Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 8, 17 aprile 2004 Servizi

Cresce l’export trentino: di rifiuti

Confermati gli ottimi risultati (subito al 50%) della raccolta differenziata, quando viene attuata. Prosegue infatti la non-politica dei rifuti: dopo le ecoballe della discarica di Ischia Podetti, spedite in Lombardia, è la volta dei rifiuti umidi: destinazione Veneto.

I dati forniti dai comprensori e dalle aziende municipali che gestiscono il servizio confermano che laddove è stata attivata la raccolta differenziata cala anche la produzione di rifiuti. Insomma, dove ci si è dati una mossa, non solo i rifiuti vengono differenziati con risultati anche insperati in termini percentuali (con punte vicine all’80% come a Roverè della Luna), ma si registra pure un’inversione di tendenza in termini di quantità. La Val di Non ha iniziato nel 2000 l’opera di riorganizzazione del servizio. I dati del 2003 (51,21% di rifiuto raccolto in forma differenziata) confermano che il comprensorio ha abbondantemente superato gli obiettivi statali (36% entro il 2003) ed ha raggiunto con tre anni di anticipo quelli fissati dal piano provinciale (50% entro i1 2006). Non solo. Alla fine del 2000 i rifiuti ammontavano, tra differenziati e non, ad oltre 19 milioni di chilogrammi; nel 2001 erano calati a 18 milioni e 300.000 chili; nel 2002 la quantità è scesa a poco più di 15 milioni. Nel 2003, invece, si è registrato un modesto aumento del 2, 6%. In ogni caso, in tre anni, la quantità ha subito un notevole ridimensionamento.

I più ricicloni tra i comuni della Val di Non sono quelli del Contà, Cunevo, Flavon e Terres, che arrivano a sfiorare il 60%, mentre sono solo quattro i paesi (Cavareno,Cles, Ruffrè e Sarnonico) che non raggiungono il comunque ambizioso obiettivo del 50%. A Cunevo, il rifiuto residuo secco, quello cioè che resta al netto delle frazioni formate da carta, vetro, plastica e umido frutto della selezione attuata dalle famiglie, raggiunge appena il 18% del totale. A Ruffrè, dove sono meno virtuosi, il secco arriva al 36%, a dimostrazione che in quel comune ci sono ancora ampi margini di miglioramento.

I dati dell’Alta Valsugana segnalano un leggero incremento delle quantità di rifiuti, a riprova del fatto che dove non sono ancora partite le campagne di informazione l’attenzione al problema riguarda ancora una minoranza; nella seconda parte del 2003 anche l’Amnu di Pergine ha iniziato la riorganizzazione nel comprensorio, ma i risultati si vedranno nei primi mesi di quest’anno.

In un precedente articolo (I campioni del compostaggio) avevamo riportato i dati dell’Azienda igiene ambientale di Lavis (in sigla ASIA), che serve 31 comuni del comprensorio della Val d’Adige, dati che indicavano una diminuzione dei rifiuti complessivamente conferiti al servizio pubblico tra il 2002 ed il 2003, diminuzione confermata anche dal dato tendenziale del 2004.

Un calo si era rilevato anche dal piano finanziario della città di Trento e si segnalava il fatto che , invece,il piano provinciale dei rifiuti prevede una crescita delle quantità di scarti fino all’anno 2013 ! Il quotidiano L’Adige, riprendendo alcune delle nostre argomentazioni, ha sviluppato un’inchiesta intesa ad approfondire l’argomento. Dalla quale si è appreso che gli assessori provinciali sono sorpresi dei risultati positivi raggiunti in alcune realtà, ma sono molto scettici sulla riduzione complessiva dei rifiuti. Anzi, si annuncia un’accelerazione delle procedure per l’apprestamento dell’inceneritore.

Non viene ripresa però la questione dell’umido, cioè di quella parte consistente di rifiuto formato dagli scarti della cucina domestica, dei ristoranti, ecc. che a tutt’oggi , con oneri economici ed ambientali notevoli, viene trasportato fuori provincia per il successivo compostaggio e trasformazione in terriccio. Ad ASIA, ad esempio, ogni chilo di rifiuto umido raccolto e trasportato ad Isola della Scala (bassa Veronese) costa circa 30 centesimi di euro. Una locazione più vicina comporterebbe sicuramente delle economie. Sembrava che in tempi brevi fosse disponibile una piattaforma specializzata nella zona di Scurelle, in Valsugana, ma, a detta del direttore di Asia, ing. Cont, non se ne farà nulla. Il sito di Rovereto (Pasina), diversamente dalle aspettative, è stato attivato solo per lo stoccaggio delle ramaglie e degli sfalci, componenti minori del più generale rifiuto umido. Non si parla più nemmeno dell’ipotesi Mezzocorona, per l’alzata di scudi di quell’amministrazione comunale. Rimane il sito di Levico, che per ora è nella fase del finanziamento.

Insomma, oltre alle balle dei rifiuti non differenziati stoccati a Ischia Podetti, che hanno preso la strada della Lombardia, si continua ad esportare anche il più tranquillo rifiuto umido, che potremmo invece trasformare in una risorsa con tanto di valore aggiunto. E dire che presso l’Istituto Agrario di San Michele esiste un ufficio specifico che studia da anni la questione del compostaggio con risultati riconosciuti a livello nazionale...