica che sia, ha il diritto di esistere ma non di essere destinataria di finanziamenti pubblici...

"Lo dice la Costituzione: non ci dovrebbero essere oneri per lo Stato. Quindi un omosessuale non può sperare di trovare lavoro in quelle scuole. Ma allora noi chiediamo che la Provincia e il Comune non finanzino questi enti".

Secondo voi perché tutti i presidenti della Provincia fino ad oggi, ma anche Ianeselli e i suoi predecessori continuano a praticare il finanziamento delle scuole cattoliche? Ragioni di “cassetta elettorale”?

"Puramente per questo motivo. Nel mio percorso di imprenditore e cooperatore ho incrociato molte persone che la pensano come me. Che per anni hanno dichiarato questi loro principi. Ma che poi, arrivate a confrontarsi, per ragioni di lavoro o di carriera, con gli enti pubblici, hanno cambiato idea. Di solito mettono lì la scusa di essere dei moderati… Si tratta invece solo di convenienza, in primo luogo elettorale. Tu non sai quanti politici trentini quando ero segretario dei Laici trentini per i Diritti Civili, gruppo nato nel 2008 sulle ceneri di un referendum provinciale sui contributi alle scuole paritarie trentine, ad ogni tornata elettorale si sono presentati all’associazione… ma ad elezioni avvenute non li abbiamo più visti. Opportunismo elettorale li portava a presentarsi alle nostre iniziative. In quel referendum del settembre 2007, promosso dalla Uil Scuola e da alcune persone che hanno a cuore la laicità dello Stato, nonostante le dichiarazioni dell’allora vescovo Bressan ('Non sarà un referendum a far tacere la voce di Dio'), 70.508 cittadini trentini votarono contro i finanziamenti pubblici alle scuole private e confessionali. Purtroppo i genuflessi politici provinciali, ambasciatori di una monarchia, rimasero divinamente silenziosi. Nonostante le entrate a gamba tesa di Bressan e del principe Lorenzo Dellai avessero cercato di ostacolare la consultazione popolare, più di 70.000 trentini con diritto di voto si espressero contro i finanziamenti alle scuole paritarie. Pochi i voti di senso contrario e molti gli astenuti come da richiesta di Bressan e Dellai che miravano al non raggiungimento del quorum. La fiamma laica in Trentino c’era e c’è: in quel caso era rappresentata da poco meno del 30% degli aventi diritti al voto. Una enormità se pensi che ad ogni referendum o tornata elettorale si astengono in moltissimi".

Il Trentino è una terra dal pronunciato spirito cattolico ma anche una terra in cui agisce l’I.S.A (Istituto Atesino di Sviluppo) e un forte settore cooperativistico “bianco”. Dove hanno un grande seguito le Acli e la Cisl e dove per mezzo secolo la Democrazia Cristiana fu padrona della scena politica. Perché i cattolici non dovrebbero far prevalere le loro opinioni sul terreno della scuola?

Alessandro Giacomini con Margherita Hack

"Per il principio della laicità dello Stato, stabilito dalla Costituzione. E perché in democrazia devono essere tutelate le minoranze. Altrimenti non è democrazia piena. Ma in una scuola cattolica, diciamo il Sacro Cuore di Trento, una rettrice può indagare anche sotto le lenzuola dei propri dipendenti. E lì prevalgono i principi squisitamente religiosi e non i valori laici condivisi. Se la scuola privata cattolica deve sostenere un maggior costo senza i finanziamenti pubblici, con spirito di carità cristiana potrà far intervenire le corpose entrate dello I.O.R. o della potente finanziaria della curia trentina, l’I.S.A. Attenzione però che tra poco l’ente pubblico potrebbe dover sostenere qualche madrassa islamica! Invece ecco cosa succede: per l’attuale legge della riforma scolastica denominata “La buona scuola” non bastano le già cospicue risorse che ogni anno escono dalle casse dello Stato per il finanziamento delle scuole paritarie: per l’anno in corso il governo ha previsto finanziamenti per 472 milioni. Non bastavano i milioni erogati dalla nostra Provincia e di cui nessuno parla, non bastavano le esenzioni I.M.U. e T.A.S.I. Ora ci toccherà aggiungerci anche il costo delle detrazioni fiscali per le famiglie che decidono di mandare i propri figli alle scuole private".

Secondo voi atei e agnostici il Trentino ha un sistema politico di piena democrazia?

"Ci sono troppi poteri occulti o poco palesi: l’I.S.A. per esempio, tentacolo finanziario ed economico della Curia, ha partecipazioni in molti settori dell’economia ma anche collegamenti con il mondo politico e dell’associazionismo".

Se dovessimo rifarci ad una terminologia, ormai desueta, di tipo marxista, definirebbe “scuola di classe” la scuola cattolica trentina?

"Assolutamente sì. L’Arcivescovile ha rette molto alte che solo un certo livello di famiglie può permettersi. E quindi l’offerta, anche al di là di quella educativa, probabilmente molto buona, è enormemente superiore a quella della scuola pubblica. Guardi, il sito dell’Istituto Arcivescovile di Trento nella sua pagina web declama: 'l’Istituto consta di due palestre, sale pesi, cinque campi di calcio, tre campi in erba sintetica, campi di pallavolo, pallacanestro, tennis e una pista di atletica'. Come un college americano. E nello stesso Istituto viene usato un libro dal professore di religione dove si evince che 'l’omosessualità è un disordine nella costruzione della propria identità sessuale'".

Se qualcuno la accusasse di essere ossessionato dal ruolo dell’ideologia cattolica e del movimento socio-economico e politico del cattolicesimo oggi in Italia e nel nostro Trentino, cosa risponderebbe?

"Io un’ossessione ce l’ho, in verità. È quella che si augura in Trentino e in Italia una democrazia realmente realizzata, strettamente legata ad una giustizia sociale slegata da ideologie politiche, religiose o da differenze sessuali".

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